martedì 2 settembre 2014

Parole di scuola: R come Ripetente



A come analfabeta; B come banco; C come collegio docenti, consiglio d'istituto, continuità; D come dirigenteE come etica, empatia, esami; F come finanziamenti; G come GenitoriH come handicap; I come insegnante, le tre I; L come LIM; 
M come media;   N come numero; O come opportunità; P come professoreP come presideQ come qualità; R come Riforma, ripetente; S come semi; T come terremoto; U come unico; V come valigia; Z come zaino, zerbino.











R come Ripetente














In attesa dell'ora X che scoccherà domani, mercoledì 3 settembre, con l'annunciata riforma della scuola, è opportuno riflettere sui dati della dispersione scolastica; qualsiasi riforma che non affronti di petto l'annoso problema, sarebbe solo il suggello degli sprechi e delle velleità degli ultimi vent'anni. Evidentemente non hanno funzionato le famose tre "I" di berlusconiana memoria, nè i book della Moratti, nè tanto meno i tagli lineari della coppia Gelmini-Tremonti, nè le LIM e quant'altro. 
Il malessere della scuola si taglia ormai a fette e interessa  il corpo docente, gli alunni, i genitori, le imprese che si vedono arrivare incompetenti. Il governo Renzi deve dimostrare che l'interesse per il "problema scuola" non è solo di interesse propagandistico, ma è connaturato all'immagine e alla sostanza riformistica che esso vuole darsi. Un ulteriore fallimento parolaio e velleitario segnerebbe il de profundis per un malato ormai allo stadio terminale.

Di seguito sono analizzati i dati della dispersione, dove con questo termine si intende la somma degli alunni che, entrati nella scuola secondaria superiore, non hanno concluso il proprio ciclo di studi. 





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