sabato 31 agosto 2013

Patto di stabilità, 1




Come funziona il Patto di Stabilità per i Comuni 1






In questo e nei post seguenti, un primo approfondimento a un livello leggermente superiore al precedente di Roncadelle.. 


1. IL PATTO DI STABILITÀ “ESTERNO”
• Nasce al Consiglio Europeo di Amsterdam (1997) come forma di coordinamento delle politiche fiscali all’interno della futura Unione Monetaria Europea.
• Il deficit (= indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni) degli Stati membri non poteva essere superiore al 3% del Pil.
• Il Patto di Stabilità ha avuto una vita molto travagliata.
• Nel 2002, come conseguenza della recessione post-bolla della New Economy, molti Stati europei hanno cominciato a sforare la soglia del 3%.
• Quando a sforare furono Francia e Germania, il Patto fu sospeso (2003).
• Il 20 Marzo 2005 nacque una nuova versione, un po’ più permissiva (che tuttavia manteneva il limite del 3%).
• Gli eventi successivi allo scoppio di una nuova bolla (quella immobiliare-finanziaria), con la crisi dei debiti sovrani, hanno fatto diventare obsoleto il valore del 3%....ora si parla di 0% (=pareggio di bilancio).
• In ogni caso la sostanza non cambia…..gli Stati membri devono raggiungere determinati obiettivi in termini di deficit.
• Cioè di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni.
• In Italia, le pubbliche amministrazioni sono:
a) Amministrazione centrale (= lo Stato)
b) autonomie locali (Regioni, Province, Comuni)
c) enti previdenziali ed assistenziali (Inail, Inps, Inpdap, ecc).

2. Il PATTO DI STABILITA’ “INTERNO”
• Il saldo del Patto di stabilità è un sottoinsieme del saldo di bilancio comunale.
• In pratica, è il bilancio meno:
- le entrate e le uscite in conto terzi (le “partite di giro”)
- le operazioni finanziarie (accensione e rimborso di prestiti, concessione e riscossione crediti)
• Gli obblighi di finanza pubblica della Repubblica Italiana nei confronti dell’Unione Monetaria Europea (deficit al 3% del Pil, pareggio di bilancio, ecc) sono definiti in termini di:
Indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni
“Indebitamento netto”: differenza tra entrate finali e uscite finali, al netto delle operazioni finanziarie (=il deficit)
“delle P.A”: Stato, enti locali, enti previdenziali
• Quindi, il saldo del Patto di Stabilità depura il bilancio del Comune da quello che non viene conteggiato nel computo del deficit della Repubblica (“partite di giro” e operazioni finanziarie) e così facendo:
rappresenta il contributo dell’ente locale alla formazione del deficit (=indebitamento netto delle P.A.) della Repubblica Italiana

Un’altra differenza tra il saldo di bilancio e il Patto di Stabilità
• Il bilancio di un ente locale è definito in termini di competenza pura (= registra un’entrata/uscita quando ne sorge l’obbligo giuridico, quindi accertamento o impegno)
• Il saldo del Patto di Stabilità è definito in termini di competenza mista:
- competenza per la parte corrente
- cassa per la parte in conto capitale
(cassa = registra un’entrata/uscita quando ne avviene la regolazione finanziaria, quindi incasso o erogazione)

2.1. Come si calcola il saldo del Patto di Stabilità di un Comune

ENTRATE
USCITE
Entrate correnti (entrate tributarie, trasferimenti correnti, entrate extra-tributari)
DI COMPETENZA
Spese correnti
DI COMPETENZA
Entrate in conto capitale (oneri di urbanizzazione, trasferimenti in conto capitale, alienazioni patrimoniali)
DI CASSA
Spese in conto capitale
DI CASSA
TOTALE ENTRATE:
TOTALE USCITE:








Un esempio concreto: comune di Paperopoli nel 2011









ENTRATE
USCITE
1.      Entrate tributarie:  300
1. Spese correnti:   400
2.      Trasferimenti correnti:  100
2. Spese in Conto capitale: 180
3.      Entrate extra-tributarie:  200
3. Rimborso prestiti: 200
4.      Alienazioni, trasferimenti di capitali, riscossione crediti: 50+25+25
4. Servizi conto terzi: 20
5.      Accensione mutui:  100

6.      Servizi conto terzi: 20

TOTALE : 820
TOTALE: 820

Ai fini del patto: assumendo che cassa e competenza non coincidano (residui attivi e passivi in conto capitale):

ENTRATE
USCITE
Entrate correnti (competenza): 600
Spese correnti (competenza): 400
Entrate per cassa: 90
Spese (cassa) 200
TOTALE ENTRATE: 690
TOTALE  USCITE:  600

ENTRATE USCITE
Paperopoli riporta un saldo positivo di + 90 euro.
• Sulla parte corrente ci si limita a prendere le corrispondenti poste di entrate e di uscita del
bilancio (i primi tre titoli dell’entrata e il primo delle uscite).

• Sulla parte in conto capitale NON SI GUARDA  IL  BILANCIO (che è in termini di competenza)…ma si vede quello che è effettivamente entrato in cassa o che ne è uscito (criterio della cassa). Segue

(fonte: Comune di Ferrara)

giovedì 29 agosto 2013

Succede a Roncadelle





Succede a Roncadelle










Per meglio comprendere cosa è avvenuto nel 2011 a Mestrino a proposito della scuola dell'infanzia Arcobaleno è necessario sobbarcarsi un ulteriore piccolo sforzo: la comprensione del significato e delle conseguenze del cosiddetto patto di stabilità. Iniziamo oggi con una scheda del sindaco di Roncadelle (Brescia), un sindaco, non importa di quale colore sia,  che parla alla cittadinanza. La scheda ha il merito di affrontare il problema con parole semplici, anche se non approfondite tecnicamente e non fa cenno al dramma che colpì tutti i comuni nel 2010 con la legge Tremonti piombata in corso d'opera. E' utile tuttavia per capire ciò che successe a Mestrino nel 2008 a proposito di patto di stabilità. 
Nei prossimi giorni, ulteriori interventi per chi vuole approfondire tecnicamente. 





Ecco cos'è il Patto di Stabilità
Non sempre è facile capire cos’è il Patto di Stabilità, a cosa serve, quali sono gli obiettivi e quali gli effetti concreti che produce sugli enti locali. Il tema è molto tecnico: in questa pagina cercheremo di spiegare tutto ciò nel dettaglio. Sperando di risultare il più chiari possibile, vista la complessità dell’argomento.


Cos’è il Patto di Stabilità.

Il Patto di Stabilità è stato pensato dall’Unione Europea per tenere sotto controllo i conti pubblici degli Stati appartenenti all’area Euro, con l’obiettivo di ridurre i deficit e i debiti accumulati negli anni e risanare così le finanze pubbliche. L’Europa ha posto degli obiettivi; come raggiungerli è una scelta che compete ai singoli Stati. 
Quando si parla di conti pubblici non ci si riferisce solo a quelli degli Stati centrali, ma sono compresi anche quelli degli enti territoriali (Regioni, Province, Comuni, ecc.). Per questo il Patto di Stabilità produce effetti anche per questi enti.

Come è stato impostato in Italia.
Fino ad alcuni anni fa (con il precedente Governo Berlusconi) il Patto era impostato sul concetto dei limiti di spesa: i comuni non potevano spendere più di un certo importo prefissato, al di là delle reali disponibilità, e ciò creava delle limitazioni forzose e poco rispettose dell’autonomia degli enti stessi.
Poi (con l’ultimo Governo Prodi) è stato introdotto il concetto del saldo di bilancio: per rispettare il Patto i comuni non avrebbero dovuto peggiorare il proprio saldo finanziario (semplificando: il rapporto entrate-uscite) di un determinato anno, rispetto alla media del triennio precedente. Una norma migliorativa rispetto a quella precedente, in particolare per la parte corrente del bilancio, perché garantiva maggiore libertà di impiegare, ogni anno, le proprie risorse. Rimaneva un problema sulla parte del bilancio relativa agli investimenti, perché non sempre le opere pubbliche riescono ad essere completate lo stesso anno in cui vengono reperite le risorse, per cui in questi casi il saldo (rapporto entrate-uscite) non può che sballare: se un anno entrano le risorse, e l’anno dopo escono per realizzare un’opera, da un punto di vista pratico si agisce nella correttezza (perché vengono investite risorse accantonate e a disposizione), ma dal punto di vista contabile i saldi non tornano, perché il primo anno avrò più entrate che uscite (e quindi il comportamento, ai fini del Patto, sarà considerato positivo), mentre l’anno dopo avrò più uscite che entrate (e quindi il saldo finanziario sballerà, provocando il mancato rispetto del Patto).
Infine, due anni fa (attuale Governo Berlusconi) è stata introdotta un’ulteriore novità: per rispettare il saldo finanziario, il riferimento non è più il triennio precedente, ma un anno secco (nel 2009, ad esempio, i comuni non potevano peggiorare il saldo finanziario del 2007). La norma è di nuovo peggiorativa, perché in un triennio normalmente possono essere attutiti i picchi (positivi o negativi che siano) dei singoli anni, ma se il riferimento è un anno secco e se quell’anno il saldo, per qualsiasi ragione, era stato eccezionalmente positivo (molte più entrate rispetto alle spese) è chiaro che diventa pressoché impossibile raggiungere il medesimo risultato anche negli anni successivi: quindi sono di nuovo aumentati i vincoli per i comuni e le relative difficoltà a rispettare il Patto, minando di nuovo la loro autonomia.

Gli effetti del Patto per Roncadelle.
Per Roncadelle quest’ultima norma è stata fatale. Nel 2007, infatti, il Comune ha incassato gli oneri di una parte consistente della lottizzazione “Mella 2000” (la stessa dove è stata trasferita l’IKEA), un’entrata assolutamente eccezionale, irripetibile nella sua entità, che ha prodotto un saldo finanziario di gran lunga positivo. Facile immaginare quindi che nel 2009 è stato pressoché impossibile non peggiorare quel saldo. Attenzione: questo non significa che i conti del Comune siano peggiorati, che si siano creati deficit o debiti. No: il bilancio comunale continua ad essere sano, non sono stati spesi più soldi di quelli a disposizione. Semplicemente è stato impossibile rispettare quel determinato saldo finanziario e ciò ha comportato il non rispetto del Patto (identica situazione ha avuto il Comune di Brescia, ma poi è stato approvato in Parlamento il famoso emendamento “salva Brescia” e quindi la situazione si è risolta: beati loro…).
Le conseguenze delle sanzioni per il mancato rispetto del Patto di Stabilità nel 2009, sommate alle norme sempre più restrittive previste per tutti i comuni nel 2010, ha portato per Roncadelle a delle conseguenze paradossali: l’Amministrazione Comunale ha dovuto tagliare la spesa corrente di circa 800.000 Euro e può spendere per investimenti una cifra vicina allo 0 (zero!).
Cioè: ci sono i soldi, ma non si possono spendere…

La logica di tutto ciò.
Sembra una situazione senza senso, ma in realtà tutto ha una logica, anche situazioni perverse come questa. Visto che, come si diceva all’inizio, il Patto di Stabilità riguarda tutti gli enti territoriali di uno Stato, in Italia si è pensato bene di rispettarlo a scapito di Regioni, Province e Comuni. In parole povere: con questi vincoli si vuole compensare il deficit dello Stato centrale con i surplus imposti ai Comuni (che hanno i soldi, ma non possono spenderli e quindi creano degli avanzi…) così da rispettare il Patto. Ma il guaio è che i conti tornano, ma solo dal punto di vista contabile, perché nella realtà il deficit dello Stato centrale resta intatto, e i comuni hanno soldi che non possono investire, rischiando di compromettere la qualità dei servizi e la possibilità di fare investimenti (cosa grave, in particolare in un momento di crisi come quello attuale)

mercoledì 28 agosto 2013

Scuola materna Arcobaleno, 5




Scuola materna Arcobaleno, 5









Chi si è sobbarcato alla fatica e alla probabile noia di leggere gli atti pubblicati nel post precedente (Scuola materna,4) avrà sicuramente notato nelle ultime righe (considerazioni finali) un accenno importantissimo al patto di stabilità, da tenere ben presente per comprendere a fondo il clima di quel periodo e di quei giorni in particolare. 

Ma prima di affrontare a fondo questo aspetto c'è un altro elemento da approfondire, che sorge dalle conclusioni della seduta del consiglio comunale del 3 marzo 2011.

Durante questa seduta, infatti, la maggioranza propone pubblicamente l'alienazione dell'edificio della scuola  alla SPES, che in quel periodo ha già in gestione l'asilo nido, in cambio del completamento dei lavori necessari per l'accorpamento nello stesso edificio della scuola dell'infanzia e dell'asilo nido, dell'affidamento della gestione per un  periodo di 25 anni e della corresponsione a  Spes di un contributo da determinarsi annualmente. 
Le condizioni della cessione sono tutte elencate nell'allegato A, che viene intitolato " accordo di collaborazione tra "amministrazioni pubbliche".

La posizione delle opposizioni di allora è variegata: Mestrino Insieme e Mestrino che cambia convergono verso un atteggiamento di totale dissenso e votano contro unanimemente, l'opposizione di centro destra (Stefani) pur con qualche distinguo si adegua alle scelte e al modo di procedere della maggioranza. 

Appare evidente dagli atti che l'accordo in quel momento è già stretto nei termini che poi saranno resi definitivi con successiva procedura..




lunedì 26 agosto 2013

Calendario scolastico regionale





Calendario scolastico 

regionale del Veneto






La Giunta regionale ha approvato il nuovo calendario scolastico per l’anno 2013/2014.
Il calendario prevede:
I e II ciclo d’istruzione
• come data di inizio il 12 settembre 2013 e come giorno di conclusione il 7 giugno 2014;
• 205 giorni di attività didattica.
Infanzia
• come data di inizio il 12 settembre 2013 e come giorno di conclusione il 30 giugno 2014.
Le festività obbligatorie sono: tutte le domeniche; il 1° novembre, festa di tutti i Santi; l'8 dicembre, Immacolata Concezione (nel 2013 coincidente con la domenica); il 25 dicembre, Natale; il 26 dicembre; il 1° gennaio, Capodanno;il 6 gennaio, Epifania; il lunedì dopo Pasqua; il 25 aprile, anniversario della Liberazione; il 1° maggio, festa del Lavoro; il 2 giugno, festa nazionale della Repubblica; la festa del Santo Patrono.
In riferimento alle vacanze scolastiche sono stati fissati i seguenti periodi:
  •  da venerdì 1 novembre a domenica 3 novembre 2013 (ponte di Ognissanti);
  • da domenica 22 dicembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014 (vacanze natalizie);
  • da domenica 2 a mercoledì 5 marzo 2014 compreso (carnevale e mercoledì delle Ceneri);
  • da giovedì 17, compreso, a lunedi 21 aprile 2014 (vacanze pasquali);
  • da venerdi 25 a domenica 27 aprile 2014 (ponte del XXV aprile);


Il digiuno appello


Don Albino Bizzotto





Il digiuno appello di don Albino  

Incontro con la delegazione veneta di SEL



La vicenda é ormai nota: don Albino Bizzotto, prete di frontiera, figura da anni al centro della vita padovana con le sue  innumerevoli iniziative per la pace e la solidarietà, ha iniziato dal 16 agosto un digiuno appello contro la devastazione del territorio veneto perpetrato attraverso le grandi opere in project financing


Don Albino è un prete scomodo, che negli anni si è battuto per la pace e la solidarietà e non in modo astratto: ha infatti dato accoglienza, casa, cibo e soprattutto dignità e speranza a migliaia di diseredati di tutti i tipi.

Sabato pomeriggio ho avuto l'occasione di partecipare, da defilato uditore, ad un incontro da lui concesso, tra un impegno e l'altro,  alla delegazione di SEL, di cui facevano parte il deputato Alessandro Zan, di origini mestrinesi, il coordinatore regionale Dino Facchini, l'assessore all'ambiente del comune di Padova, Marina Mancin.

Il deputato Zan oltre alla solidarietà umana ha offerto a don Albino la massima collaborazione per la raccolta delle informazioni a livello nazionale e per ogni adeguata forma di pressione istituzionale e parlamentare.

Durante il faccia a faccia ho raccolto con emozione le parole di don Albino e le motivazioni della sua azione di questi giorni.

Con il digiuno non cerca solidarietà e appoggi politici, ma vuole scuotere le coscienze, vuole coagulare i movimenti di protesta, che nascono dal basso e che operano spesso nell'ignoranza reciproca, tra le mille difficoltà del volontariato che va controcorrente e che è ostacolato dalle istituzioni, dall'indifferenza di chi non sa e non vuole sapere, dall'inimicizia dei gruppi di potere, privati e pubblici che vedono nei progetti in cofinanziamento una fonte inesauribile di guadagni. 

In particolare nel Veneto, un governatore che tuona per la difesa dell'ambiente,  si appresta a mandare avanti  progetti devastanti per il territorio stesso che dice di voler difendere: 

Valdastico sud; valdastico nord; pedemontana; romea commerciale (E55); nuova valsugana
veneta SPV; A4 VE-TS terza corsia; passante Mestre (opere completamento); autostrada medio padana veneta Nogara-Mare; sistema tangenziali venete; A27 Nord Cadore; padana inferiore (SR 10); A4 Alvisopoli- Bibione; GRA Padova; tangenziale NE Vicenza; tangenziale Nord VR;  traforo Torricelle ( 1 MILIARDO); strada mediana Verona A4-A22; SS51 D'Alemagna-Cortina, porto commerciale di Venezia; raccordo A15-A22; tangenziale di Treviso; A22, terza corsia; Motorcity di Verona; Venetocity (Dolo-Pianiga); camionabile PD-Chioggia; TAV Venexia -Trieste; passante Nord-Rovigo (parco Langer); Treviso-Meolo-mare (210 milioni); by pass Favaro V.to; By pass Camplato (50 milioni); quadrante di Tessera (VE)
piattaforma container (Mira).

Di queste ben 19 sono in fase avanzata di project financing.  

Dice don Albino: "Solo in Veneto dal 1990 al 2000 la superficie agricola è diminuita di 279.830 ettari, cioè del 21,5%; mentre il consumo del suolo per urbanizzazione e infrastrutture varie è di 1382 ettari l’anno, pari cioè a 3,8 ettari al giorno. Siamo sopra a un vulcano". 

Per quanto riguarda l'occupazione che tali opere apporterebbero, egli si dice scettico, perché si tratta di lavoro a termine, che dopo la conclusione lascia il deserto ambientale e occupazionale, proprio come il boom edilizio di qualche anno fa. Andrebbe trovato un lavoro diffuso sul territorio e per la difesa del territorio. Ma questo implica un capovolgimento netto dei punti di vista; un punto di vista un pò grillino gli è stato chiesto in modo un pò provocatorio: "Sarà grillino, ma bisogna smetterla di considerare l’economia il motore di tutto. Anche la Terra ha una sua grammatica: il nostro sistema aiuta a creare la vita o a distruggerla? In questo c’è tanto silenzio anche da parte della Chiesa".

Al termine dell'incontro, ci ha anticipato che accetterà l'idea della staffetta del digiuno,  sino al 9 ottobre, lanciata dal sindaco di Marano, Piera Moro, candidata eletta nel 2012 con una lista civica di centro sinistra.

Attualmente il comune di Marano Vicentino è in lotta contro l'amministrazione provinciale che vorrebbe ampliare e autorizzare il conferimento di rifiuti non inerti nella discarica di Vianelle, situata sopra un'importante falda acquifera. Al digiuno parteciperà per un giorno l'intera giunta e probabilmente tutto il consiglio comunale, concorde nella difesa del territorio.

La staffetta del digiuno si concluderà simbolicamente il 9 ottobre, anniversario della tragedia del Vajont.

Tredicesimo giorno di digiuno: riflessione dal sito di salviamo il paesaggio: Sai cos'è un “progetto di finanza”? (in inglese “Project financing”)

Imprenditori privati propongono alla Regione progetti di “Grandi opere” e si fanno anticipare i capitali dalle Banche. La Regione le decide fuori da ogni piano programmatico. Il conto, con gli interessi e lauti guadagni, lo paghiamo noi con le tasse e i pedaggi su strade ed ospedali.

Queste Opere vengono inserite nella “Legge obiettivo” che toglie ogni decisione ai Comuni e ogni controllo alla popolazione: un furto di democrazia. Poi, per evitare modifiche ragionevoli viene inventata una “situazione di emergenza” e imposto un Commissario: per l’autostrada Pedemontana Veneta è l’ing Silvano Vernizzi che diventa esecutore del progetto e il controllore di se stesso come Dirigente regionale della VIA (Valutazione Impatto Ambientale): una follia illegale. Non solo, ma gli atti del progetto sono stati rigidamente secretati, a tutti anche ai consiglieri regionali trattandosi di concessionaria, impresa privata, ma per un’opera pubblica. In merito è stata interrogata anche l’U.E. (28 agosto 2013)



domenica 25 agosto 2013

Buona domenica in musica

Dudley Moore



Beethoven che non riesce a concludere










Sarà uno scandalo per i cultori della purezza della musica classica e del mito beethoveniano in particolare, ma come resistere all'intelligenza, alla tecnica consumata e all'ironia di Dudley Moore che interpreta da vero grande pianista il tema di Colonel Bogey?


sabato 24 agosto 2013

Amnistia e indulto



Amnistia e indulto



Molti, inclusi parlamentari e ministri lautamente retribuiti, a volte straparlano di amnistia e indulto, senza sapere bene di cosa si tratti, e quali ne siano le condizioni per l'approvazione. Ecco una scheda informativa per noi comuni mortali; come vedrete per approvare indulto e amnistia sono necessari i due terzi del parlamento, nella consueta doppia lettura (Camera e Senato).  Trovare 600 prezzolati,  deducendo i nominati già nel libro paga e anche ipotizzando prezzi scontati rispetto a quelli di Di Gregorio,  sarebbe un'impresa titanica anche per Paperon de Paperonis.

L’amnistia costituisce una causa di estinzione del reato, mentre l’indulto è una causa di estinzione della pena: pertanto, con l’amnistia lo Stato rinuncia all'applicazione della pena, mentre con l’indulto si limita a condonare, in tutto o in parte, la pena inflitta, senza però cancellare il reato. Amnistia e indulto sono provvedimenti generali ad efficacia retroattiva e, come tali, si distinguono dalla grazia , che, invece, è un provvedimento individuale.
Amnistia e indulto vengono concessi con una legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera in ogni articolo e nella votazione finale (art. 79, co. 1, Cost.); mentre, prima dell’entrata in vigore della l. cost. n. 1/1992 (che ha modificato il testo dell’art. 79 Cost.), erano concessi dal Presidente della Repubblica, previa legge di delegazione da parte delle Camere. 
Il fortissimo innalzamento del quorum di votazione (dalla maggioranza semplice a quella dei due terzi, superiore a quanto richiesto nel procedimento di revisione costituzionale ex art. 138 Cost.) ha reso molto più difficile il ricorso a questi istituti e, dal 1992 sino ad oggi, vi è stato un solo caso di applicazione dell’art. 79 Cost. (l. n. 241/2006), mentre dal 1948 al 1992 vi erano stati oltre quaranta provvedimenti legislativi di clemenza. 
Amnistia e indulto non si applicano ai reati commessi dopo la presentazione del disegno di legge (art. 79, co. 3, Cost.). Sulle leggi di amnistia e indulto, infine, non può essere proposto un referendum abrogativo (art. 75, co. 2, Cost.).
Fonte: Treccani.it

 E inoltre: l’indulto non estingue le pene accessorie, a meno che la legge di concessione non disponga diversamente e neppure gli altri effetti penali della condanna, mentre l'amnistia estingue il reato.

E per finire: il parere di Gad Lerner

Batti un colpo



Sinistra se ci sei batti un colpo!

E i militanti, forse, anche senza forse, molto più dei leader rispondono sempre! col voto, con l'impegno sociale e politico, col lavoro volontario: tutti depravati masochisti, in attesa del calcio in culo di mussoliniana memoria?

Ed ecco che anche a Padova continuano ad avvenire i miracoli dei frenetici preparativi, delle giornate di lavoro volontario, delle notti insonni, dell'impegno gratuito, per offrire occasioni di incontro e di condivisione ad amici e no, a compagni e no, in una parola a tutta la cittadinanza. 

Apre al Parco Fistomba, Sinistra Ecologia e Libertà dal 24 al 30 agosto, con una festa molto sinistra, ricca di dibattiti di altissimo livello politico e culturale. 

Da segnalare tra le altre cose, i dibattiti sul piano SEL per il lavoro e su religione società e politica in tempo di crisi e, per concludere,  il confronto tra G. Migliore, capo gruppo SEL alla Camera e il ministro Zanonato. 




















Festa bagnata, festa fortunata!

Risponde il PD dal 31 agosto al 16 settembre con Futura, la festa provinciale, che ritorna nella storica sede di Prato della Valle.

venerdì 23 agosto 2013

dopo l'otto settembre




Dopo l'otto settembre..

ci toccherà  anche il nove settembre? 







La sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna di Berlusconi a quattro anni (tre condonati dall'indulto del 2006) per frode fiscale è stata trasmessa l'8 agosto in Senato, camera di appartenenza dell'ex cavaliere. 
Il 9 settembre, nella giunta per le elezioni e le immunità parlamentari, presieduta da  Dario Stefàno di SEL,  il senatore relatore Andrea Augello, del Pdl, dovrà avanzare la sua proposta sulla decadenza dell'ex premier.  La relazione dovrà essere votata dalla Giunta - dove la maggioranza è per la decadenza - per poi passare in Aula per il voto finale. Lo scrutinio potrebbe essere segreto, se questa modalità venisse richiesta da almeno 20 senatori. Il voto finale dell'Aula potrebbe arrivare tra fine ottobre e i primi giorni di novembre. 
La decisione sulla decadenza potrebbe rendere inutile la parallela discussione sull'eleggibilità di B. in Molise.

In questi giorni, verificata la non volontà del Colle di fornire alibi, infuriano le pressioni, le minacce e i ricatti al di là dell'osceno: B. va salvato, anche se condannato, perché è stato votato da nove milioni di italiani, un pò come Provenzano perché anch'egli ha molti seguaci e dà fiato a un'economia, un pò delinquenziale, ma solida, con agganci in tutto il mondo! L'agibiltà politica, come l'agibilità mafiosa! (M. Travaglio)

Fiato sospeso, dunque, per il governo, per le imprese, per i precari, per i comuni che attendono lumi sulla Tares e l'IMU e sull'allentamento del patto di stabilità, per i cittadini che reclamano una nuova legge elettorale, in una parola per l'Italia intera.

A chi dare la colpa? sicuramente i nove milioni di italiani che, convinti o turandosi il naso, hanno votato PDL, questo PDL, questa destra, che poi destra non è, non sono da ringraziare. 
Ma neanche chi, per calcoli di futuribili iperuranee maggioranze e per indifferenza verso la base della sinistra, che non è fatta da sciocchi e depravati (come taluni suoi leaders) ha congelato dieci milioni di voti non è esente da colpe. 
Come non condannare, poi, chi si è infilato da solo nel tunnel delle alleanze oscene, mostrando per la propria base, quella che lotta ogni giorno, che ha ideali, il medesimo disprezzo di Grillo. 
Il PD viene definito come l'unico partito esistente in Italia, sia per l'organizzazione diffusa, sia per l'assenza di un "padrone" che in misura diversa caratterizza tutti gli altri, SEL inclusa. 

Questo può non piacere, e a me non piace, però non si può fare a meno di tenere gli occhi puntati su questo gruppo, eterogeneo, tormentato dalle ambizioni personali, dai padri ingombranti, dai giovani scalpitanti, da molti scheletri nell'armadio, il PD (meno S!), capace di perdere a scopa con il sette bello in mano, di bocciare un'icona della sinistra costituzionalista come Rodotà e un uomo dell'europa come Prodi. 

Se il Pd fallirà anche la prova di settembre, sfoderando il meglio dei suoi franchi tiratori nel segreto dell'urna, non ci saranno più speranze: avranno ragione gli sfascisti, gli astensionisti, gli sfiduciati e purtroppo anche  la Merkel!   

Dopo l'otto i libri di storia potranno ricordare anche il nove settembre!    

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