lunedì 12 maggio 2014

Michele Serra, Grillo

Michele Serra** - Beppe Grillo 
Un'antica collaborazione,
adesso divisi






Tratto da il venerdì di Repubblica, 9 maggio 2014



“Pochi giorni dopo le politiche scrissi, proprio su Venerdì, che il clamoroso successo di M5S era prima di tutto il frutto di una rivolta generazionale. Tra i “non rappresentati” i giovani sono la tribù più numerosa e più bisognosa di darsi una voce pubblica. L’età media degli eletti grillini e l’analisi anagrafica di quell’elettorato conferma, mi pare, questa ipotesi. Non ho mai condiviso il giudizio di “antipolitica” che altre firme di questo giornale hanno affibbiato al grillismo, e l’ho scritto in tutte le salse. E considero assurdo accusarlo di “fascismo”, che è tutt’altra cosa.

Ma non voterei mai per questo simbolo. E non lo farei per un insieme di ragioni che ho spesso esposto, ricevendo in cambio, sul blog di Grillo, una
raffica di ridicoli insulti di zero valore e di zero peso. Le ragioni, in estrema sintesi.

1.    Non condivido il mito del web come “nuovo potere orizzontale”; credo al contrario che il web sia manipolabile e falsificabile quanto la nostra povera democrazia in carne e ossa, se non di più; considero non grave, ma gravissimo, che ci si possa candidare grazie a una cinquantina di “clic” sostenendo che solo quella è vera democrazia.
2.    Non condivido “l’umore di fondo” sospettoso, complottista, maldicente che troppo spesso trapela dai grillini. Se tutto è sporco, tutto è casta, tutto è complotto, allora prevale uno “sguardo basso” sulle cose del mondo che non ha niente di rivoluzionario. Le rivoluzioni hanno (sempre!) lo sguardo alto: per abbassarlo, sotto i colpi della storia, c’è sempre tempo. Lei è sicuro, dottor Parisi, che chiunque abbia oggi visibilità sociale sia un kapò? Io no, e non perché abbia fiducia “nell’intellighenzia” come lei scrive, ma perché ho fede nell’intelligenza.

3.    Trovo orribili e pericolose alcune espressioni di Grillo, “mafia rossa”, “fascismi rossi”, le raffiche di vaffanculo, l’urlo sistematico. Non gli ho mai sentito esprimere un dubbio. Sputa sentenze su tutto (Renzi al confronto è un cacadubbi), è di una presunzione patologica. Essergli stato amico per anni, e avere lavorato con lui, non mi esime dal dovere di dire che cosa penso della sua cultura politica: ne penso tutto il male possibile, penso che la sicumera e l’aggressività siano un segno di insicurezza, non di valore e di nobiltà. Grillo è un prodigioso catalizzatore del rancore. Basta per essere un capopolo. Ma per essere un capo rivoluzionario, bisogna saper catalizzare anche le virtù”.

** Serra ha collaborato con Beppe Grillo, scrivendo assieme a lui, nel 1990 il recital Buone notizie, debutto teatrale del comico genovese. 

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