lunedì 31 agosto 2015

Profughi, clandestini o....(1)






Esseri umani















La difficilissima questione della fuga di massa dall'Africa e dal medio Oriente andrebbe guardata con qualche elemento in più, rispetto a quelli emotivi, diretti in una direzione o nell'altra.  
Cercherò di farlo in questo e negli articoli seguenti partendo da un caso esemplificativo, quello del Mali, ai cui cittadini, arrivati fortunosamente sulle coste italiane, viene negata la protezione internazionale, facendoli diventare clandestini a tutti gli effetti. 

La posizione strategica del Mali, tra il Magreb e l'Africa equatoriale, un tempo, prima della colonizzazione,  fonte di ricchezza per la sua popolazione dedita al commercio e agli scambi.

La sicurezza nel Mali.
Nel 2013 la Francia promosse e guidò una missione internazionale per arginare la presenza nel nord del paese degli integralisti islamici. Di questa invasione nel territorio dei tuareg è testimone anche il bellissimo film di Sissako: Timbuctù.

In questo link un sommario resoconto della situazione a distanza di un anno dall'intervento.

La situazione attuale è invece ben descritta dalle informazioni del Ministero degli Esteri italiano, pubblicate il 19.08.2015:
In ragione della conclamata ed attiva presenza di gruppi terroristi e delle conseguenti minacce all’incolumità di cittadini occidentali (da ultimo il 7 agosto scorso nella città di Savarè un commando terroristico ha attaccato una struttura alberghiera causando diverse vittime anche fra cittadini stranieri), sono assolutamente da evitare viaggi nel Paese.
Il Mali attraversa inoltre una delicata fase di stabilizzazione post-conflitto ed è teatro di una missione militare internazionale sotto egida ONU. Le Autorità maliane stanno gradualmente, e non senza difficoltà, reinsediandosi nei principali capoluoghi settentrionali (Mopti, Gao, Timbuctu), rimasti per oltre un anno sotto il controllo di gruppi armati legati al narco-traffico e al terrorismo islamista (gruppi che restano comunque tuttora attivi). Preoccupante rimane la situazione in alcuni centri del Nord, tra cui in particolare Kidal e Menaka.

Dato tale quadro complessivo di sicurezza estremamente critico ed in continua evoluzione, nonché la costante, concreta minaccia di azioni ostili a danno di cittadini ed interessi occidentali, tutto il Mali, compresa la capitale Bamako (nella notte del 7 marzo 2015, un attentato in un bar frequentato anche da stranieri ha provocato morti e feriti), è pertanto da considerarsi a rischio, che diviene estremamente elevato nelle regioni a nord della capitale.

Ai connazionali tuttora presenti in Mali si raccomanda la massima prudenza, continuando a monitorare il presente portale e, per coloro che non lo avessero ancora fatto, segnalando la loro presenza sul sito DoveSiamoNelMondo per poter ricevere messaggi sms di aggiornamento da parte della Farnesina. Si suggerisce infine alle imprese italiane operanti nel Paese di valutare una momentanea sospensione delle attività e, in ogni caso, si raccomanda di adottare ogni possibile misura di sicurezza.


La situazione economica, 
da www.unimondo.org: 
Il Mali è uno dei più poveri Stati dell'Africa, anzi del mondo; ha un reddito pro capite molto basso, cui si accompagna, tra i molti fattori socio-economici che non meno drammaticamente attestano l'arretratezza del Paese, un elevato tasso di analfabetismo.
Profilo generale. Scarsissime sono le risorse naturali; il territorio è essenzialmente desertico, tanto che l'incolto e improduttivo ne costituisce poco più del 64%, e anche la presenza delle acque del Niger, che potrebbero rappresentare, ove adeguatamente sfruttate, una fonte di grande ricchezza sia ai fini della creazione di vasti comprensori agricoli sia per un poderoso utilizzo idroelettrico, è ben lungi dall'offrire un valido supporto all'economia del Paese. Ben poco fu attuato dal governo coloniale francese nel Mali, che pure aveva conosciuto in precedenza un periodo di relativa prosperità, quando era stato un'importante area di transito verso l'Africa Nera. (segue qui)

per saperne di più:

venerdì 28 agosto 2015

Cena dei popoli: Padova 6 settembre



Nona edizione, se non sbaglio, della cena dei popoli a Padova; quest'anno con  Giusi Nicolini, l'eroico sindaco di Lampedusa che ha rifiutato una candidatura di facciata al parlamento europeo, preferendo rimanere tra la sua gente. 
Farebbe bene a tanti, dalle nostre parti (intendo a Padova, sinchè non mi arriva il decreto di espulsione!) confrontarsi direttamente, anche solo per qualche ora, con il problema dei morti, degli sguardi disperati dei bambini, delle necessità più immediate. Solo così, dopo aver tirato fuori l'umanità che c'è in tutti, potremmo  parlare di tutto il resto. 
Detto questo, bisogna che chi deve, dai sindaci in su, faccia la propria parte, a livello locale, nazionale e internazionale, prima che il problema esploda in modo drammatico.  Dobbiamo imparare dalla Merckel?


mercoledì 26 agosto 2015

Regione Veneto, buoni libro




Informazioni utili












Nelle more delle comunicazioni ufficiali di scuola e comune, anticipiamo alle famiglie interessate che anche per quest'anno, in data 4 agosto,  é stato deliberato  dalla Regione Veneto il contributo per i "buoni libro". 
Il Bando riguarda gli studenti della secondaria di primo e secondo grado. 
Il requisito per l'accesso è il possesso di un reddito ISEE inferiore a € 10.632,94. Possono fare domanda anche le famiglie con reddito tra € 10.632,94 e €15.000, ma tali istanze saranno prese in considerazione solo dopo il finanziamento della prima fascia di richiedenti.
Termini: dal 9 settembre alle ore 12 del 9 ottobre, via Web.
Sito di riferimento e informazioni: clicca qui
Nota importante: le scuole e i comuni devono predisporre le postazioni di accesso a internet per le famiglie che ne fossero sprovviste.

Controcorrente: Vaccini e autismo



Potenza della rete


















"Ma quand’è che la sinistra ha perso la sua stella polare orientata al miglioramento delle condizioni di vita degli esseri umani e si è rintanata nel conservatorismo che si richiama a tradizione e natura, forse rassicurante ma certamente non progressista? L’atteggiamento che molte persone di sinistra hanno nei confronti di tutto ciò che è prodotto della ricerca scientifica e tecnologica – dagli ogm ai farmaci – è ormai spesso quello di un pregiudiziale rifiuto, del tutto avulso dai dati e dai fatti. Con grossi rischi per la ricerca, e per la salute." (Bencivelli-Pievani da MicrOmega)



Anche nel caso dei vaccini si potrebbe affermare, parafrasando Goebbels che "ripetendo una bugia, cento, mille, un milione di volte, questa diventerà realtà".
Questo è il meccanismo della disinformazione o dell'informazione pilotata, sia attraverso la carta stampata sia attraverso la tv. La rete (blog, fb, twitter e simili) non è da meno, anzi offre un canale privilegiato ai goebbels contemporanei, a causa della sua pervasività e della velocità con la quale le notizie vengono diffuse dalle suffragette del web, quando non da veri e propri programmi automatizzati.
Quindi assumono particolare valore, in questo caso anche di tutela della salute,  tutti gli interventi  di controinformazione e di appello alla razionalità. Ma non illudiamoci: se da destra l'etichetta di intellettualoide (cioè di banalissimo lettore di libri) e di sinistroide corre quasi più veloce di quella di "buonista", a sinistra non é da meno l'appeal  di una non meglio definita naturalità e della guerra a Big Pharma.
Bene hanno fatto  Silvia Bencivelli e Telmo Pievani, nell'ultimo numero di MicrOmega, a rivolgersi in modo critico anche a quel popolo cosiddetto di sinistra, orfano del progressismo, quello vero, e a ben vedere anche dell'ultimo residuo di razionalità.
Nel loro articolo ripercorrono in modo critico gli atteggiamenti della sinistra nei confronti di alcuni temi scottanti: l'ambiente, l'agricoltura, la sperimentazione animale, gli OGM e infine anche dei vaccini, che è l'argomento di cui mi interesso oggi.
Gli autori, tra l'altro, ricostruiscono in modo documentato la nascita della più grande e pericolosa bufala del Web che riguarda i vaccini e la loro correlazione con l'insorgere dell'autismo. Per chi non può leggere l'articolo completo, di seguito una breve sintesi della parte che riguarda i vaccini.  Per il resto bisogna rassegnarsi alla carta o all'e-book.
Il tutto nasce nel 1998 dalla pubblicazione su Lancet (autorevolissima rivista inglese di medicina) di un articolo dell'allora dottor Andrew Wakefield, dove si mette in correlazione la vaccinazione trivalente con la comparsa di una forma infiammatoria dell'intestino, frequente nei bambini autistici.
Nell'articolo si sostiene, infatti, che i bambini, dopo aver effettuato il vaccino hanno sviluppato, giorni o anche mesi dopo, i sintomi intestinali dell'enterocolite e quelli della malattia autistica.
Lancet dopo quattro anni ritira l'articolo e ne dichiara la falsità, mentre l'ordine dei medici inglese espelle Wakefield. Cosa era successo? 
Intanto nessun altro ricercatore era riuscito a replicare i risultati dell'autore, poi si era scoperto che la ricerca era stata condotta solo su 12 (dodici) casi, ma soprattutto che i soggetti interessati erano tutti bambini autistici, i cui genitori avevano intentato una causa miliardaria di risarcimento nei confronti della ditta produttrice del vaccino trivalente. In più i coautori dell'articolo confesseranno dopo anni che Wakefield aveva taroccato i risultati delle colonscopie, eseguite senza il parere del comitato bioetico dell'ospedale. Ciliegina sulla torta: Wakefield poco tempo prima dell'uscita dell'articolo aveva tentato di brevettare una formula vaccinale diversa, separando l'anti-morbillo da quelli per rosolia e parotite!
Milioni gli  ingenui che ancora ci cascano, uniti da un invisibile e trasversale filo di irrazionalità. E qui veramente le distinzioni tra destra e   sinistra si attenuano sino quasi ad annullarsi. 
Intanto sono ricomparsi in Europa e soprattutto in Italia i casi di morbillo e le morti per complicazioni.
  

venerdì 14 agosto 2015

Controinformazione




L'altro Veneto c'è da sempre.
















Grazie alla campagna mediatica inscenata dai signori Tombolato e Albanese e rilanciata dalla stampa locale, nonché dal signor Bitonci ( quello del crocefisso in tutte le aule) questo blog ha avuto un picco di lettori inaspettato. Quattrocento i lettori del primo articolo incriminato, la metà quelli del secondo  uscito quando ancora non si era scatenato il putiferio. Molti di più i mi piace e i commenti al post del Bitonci che spingeva le masse alla querela: differenza che la dice lunga sulla riflessività e razionalità dei commentatori.
Sinceramente mi sono divertito e per niente spaventato, anzi sono stato gratificato da una valanga di attestati di riconoscenza e di solidarietà, via mail, fb, wapp e sms, di cui di seguito riporto quelli che per me sono i più significativi. Degli attestati sulla professionalità ne riporto solo pochissimi (quel tanto che basta per mostrare che qualcuno ha pensato anche a quello), perchè qui non era, o non avrebbe dovuto essere in discussione la mia attività lavorativa, ma le idee: il Veneto è cambiato negli anni, si o no? e se si, perchè? Risposte nel merito, zero.     


Maria Rita Mantoan. Paolo è stato un bravo preside. Era amato dalle famiglie e rispettato dai docenti. Non ci si deve permettere di denigrarlo nel suo lavoro, che ha svolto con grande devozione (sono una docente e ho lavorato con lui). Farlo denota una mancanza totale di rispetto per il prossimo.
Anche persone che ha aiutato MOLTO ora lo denigrano. Come chiamate tutto ciò? Io non trovo una parola adatta...

C.G. In confidenza, Prof. Menallo, mi sembra che La stiano strumentalizzando un pochino... peccato, non è giornalismo... 

Maristella Urbano. Vorrei sapere quanti hanno letto quanto scritto nel blog da Paolo Menallo, perché contestare nel merito diciamo che non conviene. Bisognerebbe aprire il cervello (!!!) e confrontarsi con la realtà che stiamo vivendo, guardare negli occhi i bambini e le donne che scendono dai barconi, comporre le salme di chi non ce l'ha fatta e poi avere il coraggio di girarsi dall'altra parte e continuare a sentirsi umani. Anch'io sono venuta, ormai tanti anni fa, a vivere in Veneto e non ci sono venuta con un barcone anzi ho portato soldi all'economia veneta pagando da studente un affitto, mangiando, andando in autobus, al cinema e a bere uno spriz. Ho avuto modo di conoscere persone speciali, aperte, accoglienti ma questo non mi ha impedito di vedere anche la paura, già da allora, di alcuni di confrontarsi con "l'estraneo". Ho avuto tanto dalla mia città di adozione sul piano personale lavorativo e politico, ma condivido parola per parola quanto scritto da Paolo Menallo perché oggi la campagna di odio, razzismo, chiusura, egoismo che si sta vivendo in questa regione non è degna della storia e della sensibilità della stessa popolazione veneta. Ridurre tutto questo a questione meramente politica si può fare, si può anche dire tornate a casa vostra (intendo a noi terroni), ma quel che resta è il vuoto cosmico e morale che si sta vivendo e nel quale ovviamente non si riconoscono per primi i veneti aperti, accoglienti, lavoratori e, mi tocca dirlo, colti !!

Luisa Antonini. Un grande preside...una grande persona Paolo

Maria Rita Mantoan al Gazzettino. Il Consigliere Paolo Menallo è una persona di tutto rispetto ma non è del PD, come erroneamente dichiarato in questo giornale, e non è nemmeno un simpatizzante. E' consigliere della Lista civica di centro-sinistra ViviMestrino. A parte questo, l'articolo non riporta che l'assessore Giovanni Tombolato ha intimato a Menallo e alla sottoscritta di andarcene dal Veneto solo perché non la pensiamo come lui. Da un assessore mi aspetterei toni ben diversi, sinceramente, perchè attaccare apertamente una persona non è un comportamento da uomo delle istituzioni."

Giacomo Casper Trevisan. Il lancio della querela, lo sport preferito di Bitonci. Tanto poi a saldare i costi legali di queste buffonate ci pensano sempre i cittadini come a Cittadella, vero Max?

Katya Merola...non sono a casa e non ho il PC, ma qualcuno si è preso la briga di inviarmi quell'assurdo articolo che il Mattino si è preso l'onore di pubblicare. Mi permetto di scrivere non tanto per mostrare una solidarietà col tuo pensiero (operazione abbastanza scontata e un tantino retorica), ma per condividere quel senso di fastidio provato di fronte alla non volontà o incapacità di certa gente di aprire la propria piccola scatola cranica e andare oltre questa piccola politica strumentalistica e propagandistica. Se solo si accorgessero di come è pericoloso tutto ciò! Mi infastidisce che qualcuno  metta becco sull'operato di un preside che ha saputo operare nella scuola diffondendo i principi di libertà  di pensiero e di espressione. Penso che attraverso tutti i progetti, le conferenze serali, i viaggi in Italia e all'estero organizzati per i suoi alunni  volesse proprio infondere questo. Ricordo tutto ciò per quelli che si chiedono a chi hanno affidato i loro figli per dieci anni.

Matteo Guerra. Spesso la politica, e specialmente la Lega, non avendo argomenti seri di cui discutere, attacca le persone sul proprio privato. Ciò denota quindi che non hanno nulla da dire di importante.

Moreno Biolcati Al di la degli insulti che qualificano gli autori, hai obbligato molti a uscire allo scoperto, ognuno con i propri mezzi, non sempre idonei. Bravo Paolo! 

A.T. Caro Paolo, non siamo in " carnevale " ma , mi chiedo, quanto beceri sono gli amministratori di Mestrino se solo ora conosco le tue ragioni:   tu di " maschere " non ne hai mai portate! Ho letto la cronaca sui giornali e non ho commenti da fare se non riscontrare la " pancia velenosa" del popolo leghista, ora affiancata da Grillo, lui sì che si è tolto definitivamente la maschera. Di fronte a questi attacchi verrebbe di mollare tutto: non farlo! Daresti ragione a loro, poveri ominucoli.

Giorgio Giacomini. Ho letto velocemente il "dibattito in corso" con questi "veneti doc" che non conoscendo la Storia non hanno capacità di discernimento rispetto a ciò che siamo e ciò che eravamo.
Purtroppo siamo un popolo di smemorati, di "un uomo solo al comando" e di guelfi e ghibellini de noialtri.
Non riusciamo purtroppo a dare una visione alta al nostro vivere: non capiamo che siamo di passaggio e che potremmo usare questo nostro giro di giostra per cercare di aiutare chi è più sfortunato di noi solo per "lotteria genetica", ad esempio, per capire che forse non siamo "un'insignificante espressione geografica" ma neppure "la culla della civiltà". Ci incaponiamo nel non riconoscere la Bellezza che c'è in noi ma proiettiamo solo astio e livore. Io sono veneto, solo per lotteria genetica dicevo, e mi scuso con te perché tanti che vivono nella mia regione sono... semplicemente così.... senza stimoli taluni, felloni per calcolo politico altri...

Stefano Parolo. Tesi sacrosante invece di risentirsi le persone per bene dovrebbero riflettere sul come la maggioranza si faccia influenzare da qualche analfabeta razzista e xenofobo. 

Francesco Dal Pozzo. Forse gli "attenti" lettori non sanno chi sia il personaggio nella foto... ma vedo che alcuni usano in modo orgogliosi il termine indottrinare riferito ai propri figli, altri danno per scontato che una notizia data da tv e giornali sia vera... il personaggio della foto ne sarebbe compiaciuto.

Silvio Schievano. Vi piacciono gli smarphone? Gran parte del coltan (insanguinato ) arriva dal Congo, il delta del Niger (zona pescosa in passato) inquinato dalle piattaforme petrolifere (magari informatevi di quello che accade in Lucania..) per non parlare dei diamanti della Sierra Leone. In parole povere, i paesi di origine degli immigrati sono ricchi di materie prime che estraiamo a costo zero o con il sangue senza poi contare dei vari teatri di guerra ( dove i 5 membri di sicurezza dell' Onu sono i maggiori esportatori di armi...) e le varie strozzinaggini dell' Fmi, se Salvini & co. hanno le palle vadano nelle sedi di banche e multinazionali perché anch'io vorrei vedere gli immigrati a casa loro ma in piena tranquillità...

Silvio Schievano Secondo il mito di Omero l' Illiade i Veneti erano originari della Paflagonia
(regione della Turchia) popolo nomade cavallerizzo al pari dei Unni e Mongoli ( pare che i sfilacci di cavallo siano un retaggio di quelle origini....) , come la mettiamo se poi il mito diventa realtà perché dovremmo auto espellerci...

Francesca Longo Io sono veneta per metà ma devo dire che provo per i miei corregionali poca stima e molto disprezzo... il problema è che gente fortemente limitata confonde l'essere veneti con l'essere leghisti e i primi sono proprio loro... i seguaci di Salvini... dire il Veneto ai veneti vuol dire innanzitutto dimenticarsi di quanto ci sono stati utili i terroni di un tempo e gli stranieri di fino a poco tempo fa. Adesso pare che la crisi economica e sociale siano causate dal nemico dalla peĺle nera... ieri ho chiesto ai miei quattro studenti ivoriani che sono arrivati da Lampedusa un mese fa... ho chiesto loro quando sono partiti dalla Costa d'Avorio... volete sapere quando? Nel 2011... 
E noi dovremmo stare a dialogare con quelli che vorrebbero vedere affondare i barconi? Io non ce la faccio... "io non perdono e tocco" cantava Guccini... 



mercoledì 12 agosto 2015

Par condicio





Un siciliano non fa mai una cosa a caso, la fa "a muzzu"











Non c’è nulla di più falso che il proclama di Mussolini secondo cui la Sicilia era fascista fino al midollo. La Sicilia non era per niente fascista. Naturalmente la gente si iscriveva al fascio, andava alle adunate e gridava «Duce! Duce!», ma senza crederci molto. Qui è così per ogni idea. Allo stesso modo si spiega la refrattarietà alla Chiesa cattolica. Si osservano i riti, la messa di mezzogiorno e tutte le regole, ma senza crederci intimamente. (L. Sciascia)


Adesso aspettiamo le reazioni  a questo realistico dialoghetto da bar da parte degli amici siciliani, con i quali mi scuso anticipatamente  per l'assai imperfetta trascrizione fonetica.


"Baciamo le mani a tutti

Servo suo, don Salvatore. Come posso servirla?
U solitu: na granita e tri cornetti.

Sempre grandioso, don Salvatore: stamatina mi pari n'anticchia capitalista, ma unn'era comunista vossia?
Cierto e puru uora sugnu comunista e un mi nn'affruntu, ma chi c'accucchia chi cornetti?

Don Salvatore, e Rosariu di sinistrra é, chi mi dici? e Matteo di sinistrra é? m'u spiega vossia?
Lassa iri, ca pi uora i problemi sunnu avutri! Pir isempiu c'é a questioni di l'immigrati, mischini, però sempre a nuavutri tocca?

Sinni sta pintiennu don Salvatore, unn'è cchiù comunista?
Ma chi? io siempri comunista sugnu, ma diciemmuni a virità: un sinni può cchiù!

Chi vuoli diri don Salvatore? si spiegassi megghiu.
Io, o portu ci ivu, nsemmula o parroco, ci purtuvu i scarpi addi puvirazzi, e puru i cammisi e i cavusi, picchì eranu senza nienti. Però cca hannu i facci tutti scunchiute, poi quannu sinnu vannu in continente, isanu li corna e hanno tutti i pretese: un ci piaci a pasta, vuonnu u telefonino e l'albergo commodo e cca nuavutri a curriri a mmari pi iddi, purtari cosi, manciari, acqua, ca mancu pi nostri morti di fame, ca nn'aviemu sai!

Don Salvatore ma cu ci cuntò tutti sti cosi?
I liggivu 'nno giurnali aieri nn'o varbieri.

E chi giurnali era?
U Giurnali, ti dissi!

Vabbé canciamu discursu! mi dicissi: e si Rosariu cadi, mischinu, vossia ci lu duna sempri u votu o PD?
Difficili mi pari.

Allura un ci va?
Ma unnu sacciu. Pi ora ci sunnu sti picciuotti ca fannu un gran scamazzu, vidiemu si c'é sucu. Pi ora chiddu chi dissiru ficiru, puru na strata, 'nto 'n biriri e sbiriri.

Però un ci può passari nuddu, asinnò si futtinu a machina e si catafuttinu iddi stiessi?
Intanto a ficiru!

Ma u sapi ca un stannu paannu n'emerita minchia? ficiru un pagherò in tri anni, ch'i stipenni sino o 2018? e si Rosario si catafutti, cu paga?
Quannu ci fu u cavalieri u vuosimu pruvari: Sicilia batte il resto del mondo 61 a zeru, tu ricordi? Uora pruvamu puru a chisti, n'aviemu pruvati tanti!

Beddu comunista chi è vossia!"


Glossario minimo.
Cornetto: croissant formato King size
m'anticchia: un poco
Chi c'accucchia: cosa c'entra
Rosario: Rosario Crocetta (i palermitani, nella loro tipica mania di grandezza ostentano familiarità con le persone importanti)
Matteo: Matteo Renzi
un mi nn'affruntu: non me ne vergogno
scunchiute: malinconiche
mischini: poveracci
cavusi: pantaloni
varbieri: barbiere, al sud luogo di cultura e di incontro
scamazzu: confusione, qui in senso affettuoso
si c'é sucu: se c'é sostanza
'nto 'n biriri e sbiriri: in un battito di ciglia
si futtinu a machina: si rovinano l'automobile




martedì 11 agosto 2015

Da Santiago a Finisterre




Rivedere dopo quattro anni Praza de l'Obradoiro é stata una grande emozione: sempre una folla festante, molti giovani e molti meno giovani, piccoli gruppi, comitive di boy-scout, di parrocchiani, pellegrini isolati e stremati che espongono le loro piaghe, fedeli e sportivi, ciclisti tedeschi, zaini sbrindellati o supertecnologici sparsi sul selciato, la sorpresa di un gruppo di neri africani, sotto la guida di un gigantesco prete capo tribù, altrettanto nero,
 il solito suonatore della gaita gallega sotto l'arco dall'amplificazione strabiliante, le nobildonne spagnole, dalle cui auto i facchini della vicina posada scaricano bauli su bauli. 


Ma...un piccolo dettaglio ti fa stringere il cuore e ti riporta alla realtà dei nostri giorni: la piazza è presidiata, ai quattro angoli, ma non dalla guardia civil, bensì da militari con il mitra in pugno!
Dopo Santiago mi attende una bella passeggiata di due giorni nella fresca campagna galiziana, passando per Negreira (dal nome evocativo) e Oliveroa. Poi finalmente l'oceano della Costa da Morte, Muxia, il santuario della Virxe dea Barca, andato a fuoco qualche anno fa e prontamente ricostruito, il passaggio sotto la pietra della verità, un enorme masso in bilico, che potrebbe caderti addosso se sei portatore di menzogne.
E dopo cinque giorni di fresco, ma di sole implacabile, l'arrivo alla Praya de Langosteira, alla ricerca vana della tradizionale concha del  pellegrino.

Post correlato: Curiosità dalla Costa da morte


Il santuario Virxe dea barca



Tre diverse vedute di Praya de Langosteira: nessuno in acqua, ovviamente...


Tramonto al Mar de fora, silenzio rovinato da una compagnia di attempati yippies tedeschi che brindano al suono  di un rock aberrante.








Il Porto di Muxia, piuttosto nordico... 



L'agognata  solitudine del pellegrino: niente giornali, nè internet. 


Il museo della pesca di Finisterre, luogo di mirabile essenzialità dove un pescatore dalle straordinarie capacità didattiche e comunicative ti spiega i segreti della pesca  nell'oceano e dove scopri che in Galizia le reti le chiamano sciabbiche, come in Puglia...  



lunedì 10 agosto 2015

Controcorrente, verità scomode



Nel mio piccolo







Devo ammettere che ieri, dopo la lettura delle simpatiche reazioni all' ultimo post , mi sono sentito nel mio piccolo, molto piccolo, un po' Gad Lerner. Sì, perchè dovete sapere che Lerner scrive ogni giorno e spesso più volte al giorno in un blog seguitissimo. Qualche volta scrive bischerate, come spesso capita a me, altre volte compie delle analisi serissime e non le manda a dire a nessuno, neanche a quelli della sua parte; e questo, sempre nel mio piccolo, capita anche a me. Ma l'analogia non sta ovviamente, in questo, quanto nei commenti al blog di Lerner. Il suo blog, in effetti, è seguitissimo (si parla di decine di migliaia di visite giornaliere), ma i commenti sono quasi sempre critici, spesso offensivi: si va da Vermer, a Lemer, a Patakkino, a "sporco ebreo tornatene da dove sei venuto". Moltissima gente si prende la briga, ogni giorno, di sorbirsi le intemerate di Lerner, che evidentemente disprezza, per poi piazzare commenti demenziali (vedi sotto) o semplicemente critici a priori. Bene, nel mio piccolo, ieri é successo anche a me. 
Post visitatissimo e commenti ai quali mancava solo la conclusione ovvia, ma ci siamo andati molto vicini: tornatene a casa terrone!

Nessuno dei commentatori probabilmente era arrivato alla fine dell'articolo e aveva notato che nel seguito ce n'era per tutti, anche per quella che dovrebbe essere la mia parte. 
La tesi era: nessuno si sta preoccupando di gestire la questione profughi in modo serio; si corre dietro all'emergenza e si fanno scannare i "buonisti" con i "cattivisti", che in questo momento di crisi e di pessimismo generalizzato godono di molto feeling e di buona stampa. 
Qualcuno ieri si chiedeva con finta (?) ingenuità cosa c'entrasse Goebbels con la storia nostrana. E' già successo ai tedeschi, che sicuramente non sono un popolo di bifolchi, come neanche gli italiani: io non ce l'ho con gli ebrei, ma...E in quel ma si è inscritta la più grande tragedia dell'umanità, almeno sino ad allora... 
I veneti c'entrano marginalmente, ma nella campagna mediatica ad effetto, su carta, su tv e in rete, ci sono cascati in pieno (si parla in generale ovviamente). Le conseguenze di una martellante propaganda ventennale si vedono,  al punto che chi ha il privilegio di essere un osservatore esterno (leggasi correttamente terrone) negli anni nota amaramente le differenze. Un popolo accogliente, allegro, gentile si è gradualmente incupito e incattivito.
Conclusione: se si è fatta una strada, a mio parere involutiva, in una direzione, un grande popolo come quello veneto (così come quello italiano) può benissimo risalire la china; deve soltanto liberarsi di chi sino ad adesso ha lucrato voti, potere e spesso fortune materiali sulla paura. Ha da passà a nuttata. 

E adesso un giochino. Chi si riconosce tra i commentatori di ieri? Quelli che seguono sono alcuni dei più raffinati commenti a Lerner. 

"ALTRE CENTINAIA DI MORTI MENTRE TENTANO DI VENIRE ILLUSI DAGLI ASSASSINI BUONISTI DELL’ACCOGLIENZA
SE AVESSIMO SPARATO AL PRIMO BARCONE CHE ARRIVAVA AVREMMO SALVATO MIGLIAIA DI VITE" 

"La verità fa male eh PATAKKINO, non vi va proprio di assumervi le vostre responsabilità. Fate finta di non sapere che la politica kriminale delle porte aperte che praticate da anni ha causato queste tragedie ed ha creato problemi sociali gravissimi al paese; per voi è molto più comodo accusare il nemico di RAZZISMO, così vi mette te in pace la coscienza, (non scrivere baggianate inutilmente offensive e provocatorie) che per buona parte non scappa da nessuna guerra e/o fame. Quando ne prenderete atto sarà sempre troppo tardi."

domenica 9 agosto 2015

Controcorrente: vittime o leghisti "de core"

Goebbels, ministro della propaganda
Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà realtà.




Nota dell'autore: Per venire incontro alle diverse sensibilità  e per rendere possibile la lettura dell'articolo anche ai minori di anni 14, purchè muniti di dizionario, il termine "rincoglioniti", originariamente presente nel testo é stato sostituito con "coartati". Come appare evidente le questioni di fondo non vengono in alcun modo alterate. 

Ieri ho discusso a lungo con un'amica, una volontaria di un'importante agenzia umanitaria cattolica, una che si prodiga anche per l'insegnamento dell'italiano alle donne straniere, per il loro inserimento sociale e per aiutarle ad uscire dall'isolamento domestico. Grandissimo lo stupore nel sentir ripetere anche da questa persona la sfilza di luoghi comuni che riguardano i profughi. 
Cito a caso: "non li possiamo accogliere tutti, dobbiamo pensare prima ai nostri vecchi che non arrivano alla fine del mese, tra di loro c'è di tutto, ci stanno riempendo di potenziale delinquenti, mandano le loro donne a prostituirsi, non possiamo più permetterci questo buonismo, i nostri emigrati non erano trattati così bene, pretendono il cellulare e il wi-fi" e via delirando.
Ma lo stupore é giunto al suo acme, quando la stessa persona, nel corso della discussione, cedendo ad alcuni miei stimoli fondati sul racconto di fatti e situazioni concrete, da me conosciute direttamente, si é sciolta nel racconto commovente di un suo conoscente senegalese, che le ha mostrato le foto dei figli lasciati in Africa e le ha spiegato che lui è qui per permettere a loro di mangiare ed andare a scuola. 
Allora? I veneti sono stati tutti coartati** da una propaganda martellante, fondata sul noto principio che una menzogna ripetuta un milione di volte diviene realtà o, viceversa, questa propaganda becera ottiene risultati al di sopra della media su menti particolarmente predisposte? Vittime o leghisti "de core" come dicono a Roma? 

Intanto, per non sentirsi da meno, il noto modernista genovese, propone come soluzione le espulsioni di massa (con quali sistemi e con quali mezzi?) e l'attenuazione dei permessi umanitari. Facile il gioco di Orfini  che gli chiede quando si iscriverà alla lega, chiosando che "alla fine gli sciacalli si ritrovano sempre a destra". 
Terribile la mancanza di vision dei nostri politici, che rincorrono la pancia della "ggente", non ricercano soluzioni credibili e realistiche, (attribuire l'etichetta spregiativa di buonista agli altri che operano e tamponano non basta), rinunciano ad orientare, a fare cultura politica e sociale: non sapendo più rispondere ai bisogni reali degli italiani, inducono fobie fittizie. Politici che agiscono, quando agiscono, solo in emergenza, senza prevedere e governare i fenomeni o rincorrono  i peggiori istinti e le naturali paure e insicurezze. 
Forse un sociologo illuminato mi spiegherà che questi fenomeni sono normali in periodi di crisi o un etnologo altrettanto illustre mi dirà che la difesa del territorio é propria della natura umana. 
Ma la cultura? la politica? é triste per un laico lasciare il monopolio dell'agitazione delle coscienze (e degli interventi concreti, con buona pace della destra xenofoba) solo alla chiesa. Quando ci sono i problemi, i politici, e gli amministratori, anche quelli dei piccoli comuni, seppure eletti da pochi di noi, ma pagati da tutti, devono affrontarli, trovare soluzioni realistiche, fare squadra, nell'interesse di tutti, non rifiutandosi, ad esempio, di partecipare agli incontri istituzionali,  per esclusiva protesta.  Cari sindaci veneti che avete disertato gli incontri col prefetto, vi viene in mente che adesso non siete in campagna elettorale e che i problemi dovete risolverli, non sfruttarli,  gettando le colpe e le responsabilità sugli "altri"? é vero che nel Veneto questo atteggiamento paga (vedi sopra) ma è da sciacalli. 

**È però il suo uso in senso figurato ad essere il più comune: la coartazione diventa la forzatura ideale, la costrizione morale. Si può essere coartati a finire un lavoro, possiamo parlare di un'azione che non avremmo mai fatto se non fossimo stati coartati, possiamo coartare qualcuno a darci certe risposte. In altri termini, il coartare disegna con un tratto fine la costrizione della libera determinazione di una persona in una volontà altrui.(da unaparolaalgiorno.it)

Segue qui

Le reazioni


venerdì 7 agosto 2015

Linee programmatiche


Così ridevano gli antichi

La democrazia della concretezza 








Quello che leggerete tra poco non è un manifestino elettorale acchiappavoti.
Si tratta di un estratto da un documento ufficiale, le linee programmatiche di governo 2013-2018, approvate dal Consiglio comunale di Mestrino, alla nascita della giunta Pedron 2, con il concorso dell'opposizione del movimento Cinque stelle. Misteri del pensiero divergente pentastellato, che ben presto si sarebbe dovuto ricredere.
Nel frattempo sono stati approvati ben 3 bilanci previsionali, cioè i tre quinti della legislatura: il lettore può valutare da solo cosa è stato fatto in termini di idee, di innovazioni, di dialogo, di diritti e di realizzazioni pratiche. 
Un sospetto sorge spontaneo: sarà fatto tutto nella primavera del 2018? o per allora basterà una piazza ad Arlesega, qualche fioriera, e un parcheggetto ad personam?


"A tal proposito, in un’ottica di aumentare le competenze in materia amministrativa e con una visione di quello che sarà in futuro il Comune di Mestrino, verrà nominato per la prima volta il Presidente del Consiglio.
Le azioni che si vogliono intraprendere tramite la nomina del Presidente del Consiglio si basano su una maggiore rappresentanza del Consiglio comunale nel coordinamento dei lavori; garantendo il collegamento del Consiglio con il Sindaco e assicurando un'adeguata e preventiva informazione ai Gruppi consiliari ed ai singoli Consiglieri delle questioni sottoposte al Consiglio. Utilizzando e valorizzando la conferenza dei capi gruppo consiliari, si tenterà di qualificare, snellire e facilitare i lavori del Consiglio Comunale.

Obiettivo di programma - Servizi sociali 
Consolidamento delle azioni finora effettuate. 

Obiettivo di programma - I Giovani 
si avvieranno collaborazioni con le Associazioni di categoria per l’avviamento di stage retribuiti e contratti di formazione. 

Obiettivo di programma - Le Associazioni- Commercio e Attività produttive
Intendiamo incrementare una sinergia tra amministrazione e attività produttive mediante un gruppo di lavoro con le varie Associazioni di categoria. 
In tal senso si cercherà di creare un “volano” positivo di mutuo scambio di sostegno, implementando le occasioni di sinergia e programmazione delle attività. 
Per un'ottimizzazione della comunicazione e informazione fra aziende, volta a creare delle economie di scala, studieremo lo sviluppo di una piattaforma informatica ad hoc. 

Obiettivo di programma - La Cultura e Lo Sport 
completamento delle strutture sportive e la valutazione per la realizzazione di una piscina comunale.  

Obiettivo di programma - La Scuola 
Tutto quanto sopra, senza tralasciare la gestione degli immobili di proprietà comunale, sia come manutenzione ordinaria che straordinaria, con particolare attenzione alle strutture scolastiche (disinfestazione, derattizzazione, messa in sicurezza, estensione dello studio di vulnerabilità sismica a tutto il Plesso scolastico comunale. ecc.); oltre a compiere ogni sforzo necessario a consentire la piena operatività delle scuole paritarie presenti nel nostro comune, essendo pienamente consapevoli che dette scuole sono una insostituibile e preziosa risorsa per il paese. 
Data la crescente richiesta di nuovi iscritti e’ nostra intenzione perseguire la fattibilità di un ampliamento della Scuola elementare e media di Mestrino unendo i due plessi in modo tale da ampliare la mensa rendendola a norma e più funzionale. Al piano superiore, potrà essere predisposto un Auditorium, quattro nuove aule (due per piano) e due laboratori. 

Obiettivo di programma - Territorio: PAT  
Si ritiene, inoltre, necessario rendere più sicura per pedoni e biciclette la percorrenza della strada comunale e di collegamento tra la frazione di Arlesega e Lissaro con la realizzazione della pista ciclo pedonale. Tale opera oltre a valorizzare i collegamenti sarà di stimolo per il raggiungimento e l’utilizzo delle strutture comunali ubicate nelle varie realtà territoriali

Obiettivo di programma - Opere Pubbliche 
Mini-circonvallazione, con potenziamento strada provinciale Pelosa e Sementina (via Tevere), in co-finanziamento con la Provincia come da PTCP (Piano Territoriale Coordinamento Provinciale) e Piano Viabilità. Compartecipazione Provincia come da PTCP. 

Valutazione per la realizzazione di un Auditorium Comunale. 
Altre priorità riguardano le frazioni di Lissaro e Arlesega: 

Lissaro 
Ampliare l’attuale parcheggio nei pressi del Palazzetto dello Sport. 
Avviare uno stralcio della pista ciclabile verso Arlesega. 

Valutazione per la realizzazione di una rete di collegamenti interni tra le principali zone del paese (via Barbarigo con via Fua/Fusinato e Centro paese) e le arterie di sbocco sulla statale. Già individuato un percorso alternativo in sostituzione a quello già esistente.

Realizzeremo il primo stralcio della pista ciclabile che collega Arlesega con Lissaro.

Obiettivo di programma – Trasporto pubblico
Crediamo che l’attuale convenzione fatta per il servizio scolastico possa essere utilizzata anche dagli altri cittadini. "




giovedì 6 agosto 2015

Tasse e tributi




Una scheda comparativa







Per scrivere questo banalissimo articoletto ho speso più di due ore del mio tempo, soprattutto per ricercare e aggregare dati esposti in modo quanto mai disomogeneo e creativo dai diversi comuni. 
Per farlo ho dovuto rinunciare in alternativa a due ore di lettura o a due ore di passeggiata o a due ore di sonno. Mi chiedo se ne sia valsa la pena: solo per questo potrei entrare di diritto nella schiera degli imbecilli del web, evocata da Umberto Eco. 
Ho interrotto così una fase di ripensamento sull'attività in rete, facilitata da una disintossicante lontananza fisica dalla tastiera, dalle notizie e soprattutto dai commenti demenziali. Ma le informazioni che ho raccolto e pubblicato oggi e che pubblicherò nei prossimi giorni, sono un atto dovuto alla cerchia non amplissima ma sicuramente non esigua, dei lettori locali.
Andiamo con ordine. La  matinée del Consiglio comunale di Mestrino, il 4 luglio,  ha dato il via libera, con voto contrario di tutte le minoranze, alle delibere TASI, IMU, IRPEF e TARI.
Tasi, Imu e Tari (nel loro complesso denominate IUC, imposta unica comunale) costituiscono il piatto forte delle entrate comunali, in un periodo di sempre minori trasferimenti statali. Sono anche il corpo contundente con il quale i diversi assessori al bilancio aggrediscono ogni tentativo di spesa o dietro il quale, come nel caso di Mestrino, alzano il paravento delle cifre per nascondere l'assenza totale di idee, di creatività, di innovazione, di vision. 
La tabella che segue offre una comparazione  di TASI, IMU e IRPEF tra  comuni limitrofi e tra le due città dalle quali Mestrino felix é equidistante. Per semplicità e non per faziosa omissione sono state riportate solo alcune delle infinite varianti con le quali le tariffe sono state deliberate, fermandosi a quelle più comuni, ricorrenti e comparabili. Manca, ad esempio, il trattamento delle abitazioni rurali o l'infinita casistica degli esercizi commerciali e degli studi.
Sicuramente tra i cittadini del comprensorio esaminato c'è chi guadagna da una parte e perde dall'altra, ma a prima vista, a meno di smentite, il cittadino medio di Mestrino sembra perdere su tutto il fronte.
Infatti l'aliquota principale Tasi è seconda solo a quella di Padova, l'assenza di detrazioni per casi particolari di h o per i figli parla da sola. Non c'è bisogno di spostarsi in zone "rosse" (si fa per dire) per trovare una qualche attenzione di tipo sociale. L'esenzione totale dell'addizionale Irpef per i redditi sino a 15.000 euro, appare poi come uno specchietto per le allodole: favorirà sicuramente chi ha un reddito realmente basso, che però si vedrà affiancato dalla categoria, non chiamiamola degli evasori, ma degli elusori. Chi non rientra in nessuna delle categorie precedenti (indigenza, evasione o elusione) paga l'addizionale più alta tra quelle esaminate in tabella. Silenzio assordante in merito da parte della maggioranza, pungolata in seduta dagli interventi di Simone Dalla Libera.
Ma il punto non è questo: forse alla fine si tratta di poche decine di euro di differenza (che per qualcuno comunque non sono cifre insignificanti), ma quello che conta é l'uso che di tali tributi viene fatto nel campo delle spese e degli investimenti. Ma questo lo vedremo nei prossimi giorni, se avrò ancora voglia di rinunce.  


Informazioni

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Parte delle immagini, loghi, contributi audio o video e testi usati in questo blog viene dalla Rete e i diritti d'autore appartengono ai rispettivi proprietari. Il blog non è responsabile dei commenti inseriti dagli utenti e lettori occasionali.