venerdì 31 maggio 2013

Il voto a mestrino



Analisi del voto a Mestrino
Confronto con le precedenti amministrative e con le politiche del 2013

Piaccia o non piaccia a vincitori e vinti, questi sono i numeri!
Uscite dal campo le rispettive tifoserie, questi numeri, che nulla tolgono ai vincitori e nessun alibi danno agli sconfitti, debbono indurre tutti a una seria riflessione sulla rappresentanza, sulle possibilità di recupero dei delusi e disgustati. Questi ultimi non sono stati raggiunti e convinti, né dalle mail, né dagli spietati porta a porta di alcuni, né dal web, né dai gazebo, né dalle assemblee! 
E' un impegno bipartisan o per meglio dire "tripartisan"!




giovedì 30 maggio 2013

Partiti e territorio, di Ilvo Diamanti






Il riscatto dei partiti

Pdl e M5S soffrono l'assenza dei leader comunali. Base e tradizione così il Pd vince sul territorio. Nel centrodestra i soggetti più radicati si sono indeboliti. Al Sud An si è liquefatta, mentre al Nord la Lega si è disintegrata


di ILVO DIAMANTI

L'esito di queste consultazioni, per quanto ancora provvisorio, è dettato da motivi prevalentemente locali. Dovrebbe, dunque, rammentare ai soggetti politici "nazionali" l'importanza del "territorio". Che tende, invece, ad essere rimosso.

In questa occasione, infatti, hanno vinto, anzitutto, i "partiti" che dispongono di candidati credibili. Di personale, volontari e militanti attivi. Ma anche di tradizioni e valori sedimentati, sul territorio. Così si spiega, anzitutto, l'affermazione del Pd e del Centrosinistra. Che si sono affermati in 5 comuni capoluogo su 16. E andranno al ballottaggio in altri 10. In posizione di vantaggio anche in alcune città dov'era al governo il Centrodestra, come Treviso, Imperia, Iglesias, Brescia, Viterbo, e, anzitutto, Roma. Il Centrosinistra si è presentato, in prevalenza, unito. Il Pd, cioè, si è alleato con i partiti di Sinistra. Talora, anche con quelli di Centro. Nel Centrodestra, parallelamente, il Pdl si è alleato con la Lega, nel Nord, e con altre formazioni di Destra. Mentre il M5S si è presentato da solo. Dovunque.

Il rapporto con il territorio, peraltro, ha ridimensionato le novità emerse alle elezioni politiche di febbraio. Ciò appare chiaro se facciamo riferimento alla "simulazione" pubblicata lunedì. Dove l'esito delle consultazioni amministrative era stato elaborato (dal Laboratorio elettorale LaPolis-Università di Urbino) "come se" si votasse allo stesso modo che alle politiche. La differenza rispetto ai risultati "reali" appare evidente. In particolare, si osserva un ritorno del bipolarismo, che ha caratterizzato la Seconda Repubblica, fino alle recenti elezioni politiche. Riflette il dominio, in queste consultazioni, dei due partiti maggiori e delle coalizioni raccolte intorno a loro. E il contemporaneo arretramento del M5S. Nelle sfide per i sindaci, infatti, il M5S è andato al ballottaggio solo in 3 comuni oltre 15mila abitanti. Mentre, se il voto avesse riprodotto quello dello scorso febbraio, oggi sarebbe in corsa in 53. Quasi dovunque, invece, la sfida si giocherà fra Pd e Pdl: Centrosinistra e Centrodestra. Che si affronteranno direttamente, con i loro candidati sindaci, in gran parte dei 66 comuni (maggiori). Nel complesso, nei Comuni maggiori, il Pd e il Centrosinistra hanno, dunque, ottenuto, sin qui, un esito positivo  e imprevisto. Hanno, infatti, eletto 15 sindaci. Il Pdl e il Centrodestra 5 (1 la Lega da sola). Il M5S nessuno. In termini percentuali, il Pd e gli alleati, rispetto alle politiche sono cresciuti di quasi 8 punti, il Pdl e il Centrodestra di circa 5. Il M5S, invece, ne ha perduti quasi 17. Cioè: i due terzi. (Peraltro, in valori assoluti, tutti i partiti hanno subito un arretramento più o meno sensibile  -  visto il calo della partecipazione elettorale.)


Da ciò un "rischio interpretativo": trattare come equivalenti le elezioni politiche e quelle amministrative. Considerare, dunque, il voto locale come "conseguenza" di quel che è avvenuto e avviene a livello nazionale. Interpretare, quindi, il successo del Pd sul Pdl come il differente effetto delle "larghe alleanze" sugli orientamenti degli elettori. E leggere nel risultato amministrativo del M5S la sanzione alle strategie del (non) partito di Grillo in Parlamento. Al suo rifiuto di ogni alleanza, in particolare: con il Centrosinistra. 


D'altronde, il dibattito dentro e intorno ai partiti  nazionali  segue questo schema. Così, nel Pd si festeggia, mentre nel Pdl emergono dubbi e perplessità. Nella Lega si tace. E nel M5S Beppe Grillo se la prende con gli elettori ingrati, che "scegliendo Pd e Pdl hanno imboccato una via senza ritorno". 

Ma le scelte di voto alle amministrative e alle elezioni politiche non hanno lo stesso segno. Non sono coerenti, né, tanto meno, conseguenti. Semmai, andrebbero lette in modo inverso. Dal basso verso l'alto. Per sottolineare l'importanza dell'organizzazione politica sul territorio. 




Il buon risultato del Pd e del Centrosinistra, dunque, dipende dalla loro capacità di mobilitazione sociale, già verificata alle primarie  -  recenti e passate. Dipende, inoltre, dai candidati sindaci e consiglieri presentati in lista. E dal senso di identità degli elettori, sedimentato nel tempo, riprodotto dalle reti comunitarie e associative. Dipende, cioè, dalla presenza del partito. In ambito territoriale, dove il Pd c'è ancora, per quanto indebolito, resiste. 

Il Pdl molto meno. La sua identità "dipende" da Silvio Berlusconi. E quindi funziona alle elezioni nazionali. Molto meno in ambito locale. Come il M5S, che si riflette nella figura di Beppe Grillo. E, per la comunicazione, si affida alla Rete. Mentre in ambito locale non dispone ancora di persone, militanti, attivisti conosciuti e affidabili. 

Nel Centrodestra, invece, i soggetti più radicati e organizzati, sul territorio, si sono indeboliti. La Lega nel Nord: dis-integrata. An nel Sud: liquefatta nel Pdl. Così, le elezioni amministrative dimostrano e anzi confermano che i "partiti", come canali di partecipazione e di formazione della classe dirigente, radicati a livello sociale e territoriale servono. E anche per questo il Centrosinistra governa in tutte le principali città italiane. Ad eccezione di Roma. Fino ad oggi, almeno. 


Per questo, occorre cautela nel generalizzare il significato del voto amministrativo. Dare il M5S per "affondato", il Pdl in difficoltà e il Pd rilanciato. Come ai tempi delle mitiche primarie. (Guai, soprattutto, se a crederci fosse il gruppo dirigente centrale.) 


Tuttavia, questa consultazione avrà, sicuramente, effetti politici nazionali. Contrastanti, però. Rassicurerà la maggioranza di governo. Per ora. Ma nelle prossime due settimane le cose potrebbero cambiare sensibilmente. Perché il M5S, presumibilmente, reagirà al clima di "sconfitta" che rischia di avvolgerlo. Perché ai ballottaggi si scontreranno Pd e Pdl. Quasi ovunque. E anzitutto a Roma. I principali alleati di governo. Uno contro l'altro. Alla conquista della capitale e di molte altre importanti città. 


Così il significato del voto locale rischia di venire "nazionalizzato". Ricacciando, definitivamente, il "territorio" alla periferia di Roma.

mercoledì 29 maggio 2013

Istituto Cattaneo- Analisi del voto

Elezioni amministrative 26-27 maggio 2013

Tutti i partiti perdono consensi rispetto alle precedenti elezioni politiche e  regionali.  Crolla il M5s e anche il Pdl, il Pd e la Lega. Tiene la Sinistra.

L'analisi del voto dell'istituto Cattaneo riprende il tema trattato ieri a proposito di Mestrino: chi ha vinto, ha vinto solo in base alle percentuali dei votanti di domenica scorsa. Tutti, o quasi, hanno perso in termini di consenso effettivo, nell'arco dei tre mesi che ci separano dalle politiche di febbraio. I partiti possono sostenere qualsiasi cosa, anche che le larghe intese pagano, Grillo può sostenere di avere stravinto, se compara i dati a quando il M5S non esisteva, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: siamo di fronte ad una crisi spaventosa di rappresentatività e di credibilità della politica. Bisogna ripartire da zero, fare piazza pulita degli apparati, delle lobbies, delle cosche nazionali e locali. E questo, a mio parere, lo può fare solo una sinistra rifondata dal basso, possono farlo solo gli amministratori locali che sono radicati nel territorio e che rispondono in prima persona agli elettori (quando questi non si fanno prendere in giro..), può farlo chi lavora quotidianamente non sugli slogan, ma sui problemi reali. PM

L’Istituto Carlo Cattaneo di Bologna ha effettuato alcune elaborazioni dei risultati del voto amministrativo appena conclusosi per capire quanto i contendenti abbiano riscosso maggiori o minori consensi rispetto alle analoghe precedenti elezioni amministrative nonché alle regionali e alle politiche dello scorso febbraio.
Nella nostra analisi, relativa ai 16 comuni capoluogo in cui si è votato, non facciamo riferimento alle percentuali su voti validi – come di consueto viene fatto – ma ai voti in assoluto presi dai partiti e dai candidati. Le variazioni temporali sono presentate sia in valore assoluto che in valore percentuale con riferimento ai valori di partenza: se un partito passa da 150.000 voti a 135.000, diremo che ha perso 15.000 voti pari al 10% dei suoi voti iniziali.
Dall’analisi dei dati emerge che sia i partiti di centro-sinistra sia quelli di centro destra perdono molti consensi. Tuttavia il centro-destra, Pdl e Lega Nord insieme, ha subito una contrazione maggiore (vedi tabella 1).

Sinistra
Nelle 16 città analizzate le forze che fanno riferimento ai partiti a sinistra del Partito democratico (Sel e Sinistra arcobaleno, Rif. Com.) hanno incrementato del 8,8% i consensi rispetto alle politiche del 2013, mentre un avanzamento molto più significativo c’è stato in comparazione con le regionali del 2010 (+25,2%).
Per quanto riguarda i partiti, il Partito Democratico ha subito una contrazione pari al 63% dell’elettorato che lo aveva scelto nel 2013 alle politiche (pari a un decremento di 243.000 voti); rispetto alle elezioni regionali sempre del 2010 (2013 per Lazio) la contrazione è stata leggermente inferiore, ma pur sempre significativa (una perdita che si attesta attorno al 47,6%) (–183.000 consensi).

Il Popolo della Libertà ha perso una quantità di consensi che richiama la dinamica subita dal Pd:  –65,8% rispetto alle politiche del febbraio scorso (-163.000 voti), mentre rispetto alle precedenti regionali il partito di Berlusconi ha visto ridursi i propri voti del 46,5%, pari a – 115.000 elettori.

La Lega Nord ha perso la metà dei propri consensi ricevuti alle politiche del 2013 e alle comunali scorse ha raccolto soltanto un terzo dei voti delle regionali 2010.

Il Movimento 5 stelle, vera novità delle scorse elezioni politiche, ha subito un tracollo sia rispetto alle consultazioni di febbraio (raccoglie meno di un terzo dei voti ricevuti alle politiche), e se comparato al risultato delle regionali scorse, il consenso del partito di Grillo si riduce del 43%.

Se scorporiamo il valore del Comune di Roma, il cui peso elettorale incide notevolmente sull’intero campione dei comuni capoluoghi di provincia considerati, la flessione del Pd si riduce nelle proporzioni (–45% rispetto alle politiche e –21% rispetto alle regionali); viceversa, si accentua notevolmente la contrazione elettorale del Pdl (perde oltre la metà del proprio elettorato conquistato alle politiche e circa i due terzi rispetto alle regionali)


Tabella 1. Il voto per aggregati di coalizione e partiti (2013 comunali vs. 2013 pol; regionali 2010, 16 comuni capoluogo).


Sinistra
PD
M5S
PDL
Ln
Destra
Comunali 2013
111.2
384.6
165.8
247.5
14,8
12.0
Com-pol (v.a.)
9.8
-243.3
-415.7
-162.9
-16.3
-39.4
Com-pol (%)
8.8
-63.3
-250.8
-65.8
-109.8
-329.7
Com-reg (v.a.)
28.1
-183.0
-71.5
-115.1
-46.9
-53.7
Com-reg (%)
25.2
-47.6
-43.1
-46.5
-346.8
-448.9


Note alla tabella.
le città prese in considerazione sono:
Nord: Brescia, Imperia, Lodi, Sondrio,Trento, Vicenza.
Zona rossa:Ancona,Massa, Pisa, Siena.
Centro-Sud:Avellino, Barletta, Iglesias, Isernia, Roma, Viterbo.

Valori assoluti espressi in migliaia di voti.
I dati relativi alle elezioni regionali si riferiscono alle regionali del 2010; per le città di Roma, Viterbo si riferiscono alle regionali del 2013; per la città di Isernia si riferiscono alle regionali del 2011 e alle comunali del 2012.


Analisi a cura di Gianluca Passarelli e Enrico Galli

martedì 28 maggio 2013

Voti di preferenza


Elezioni comunali, 26 e 27 maggio 2013 

Comune di Mestrino







I voti di preferenza e la composizione del consiglio


Vivi Mestrino  ha ottenuto il maggior numero di voti di preferenza individuali, in relazione al totale dei voti di lista,  dimostrando di essere fondata sulle persone, più che sulle appartenenze. E tanto per consolarci un altro primato: Barbara Bano, la donna più votata!

Vivi Mestrino
Lista Pedron
5 stelle
Voti totali 1645
Voti totali 2805
Voti totali 708
Bano
188
Fiorindo
267
Provenzano
36
Menallo
133
Agostini
211
Rampin
21
Gottardo
118
Tombolato
137
Scalabrin
20
Guerra
114
Piazza
118
Fiocco
17
Taccon
105
Rispo
113
Donato
16
Mantoan
101
Albanese
107
Lollo
15
Vettore
97
Lonigo
102
Stecca
14
Piva
80
Zambonin
101
Carmignotto S.
13
Meneghini
70
Stefani
94
Bigotto
12
Giacomini
69
Padovan
60
Maliziola
10
Rossetti
58
Sarasin
54
Carmignotto I.
10
Pianta
56
Carraro
51
Tosato
9
Ravazzolo
54
Lupatin
46
Sanvido T.
9
Pandolfo
52
Capparotto
26
Sanvido E.
9
Pedron
46
Lodovici
20
Racchelli
5
Corsini
40
Adrian
16
Tagliapietra
0
Totale pref
1381
Totale pref
1523
Totale pref.
216

Entrano in consiglio comunale: il sindaco vincente e i due candidati perdenti, più i primi undici eletti della lista Pedron, sino a Sarasin, e i tre consiglieri di opposizione di ViviMestrino Bano, Menallo e Gottardo.

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