sabato 3 agosto 2013

Il decreto Severino



Il decreto Severino-Monti


Le furbizie possibili.









Il cosiddetto decreto Severino-Monti "prevede l'incandidabilità al Parlamento italiano ed europeo per coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, di maggiore allarme sociale (ad esempio mafia, terrorismo, tratta di persone) e per i delitti, consumati o tentati, contro la pubblica amministrazione (ad esempio corruzione, concussione, peculato, evasione fiscale).
E' prevista l'esclusione anche per coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 4 anni. Si tratta, in questo caso, di tutte le fattispecie criminose più gravi per le quali è anche possibile applicare la custodia cautelare in carcere e che, secondo un principio di ragionevolezza e proporzionalità nella limitazione dell'elettorato passivo, sono state individuate sulla base di un indicatore oggettivo, predeterminato, senza operare alcuna selezione nell'ambito di una lista di reati che potrebbe apparire arbitraria.


Incandidabilità sopravvenuta. Lo stesso decreto prevede, inoltre,  che l'accertamento d'ufficio della condizione di incandidabilità comporta la cancellazione dalle liste. Nel caso in cui la condanna definitiva per uno dei delitti 'ostativi' sopravvenga nel corso del mandato elettivo, le Camere deliberano ai sensi art. 66 della Costituzione, che prevede un iter complesso e non automatico.


Decadenze non automatiche. Ma che cosa significa? Che la permanenza di Berlusconi in senato, anche se condannato in via definitiva dopo tre gradi di giudizio, non sarà automatica, ma soggetta a un voto. 

Le furbizie possibili. Innanzitutto il prolungamento ad libitum delle procedure previste dall'art. 66 e se non dovesse bastare, e qui Casini ha già messo le mani avanti, si può sempre cavillare sul fatto che la condanna è si di 4 anni, ma la pena effettiva sarò limitata a un anno. Vedremo come si schiereranno le parti politiche interessate, esclusa ovviamente quella rimasta orfana in questi giorni, la cui posizione è scontata, soprattutto dopo l'indegna farsa della raccolta delle dimissioni da presentare come forma di ricatto al Presidente della Repubblica. La presidenza Sel della commissione, la presenza vigile di M5S e le dichiarazioni di Epifani, finalmente univoche, fanno ben sperare.
Sul fronte strettamente giudiziario, inoltre, gli avvocati Ghedini e Longo rimpingueranno le loro parcelle estendendo il più possibile i tempi della procedura dinnanzi alla Corte d'appello per la determinazione della pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici; ultimo atto, il ricorso alla corte europea di Strasburgo, fedeli alla narrazione che il più grosso bandito italiano degli ultimi vent'anni sia un perseguitato politico.
In parallelo la campagna mediatica su Tv e giornali di proprietà per convincere i nove milioni di elettori residui (nove se ne sono già andati!) che sono anch'essi orfani non di un capo di partito ma di un padre, di un unto dal Signore, di una speranza di vita, di un amore irrazionale e perduto, senza il quale si è destinati a non sopravvivere, senza il quale non si è nulla. 

Aggiornamento del 6 agosto.
L'ultima furbizia: la legge Severino-Monti sarebbe incostituzionale perché retroattiva: infliggerebbe una sanzione per un reato commesso prima dell'entrata in vigore della legge stessa; secondo questa concezione qualunque condannato, diciamo ad es. Dell'Utri o Cosentino, potrebbe essere eletto e far parte del parlamento. 


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