mercoledì 4 giugno 2014

Libertà di stampa




Disinformazione?
No, leggi bavaglio











Un commentatore di ieri, rigorosamente anonimo, ad un mio articoletto su Farage, l'amore senile di Grillo, rintuzzando il mio moderato ottimismo sulla situazione italiana, comunque sempre tutta da difendere, dove facevo riferimento a "una stampa sufficientemente libera", scriveva: "una stampa sufficientemente libera" ??? sarà libera per voi che siete al potere ma all'estero quando fanno le classifiche non mi pare ci mettano ai primi posti. Conosce lei queste notizie o è troppo libero per infischiarsene??

A parte l'onore che mi si fa attribuendomi un potere che non ho (per la legge del contrappasso qualcuno nelle vicinanze afferma che non conto niente), ritengo che la critica sia assolutamente fuorviante e denoti uno scarso approfondimento di notizie captate al volo, utilizzate in mancanza di migliori argomenti. 
Mi spiego: sufficientemente libera non significa libera, significa, invece, costantemente in lotta per la libertà, riuscendoci, a volte, mancando l'obiettivo in altre occasioni.
Le statistiche internazionali che ci collocano quest'anno al 49 posto, ottengono questo risultato perché in Italia esiste ancora il pesante fardello della diffamazione a mezzo stampa. Il rapporto dei reporters sans frontières (RSF), infatti afferma: 


"Nell'Europa meridionale l'unica evoluzione positiva si verifica in Italia, che è finalmente uscita da una spirale negativa e sta preparando una legge incoraggiante per depenalizzare la diffamazione a mezzo stampa". 
Il nostro Paese, sulla mappa di RSF torna ad essere indicato col colore giallo, insieme con i grandi Paesi dell'Europa occidentale.



Se poi l'anonimo lettore, non conoscendo bene il rapporto citato prima, voleva fare riferimento al fatto che i giornali italiani sono orientati politicamente e alcuni sono proprietà di grandi gruppi economici, sfonda una porta aperta, ma il lettore attento sa cosa c'è dietro e cosa c'è da aspettarsi e un pò con l'esperienza, un pò rivolgendosi a una pluralità di fonti (anche la rete, ma con la massima prudenza) riesce a sopravvivere e a formarsi una sua opinione. 
Va aggiunto che la nostra stampa, e qui mi riferisco a quella dei quotidiani e dei periodici, è stata teatro di grandi gesti di coraggio e di eroismo (basti pensare a De Mauro, a Fava, a Francese, a Rostagno e a tutti gli altri meno ricordati), ma é stata anche artefice di grandi inchieste che hanno portato alla luce scandali economici e politici altrimenti messi a tacere. Come non ricordare il grande D'Avanzo che su Repubblica ha iniziato a smascherare l'allora cavaliere con le sue dieci domande; come non ricordare Travaglio, che seppur seguito da una agguerritissima schiera di legali, che gli evitano i guai peggiori, quasi quotidianamente spara a zero su tutto e su tutti? 
Se poi andiamo alle edizioni librarie, anche qui i Travaglio, i Gomez, i Gian Antonio Stella e così via.    
Un bene da tutelare!

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