domenica 10 luglio 2016

Controcorrente, l'informazione del XXI secolo


Un caso da manuale




Veramente sfortunato quel Mancini! se invece di nascere nella fottutissima cittadina della provincia agricola che si permette di avere anche un teatro e un conservatorio, fosse nato nel civilissimo Texas, adesso non si troverebbe nei guai. Probabilmente avrebbe avuto anche una pistola e non avrebbe dovuto rischiare di fratturarsi la manina per dare la meritata lezione ad un nero che aveva alzato la testa. E quest'ultimo, possedendo probabilmente anch'egli una pistola, avrebbe permesso al primo di cavarsela a priori senza nemmeno essere incriminato.
Ma purtroppo per lui non siamo nel Far-West e dopo avere allegramente redarguito un nero che mangiava a sbafo con i suoi mitici 35 euro al giorno, coperto dal fottuto buonismo di un pericoloso ecclesiastico, che non dedica le sue principali attenzioni ai minorenni, ma ai maledetti profughi, adesso sarebbe un libero giustiziere regolarmente armato.
Invece gli è pure toccato di essere arrestato da una donna! Povera Italia!!  


Bene, fine del paradosso- lo esplicito per gli eventuali lettori frettolosi- e passiamo al peggio.
La vicenda Mancini-Chibi Namdi, oltre al razzismo latente, i cui mandanti morali siedono in parlamento e sproloquiano ovunque, scoperchia anche una terribile falla dell'informazione in Italia. 
Dopo il delitto e l'arresto dell'omicida (che tale resta, indipendentemente dalla dinamica dei fatti) si scatena la tifoseria, alimentata dalla superficialità della moderna informazione. 
Un giornalucolo, un tempo quasi serio, quando si doveva opporre allo strapotere "rosso"- intendo il Carlino- intervista una nota propalatrice di false testimonianze e titola in grande "testimone ribalta la versione dei fatti". Verifica dell'attendibilità del personaggio, regola numero uno del giornalismo d'antan: zero. 
E la storia continua precipitando a rotta di collo nella spirale delle informazioni non verificate: ormai i giornalisti lavorano solo sul web e.. anche l'HuffingtonPost riprende la notizia. I siti razzisti, tipo ImolaOggi, perennemente impegnati nella diffusione di notizie che facciano sembrare l'Italia ormai invasa da delinquenti extracomunitari, rilanciano sul web. Poi Facebook, o meglio il cervellone che lo controlla, fa la sua parte; a ciascuno in suo: a chi ha tendenze di destra o si è soffermato in passato su ImolaOggi o VoxNews o Primato Nazionale o semplicemente sul profilo del portatore di felpe, si propina lo pseudo scoop della testimonianza decisiva, agli altri, i buonisti del c@@@o (ma come farà l'algoritmo a individuarli con tanta precisione?),  gli articoli di ripulsa morale. 
Infine si scatenano gli imbecilli del Web con i commenti  e il gioco  è fatto: la disinformazione è servita. Troppo difficile muovere le chiappe e andare a sbirciare gli atti, magari attraverso la compiacenza di un questurino o di un avvocato amico: roba da ventesimo secolo.. 
Ah, dimenticavo: dalle "stelle" silenzio siderale, appunto. Serietà? difficoltà a schierarsi su una vicenda che mette in gioco un problema sentitissimo dalla "ggente" e come ti muovi sbagli? rispetto delle istituzioni giudiziarie? ogni ipotesi al momento è buona.   

Articoli correlati: 
Sono un buonista

domenica 3 luglio 2016

Buona domenica



Maledetti islamici, maledetti israeliani,





...che vogliono cambiare le regole dell'odio.
Quando stamattina ho appreso dalla rassegna stampa dell'ulteriore titolo di Libero "maledetti islamici", come un riflesso condizionato,  la memoria è andata a Daniel Barenboim, che dal 1999 raccoglie giovani musicisti provenienti da tutto il medio oriente (Israele, Palestina, Libano, Giordania, Egitto, Siria, Iran). Non credo che ci sia niente di meglio, in luogo di un'inutile replica ai professionisti dell'odio, per dimostrare che le utopie, il perseguire quello che è o appare impossibile, talvolta si realizzano e in genere muovono il mondo. Stando a sentire gli altri, gli sciacalli dell'odio, saremmo ancora all'età della pietra o del coltello come piace ai terroristi, che altro non sono che l'immagine speculare dei primi.
"Un’utopia di bellezza dentro cui scoprirsi finalmente umani, rimpiazzando l’ignoranza con la  comprensione e immaginando un futuro di convivenza pacifica". È questa una delle tante definizioni che il grande pianista e direttore d’orchestra Daniel Barenboim ama dare della West-Eastern Divan. Quindi buona domenica, buon ascolto (la qualità musicale non è affatto banale) e soprattutto buona visione: le immagini, incluse quelle iniziali di Ramallah e del pubblico, dicono più di tante parole.   




PS.  L'utopia della Divan Orchestra prosegue col progetto Barenboim-Said Akademie, finanziato in gran parte dal governo federale tedesco, che ha visto la realizzazione nel cuore di Berlino, di un complesso di oltre 6.500 metri quadrati che ha al suo interno una sala concerti da 620 posti. L’Accademia accoglierà ogni anno, a partire dall'autunno del 2016, 90 giovani musicisti arabi ed israeliani, ai quali verrà offerta una borsa di studio e la possibilità di frequentare un programma universitario quadriennale di musica e arti umanistiche. “Aspiriamo alla totale uguaglianza fra i popoli di Israele e Palestina – spiega il maestro Barenboim – ed è per questo che suonare insieme ci sembra un buon punto di partenza, per dimostrare che l’essere umano ed il suo senso di libertà possono andare oltre qualsiasi differenza”.


sabato 2 luglio 2016

Controcorrente, compagni di strada?




Crociere nel mar d'Africa






Due giorni fa si sono concluse le operazioni di recupero del barcone  che ha trascinato in fondo al mare tra la Libia e Lampedusa diverse centinaia di migranti.
Ieri, durante una trasmissione radiofonica, non di radio Padania, ma della terza rete, (Qui per riascoltarla), si è scatenata una inaspettata bagarre quando è stato trattato appunto il tema del recupero della carretta del mare,  in seguito alla telefonata di un ascoltatore. La trasmissione è condotta con particolare apertura ai fatti contemporanei, corredata di quotidiane testimonianze di ospiti di alto profilo e si suppone seguita da un pubblico particolarmente aperto e attento.    
Si è avuta così la spiacevole conferma di come i germi gettati dai profittatori della paura e del disagio si siano sparsi in ogni direzione, come agenti patogeni in una popolazione con un basso livello di protezione vaccinale. 
Una certa politica ha dato voce alla parte peggiore dell'Italia che covava sotto le ceneri del perbenismo della maggioranza silenziosa, mai completamente liberatasi dalle pesanti scorie del fascismo
La rete, poi, ha dato all'imbecille il potere di dire ciò che vuole, come ha sempre fatto al bar ma con molta minore risonanza.
La sensazione è di essere  ormai straniero in patria, in quella più ampia, oltre che in quella politica, genericamente definibile sinistra. 
Mi è difficile rassegnarmi a dover condividere con taluni l'aria, le strade, il cielo e il mare e, terra terra, il percorso politico. 
Complice l'innegabile crisi economica e sociale, c'è chi si arricchisce "politicamente" (e talvolta non solo) sfruttando le reali paure e le incertezze della gente. Poi ci sono quelli che "le paure vanno ascoltate, non si può fare finta di niente, altrimenti se ne impadroniscono gli altri". Così si assiste a campagne elettorali di sindaci perbene, sedicenti di sinistra, che si impegnano a non fare arrivare mai migranti e rifugiati nella loro ridente e privilegiata cittadina. Lo devono fare altrimenti non verrebbero eletti, ma dopo l'elezione temo che si sforzino di mantenere almeno questa promessa tra le tante che saranno disattese. Poi ci sono quelli che stanno sempre con i piedi su due staffe, un po' dentro un po' fuori all'Europa, un po' con i migranti un po' contro, sempre e comunque contro i rom perchè tanto stanno sulle palle a tutti,  un po' contro l'Italicum, un po' chissà, aspettando che Renzi si sputtani da solo... 

Ecco di seguito una raccolta degli interventi tratti dal sito di Radio 3.

LA SPESA X IL RECUPERO DEI CADAVERI E ” TALMENTE FORTE CHE NOI ITALIANI A 500E. AL MESE NE SIAMO “COLPITI” !! DA MILLENNI I MARI SONO ”IL RIPOSO” DEI DECEDUTI SIA X LE GUERRE CHE PER MAREGGIATE!! (X FAVORE RISPONDA !!)LUCIANA

Il ” principio etico” secondo cui i corpi dei migranti in fondo al mare vanno recuperati e seppelliti non è per niente universale. Basta pensare a chi preferisce cremare i propri cari e spargerne le ceneri in mare. Il problema dei costi non è affatto squallido e immorale: ogni euro potrebbe essere speso in maniera alternativa. Io sono convinto che sarebbe molto meglio spenderli per assistere i sopravissuti e temo proprio che quei soldi siano stati sottratti a fondi a scopo umanitario. I giornalisti “moralisti” dovrebbero invece informarci sulla provenienza di quei soldi e su chi ha preso quella discutibilissima decisione. Geri

la Pietas é alle fondamenta della vita civile della nostra civiltà. Consalvo da roma.

È difficile pensare di dare dignità ai morti che ai nostri occhi privilegiati non avevano dignità neanche da vivi. Silvia

Cosa hanno del sentimento di umanità gli autori di questi messaggi? Che miseria! Diana

Recupero barcone: offensivo nei riguardi di molti italiani in difficoltà. Sepolture sempre fatte in mare. Rosy

Che strano popolo siamo. Giriamo la testa davanti agli sprechi vergognosi che vediamo quotidianamente, ma poi ci indignamo per quello che è forse uno “spreco “‘ che però ci fa onore!! Giusi.

“Eppure lo sapevamo anche noi l’odore delle stive, l’amaro del partire, lo sapevamo anche noi. E una lingua da disimparare e un’altra da imparare in fretta prima della bicicletta, lo sapevamo anche noi. E la nebbia di fiato alle vetrine, il tiepido del pane e l’onta di un rifiuto. Lo sapevamo anche noi questo guardare muto” (Gianmaria Testa) A tutti i migranti, di tutti i Paesi, di tutti i tempi… Giannina

La sepoltura in mare è un’antica tradizione. Non c’è una motivazione che giustifichi andare a cercare dei corpi che hanno già trovato sepoltura in fondo al mare. Corrado

La domanda sui costi di sepoltura dei migranti ha senso solo se la stessa cifra si volesse spendere per salvare migranti vivi. A volte in Italia si rispetta più la morte che la vita, retaggio della religione cattolica. titta

Io trovo orrendo ridurre tutto all'economia, pensare sempre ai costi di ciò che si sta facendo come se ogni azione fosse solo un rapporto tra costi e benefici. Come se lo stare nel mondo non fosse un rapporto tra la gioia di esserci e i doveri di esserci. Paolo Aina Milano         

BRAVA ITALIA ! Il recupero del barconi con i migranti morti dal profondo del mare è una grande impresa degna di vero paese civile e solidale mi sento orgogliosa di essere italiana grazie t. C. Genova              

Non ci sono soldi x sanità pensioni manutenzione strade incentivi allo sviluppo riduzione del debito. Ma ci beiamo di aver recuperato il relitto di un barcone naufragato nelle acque libiche. Quanto è costata questa scellerata scelta demagogica? M.chiara            

Si conosce il costo del sollevamento del traghetto affondato e del riconoscimento delle vittime? Grazie. Maria               

Va bene dare sepoltura ai 700 naufraghi,sarebbe stato meglio impedire che morissero dando loro possibilità di vita al loro paese Franco

Recupero in mare dei corpi dei migranti. La paghiamo noi, ma è un minimo di umanità che dobbiamo a loro. Abbiamo un debito enorme verso di loro. Chiediamoci invece quanto ci costa mantenere le mafie che organizzano questo immondo commercio di schiavi. Giovanna. Ravenna.

Per la pietà dovuta ai morti rileggere Antigone rivedere L’arpa birmana riascoltare De André. Isabella

E più “offensivo” e “imbarazzante” Lei che fa l’umanista ma non deve pagare di persona in termini di tagli drastici al welfare (che Lei non vive sulla sua pelle, avendo l’assicurazione sanitaria dei giornalisti e il trattamento pensionistico dei giornalisti) come gli italiani (ancora) vivi che vedono usare le scarse risorse per riesumare dei morti sepolti in mare, che è la sepoltura di tanti lavoratori marittimi italiani, uno disperso anke in questi giorni. Franco

Ma tutti i morti nelle battaglie navali di tutte le guerre del passato? E quando si moriva durante i viaggi per mare quando i viaggi duravano mesi? Non facciamo retorica sui nomi, per favore. Fiora

Purtroppo credo che se fossero stati nostri parenti ci saremmo battuti per il recupero( ho constatato questo atteggiamento in altri contesti). Nazzareno

Non solo x i morti ma soprattutto x i vivi che hanno perso i loro cari è importnte il recupero delle salme, x aiutarli così alla loro elaborazione del lutto, Andrea

si spendono milioni x recuperare i morti o x ammassare vivi in orrendi campi di raccolta…..tutto x lavarci la coscienza…quando si iniziera’ veramente la politica x la vita….??? meno ipocrisia meno populismo piu ”concretezza please….Betty da Venezia

I conti vanno fatti sempre e comunque. Non è ragionierismo, è responsabilità del denaro pubblico. Si fanno i conti e poi si decide cosa fare, prendendosi le responsabilità. Altrimenti l’irresponsabilità diventa sistema, come già è in Italia, e la retorica fa gioco con la truffa. Personalmente sono d’accordo con l’operazione di recupero, ma la vostra retorica, Bulzoni compreso, è davvero eccessiva. Bisogna ragionare e far ragionare. Simone

Sì, tutto bene…l’umana pietà ecc. ecc. Ma ormai siamo tutti sospettosi: chi ci guadagna? Recuperiamo i morti in mare, ma cosa si fa per evitare che si uccidano gli esodati, i senza lavoro, ecc.? E quando abbiamo avuto le nostre guerre, di certo non siamo scappati in altre nazioni. C’è qualcosa che non funziona in tutto ciò, interessi, ecc. Roberta e Roberto / Scicli

Non voglio che le mie tasse siano buttate così.che follia,mi passa la voglia d’essere di sinistra, poi ci si lamenta dei rigurgiti razzisti e dello sfascio dell’Europa.quanta retorica..

Sembra Radio Padania. Grazie a questi ascoltatori senza paura di suonare politicamente scorretti. L’ascoltatore che parla di “filiera dei clandestini ” mi toglie le parole di bocca. Complimenti per la trasmissione intellettualmente onesta. Michele Biella

Bisogna chiedere a questa gente che pensa solo a pochi miseri milioni, con i quali lo Stato non risolverebbe nessun problema, se avessero una figlia là sotto, se sarebbero della stessa opinione..

Credetemi ,con il cuore in frantumi,io se avessi perso un figlio un mio caro vorrej che fosse lasciato riposare assieme agli altri sventurati nel mare che era la vita ma gli ha inghiottiti ed ora gli tiene in una culla di pace. Teresa

‘lascia che i morti seppelliscano i loro morti’ (mt, 8, 21) bisogna salvare i vivi finché c’è tempo,c’è altro dolore che incombe,quello del prossimo. Sì anch'io penso che sia stato uno spreco inutile. Rosa

Il Piccolo Comune di Tarsia in Calabria ha deciso nel 2015 in accordo con Regione e Governo la costruzione di un cimitero x le centinaia di migranti in fuga morti nel mare. Cimitero vicino al campo di concentramento del paese che ospitò 3000 ebrei durante la guerra. Tutti si salvarono grazie alla protezione delle persone di Tarsia. Il cimitero dei migranti verra’ inaugurato il 3 ottobre giornata della memoria dei migranti morti nel Mediterraneo. Tina roma

Articoli correlati:




Informazioni

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Parte delle immagini, loghi, contributi audio o video e testi usati in questo blog viene dalla Rete e i diritti d'autore appartengono ai rispettivi proprietari. Il blog non è responsabile dei commenti inseriti dagli utenti e lettori occasionali.