giovedì 1 maggio 2014

Primo Maggio



Funerali di Togliatti

"L'Opera manifesto del pittore siciliano Renato Guttuso (1911 - 1987), ritrae il corteo che nel 1964 partecipò a Roma ai funerali di Palmiro Togliatti, segretario e leader del Partito Comunista Italiano. Al rosso acceso delle bandiere si contrappongono i grigi e i bianchi dei volti dei partecipanti, anacronisticamente mescolati nello stesso evento, quasi a significare che gli ideali sopravvivono agli uomini"

Un primo Maggio con Togliatti
Analogie e differenze tra l'Italia di allora e di oggi.

L'identificazione del "popolo" con la figura della sua guida é una costante nella storia del secolo breve e purtroppo anche di quello attuale. Allora ci si identificava con un capo carismatico al punto da piangerlo come un familiare (la donna anziana china sulla bara sembra che abbracci un figlio morto) ma l'identificazione andava oltre alla figura del leader: c'era nel sentire popolare anche l'identificazione nelle idee, negli ideali.
Ben altra cosa dalla parallela identificazione degli anni novanta in personaggi come Bossi, nelle allegre e al tempo stesso tristissime scampagnate annuali a Venezia, in adorazione dell'ampolla del dio Po.
Ben altra cosa dal sentimento del "vorrei ma non posso" che muoveva tanti italiani al seguito del pregiudicato, che maneggiava maree di denaro, pulito e sporco, ma, soprattutto, faceva "girare la patonza".
Ben altra cosa dalla contemporanea identificazione nel comico ruggente che non le manda a dire a nessuno, recitando a puntino, come da mestierante consumato, copioni ben confezionati.
Ben altra cosa dalla scampagnata dell'altro ieri a Roma per i quattro papi, evento mediatico che ci ha tormentato per due giorni, sapientemente orchestrato da una chiesa che, vivendo nel mondo, conosce bene i meccanismi dell'identificazione e soprattutto la necessità di rinsaldare il sentimento di appartenenza.
Che differenza, anche qui, dai funerali di Papa Roncalli!

Ma la questione di oggi non é l'assenza di un  leader in cui identificarsi: quelli ci sono stati e ci sono, altri ne stanno sorgendo magari meno ingessati, più twittatori, più moderni e meno legati alle apparenze, come quel "giovanotto" sudamericano che vive a Roma in un appartamentino di 70 metri quadrati e farà molto parlare di sé!

Il problema di oggi sono gli ideali, le grandi idee che muovono le coscienze e i corpi, che stimolano le menti, che creano solidarietà, fratellanza e coerenza di stili di vita.

Il lavoro é stato un fortissimo cemento del sentire comune, ha creato solidarietà, unità, cooperazione, condivisione di destini e speranze, adesso che non c'è quasi più, almeno nell'accezione novecentesca, rimane il concerto del primo maggio: forse la musica compirà il miracolo che nessun uomo, nessuna figura carismatica ha saputo compiere sino ad adesso.  

Oppure molto più semplicemente, gli storici del 2400 parleranno della nostra come di una civiltà in decadenza, di nuova caduta dell'impero romano e forse lo scriveranno con gli ideogrammi..  





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