domenica 30 luglio 2017

Luoghi comuni e non. Viaggio nella Toscana minore, 2



Tra Gambassi Terme e san Gimignano 






Segue da:  Viaggio nella Toscana minore, 1

Niente da segnalare tra Gambassi e san Gimignano: un percorso di tutto riposo, si fa per dire, di soli 14 chilometri con l'arrivo in salita a san Gimignano. Tra i crinali della val d'Elsa si incontrano il santuario di Pancole, il borgo di Collemucioli con un selciato medievale originale e, infine, la pieve di Cellole.



La pieve di Cellole

Da qui si affronta la "salitella verso san Gimignano. Una fatica enorme, che la "conquista" delle 15 torri della città ripagherà  ampiamente. Il solo ammirare la bellezza, anche se conosciuta, ti coglie sempre impreparato.


Visitando il palazzo comunale, si scopre anche, o si riscopre, che il bieco Carlo II d'Angiò  da queste parti aveva allungato la sua longa manus  federando i liberi comuni di fede guelfa, meritandosi un'amplissima raffigurazione sulla parete di fondo della sala del Consiglio e il dispregio di Dante nel Purgatorio ("si vedrà al ciotto di Ierusalemme, segnata con un i la sia bontade, quando 'l contrario segnerà un emme": cioè uno la bontà, mille le nefandezze. Oggi Dante direbbe lo stesso del rignanese? e lo porrebbe magnanimamente nel Purgatorio o un po' più giù? chissa!).

Continuare a perdersi per qualche giorno tra le bellezze antiche e moderne sarebbe una grande tentazione, ma la tappa successiva è di ben 30 chilometri.. forse conviene spezzarla in due!  (segue in Viaggio nella Toscana minore, 3)





venerdì 28 luglio 2017

Luoghi comuni e non. Viaggio nella Toscana minore, 1

Take away senese



Da san Miniato a Gambassi Terme 







Andando a piedi si incontra più gente che spostandosi con mezzi più rapidi. La lentezza del viaggio e la dilatazione dei tempi predispongono ai contatti umani, all'attenzione verso
i particolari e i dettagli del paesaggio oltre che all'ascolto delle storie minime: passaggi più veloci sono necessariamente più superficiali. 


Alba a san Miniato
Così, a piedi da Lucca a Siena, si attraversa la Toscana profonda, densa di tradizioni, di storia e di "storie".
Uno sforzo molto intenso, ma ampiamente ripagato  dai tempi dilatati, dall'assenza di rumori molesti, dalla riscoperta di suoni e colori naturali, dalla soddisfazione della conquista piccola, graduale e difficile. Impagabile la lontananza dai commentatori monomaniaci del web. 
S. Miniato Piazza del Seminario


Ostello di san Miniato











Il percorso, almeno nella parte toscana che ho conosciuto, inizia ad essere attrezzato con indicazioni sicure e piccoli ma diffusi centri di accoglienza. Da consigliare quello di san Miniato, per cortesia e pulizia, meno quello di Monteriggioni, non precisamente impeccabile, adattato alla meno peggio dal parroco volenteroso.

Tra san Miniato e Gambassi Terme d'estate è necessario dividere in due parti il percorso di 24 chilometri:  proprio a
metà strada, si arriva alla Pieve di Coiano, ventunesima tappa del viaggio di ritorno dell'arcivescovo Sigerico da Roma verso Canterbury, ma nota ai viandanti contemporanei per possedere l'unica fontanella che si incontrerà nella giornata. Ma l'acqua e un'allegra compagnia di viandanti emiliani non bastano a vincere la stanchezza, quindi dopo aver percorso ancora qualche chilometro tra poderi attivi e case coloniche dal tetto sventrato in funzione anti IMU,   con una "modesta" deviazione di un un ulteriore chilometro e mezzo ci si imbatte nell'agriturismo di Maurizio e Ania, agricoltori per caso. Torinese lui, ex ufficiale dei carabinieri, polacca lei dall'ottimo italiano. 
Carro e tenda "boera"
Luogo comune detto da Maurizio esperto militare della guerra tra Boeri e britannici: "per vivere bene in Toscana bisogna essere o comunisti o cacciatori o massoni". I comunisti in Toscana li vede solo lui, berlusconiano pentito ma non troppo: riguardo ai massoni e ai cacciatori posso credergli..
Però in Toscana c'è rimasto: ha un'azienda di 16 ettari in località Brotafalchi, lontana più di 10 chilometri dal paese più vicino e qui gioca a fare il boero. Incredibile che la sua tenda attrezzata alla
maniera dei boeri richiami gente da tutto il mondo, che rischiano di perdersi nelle stradine polverose della campagna di Castellina in Chianti per venire a dormire in questo posto stranissimo. Ma al di là dell'eccentricità del padrone di casa e del suo evidente e dichiarato bipolarismo, le degustazioni sono "ottime e abbondanti" e tutte rigorosamente a chilometri zero.

Agriturismo Brotafalchi

  Segue in: Viaggio nella Toscana minore, 2




sabato 1 luglio 2017

Intervista a Ermanno Maria Signorelli

Signorelli in una foto di Alberto Still


Fatti, anzi musica, contro il disagio culturale e sociale.










Abbiamo intervistato il noto jazzista padovano Ermanno Maria Signorelli, in partenza  per Felsőörs, la località ungherese sul lago Balaton, sede dello  Snétberger Talent Center, fondazione che si occupa del recupero attarverso la musica d'eccellenza di giovani con disagio sociale e culturale, prevalentemente ma non solo, Rom e Sinti. 

Qui Signorelli è stato chiamato come docente per una master class estiva di Jazz. 
Un’opportunità di sviluppo personale e soprattutto didattico per un musicista, che a fianco di una eccelsa carriera artistica come esecutore e compositore, non disdegna la didattica e la formazione dei giovani, applicando, anche se in un ambito più locale, le idee e le finalità del centro creato dal collega musicista ungherese Ferenc  Snétberger.

A Ermanno Signorelli piace moltissimo l’idea della musica anche come strumento di riscatto sociale e personale. 
Ecco cosa ci ha detto, in partenza per l'Ungheria. 

La musica è senz’altro un potente mezzo di recupero del disagio sociale, non tanto come eventuale ascensore sociale, ma come una possibile terza via. Una via  in cui la costruzione di un solido “mondo interiore”  permetta di ritrovare valori collettivi sinceri e, nel contempo, protegga da forme arcaiche di convivenza e di modelli sociali che, per loro natura, generano disagio.
            “L'espressione artistica, proprio perché esprime, richiede innanzitutto di costruire, poi di esprimere. Così, la pratica musicale, ha una forza straordinaria, che crea relazioni positive e giusta aggregazione, soprattutto giovanile.”
            “Quindi, anche questa pratica richiede che si proceda con cautela, con attenzione, che anche le acquisizioni non siano tutte uguali, che non siano finalizzate ad ottenere un prodotto commerciale, adatto solo ad emozionarci a “tempo”, come ci emoziona qualunque prodotto da consumare con avidità e che, purtroppo, non è in grado rilasciare lentamente materiale che sedimenti, che permetta quella costruzione di un “mondo  interiore”.
“La musica è un linguaggio, non un gioco o un passatempo: é la chiave di lettura della vita, e come tale la sua interpretazione è la grande opportunità.” 


Il talent Center
Chitarrista e compositore ungherese di origine rom Ferenc
Snétberger è un musicista affermato internazionalmente che vive oggi a Berlino. Nato in Ungheria  a Salgótarján nel 1957, Ferenc è il figlio più giovane di una famiglia di musicisti; si può dire che è nato e cresciuto sempre immerso nella musica. Dal padre ha imparato  le basi della chitarra, ha poi studiato musica classica a scuola  e successivamente la chitarra jazz nel Conservatorio di Musica di Budapest (la più avanzata accademia musicale del paese). 
All'inizio della sua carriera il chitarrista insegnava in Germania in una scuola di musica che sosteneva i giovani talenti musicali Sinti e Rom.  Dopo aver incontrato i giovani rom e le loro famiglie nei suoi concerti in tutta l’Europa orientale e centrale, è stato chiaro a Snétberger che anche questa regione aveva bisogno di un tipo di istituto musicale simile a quella nato in Germania.
E’ nato così nel 2011 anche in Ungheria un Centro per sostenere giovani  talenti affiancandoli a musicisti più esperti che li accompagnino nel loro sviluppo artistico. L'insegnamento si basa sulle loro conoscenze e competenze pregresse. Nel centro viene dato il supporto per ampliare i loro talenti in direzione di jazz, musica classica e world music (contaminazione tra musica popolare ed etnica).
Il Centro è stato inaugurato nel 2011 con la prima formazione di dodici settimane per 60 partecipanti a Felsőörs (villaggio nella parte occidentale dell'Ungheria). Ogni anno 60 giovani allievi partecipano al programma. Il personale del Centro visita aree svantaggiate per reclutare figli di talento. I partecipanti usufruiscono di  corsi di insegnamento e formazione (nei cosiddetti "campi"), mentoring personalizzato su misura e assistenza paritaria. Oltre ai corsi formali, il Centro assegna anche mentori personali a ciascuno dei partecipanti.
Attualmente il  Centro sta lavorando ad un servizio di mentoring post-programma e si adopera per aiutare i suoi alunni diffondendo informazioni di sviluppo della carriera (informazioni su stipendi, opportunità di performance, ecc.) e soprattutto organizzando esibizioni regolari in tutto il mondo.

I numeri del Centro:
·         500 candidati esaminati ogni anno
·         240 studenti che hanno completato il  programma
·         60 studenti  avviati a scuole di musica o università
·        Formazione di 53 ensemble di jazz e  classica
·        100 ore di  concerti  per anno
·        27 insegnanti artisti rinomati
·         4 mentori di origine Rom
·         9 animatori
·        19 volontari




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