venerdì 9 agosto 2013

L'opposizione



P. Calamandrei


L’opposizione? 

Una forza propulsiva del Parlamento









"Ma anche l'opposizione, se si vuol che il parlamento funzioni, non deve mai perdere la fede nella utilità delle discussioni e nella possibilità che hanno gli uomini, anche uno contro cento, di persuadersi tra loro col ragionamento (che è qualcosa di diverso dalle vociferazioni e dalle invettive). Anche se ridotta a un esiguo drappello di pochi isolati, l'opposizione deve esser convinta di poter prima o poi, colla ostinata fede nella bontà delle proprie ragioni, disgregar la maggioranza e trascinarla con sé; e deve guardarsi dal complesso di inferiorità consistente nel credere che restar fuori dal governo voglia dire esser fuori dal parlamento o ai margini di esso, quasi in esilio o in penitenza.
      In realtà, se la opposizione intende l'importanza istituzionale della sua funzione, essa deve sentirsi sempre il centro vivo del parlamento, la sua forza propulsiva e rinnovatrice, lo stimolo che dà senso di responsabilità e dignità politica alla maggioranza che governa: un governo parlamentare non ha infatti altro titolo di legittimità fuor di quello che gli deriva dal superare giorno per giorno pazientemente i contrasti dell'opposizione, come avviene del volo aereo, che ha bisogno per reggersi della resistenza dell'aria.
      Si dirà che questo idilliaco quadro del governo parlamentare pecca di ingenuo ottimismo. E sia pure. Ma insomma, chi vuol sul serio il sistema parlamentare, non può concepirlo che così: altrimenti del parlamento resta soltanto il nome sotto il quale può anche rinascere di fatto la Camera dei fasci e delle corporazioni." P. Calamandrei.

Vabbè, nel nostro piccolo, non  perdiamo la fede nell'utilità delle discussioni e nella nostra presunzione di rappresentare tutti gli esclusi..., ma il maggioritario secco dei piccoli comuni è cosa diversa dalle alleanze e dalle mediazioni parlamentari dei tempi di Calamandrei. Personalmente, assieme ai miei colleghi dell'opposizione, continuerò, al di là della stima personale per singole persone, delle simpatie e delle anitpatie, a svolgere il ruolo proprio dell'opposizione e cioè portare fuori dalle segrete stanze le scelte, ritenute sbagliate per la popolazione, per quella che rappresentiamo e per quella che non ha alcuna voce in Consiglio perchè si è autoesclusa con l'astensione. 
Sicuramente non potremo costituire la legittimazione della maggioranza, finchè questa resterà chiusa impazientemente ad ogni contributo.  PM


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