venerdì 20 marzo 2015

I cambi di casacca




Sono tutti Scilipoti, o no?








“...Il parlamento non è un congresso di ambasciatori di opposti e ostili interessi, interessi che ciascuno deve tutelare come agente o avvocato; il parlamento è assemblea deliberante di una nazione, con un solo interesse, quello dell'intero popolo, dove non dovrebbero essere di guida interessi e pregiudizi locali, ma il bene generale.” 
Edmund Burke,  Inghilterra, 3 settembre 1774


Nessun vincolo di mandato, nessun mandato imperativo è previsto per i parlamentari  nella nostra Costituzione e così nella stragrande maggioranza dei paesi del mondo.  Pochissime eccezioni: Portogallo, Bangladesh, India e Panama, oltre ai paesi del socialismo reale, quando esistevano. (Vedi riquadro in calce sui lavori della Costituente).
Certamente in Italia si sta esagerando, perchè l'assenza di vincoli di mandato, che rende legittimo o addirittura doveroso, in taluni casi, il voto difforme dagli interessi immediati del proprio elettorato o dalle disposizioni del partito di appartenenza, ha dato luogo al ricorrente fenomeno dei cambi di "casacca" e di gruppo parlamentare. Siamo giunti a numeri molto elevati, come si può vedere da questi grafici interattivi.
Ma a ben guardare i numeri presentati dai grafici, l'elemento numericamente più rilevante dell'attuale legislatura è la scissione del PDL, di cui hanno beneficiato il NCD e altri gruppi centristi.
Il PD, accusato da Grillo di fare scouting, in realtà ha guadagnato solo 16 deputati, di cui ben 11 trasfughi da SEL e altri raccattati al centro e dalle spoglie dei montiani.
Nulla di strano: sul carro del PD stanno salendo un pò tutti; il caso limite è in Sicilia (grande laboratorio politico, l'isola!) dove sono entrati Cuffariani, Lombardiani, ex forza Italia ed ex AN. Un partito veramente democratico, una vera "mamma" per tutti!
L'altro fenomeno nazionale è la diaspora dal M5S: ben 35 tra camera e senato. Gente che ha interpretato alla lettera il disposto della Costituzione: se se ne è andata, trattandosi di gente normale senza eccessivo pelo sullo stomaco, disponibile ad affrontare le tonnellate di m...anifestazioni di dissenso della rete; doveva proprio essere stufa.
Altro cosa il fenomeno dei saltimbanchi di sinistra come Migliore, Zan e compagni. Il primo, saltato sul carro del vincitore per diventare governatore in Campania, non ha potuto neanche presentarsi a vantaggio del pregiudicato De Luca, che, se sarà eletto, decadrà il giorno dopo. Il secondo, catapultato da Vendola nel collegio di Padova a scapito di ben altre e più solide presenze,  probabilmente non avrà neanche un posto nel più ristretto ambito della squadra morettiana; sempre ammesso che, grazie alle beghe della lega, Lady Fashion riesca a portare a casa il bottino. Sarebbe in ogni caso una vittoria per demerito...degli altri.
Sbraiti pure Grillo, non c'è soluzione: cambiare questa norma significherebbe non cambiare la politica, ma cambiare la democrazia. L'alternativa è solo una selezione più democratica e veramente partecipata del personale politico da parte sua e da parte degli altri e, in ogni caso, restituendo, la parola ai cittadini attraverso le preferenze. Su questo terreno andrà misurata la coerenza politica e morale degli affezionati alla grande "ditta" PD.
L'elemento distorsivo in tutto questo affare è proprio la mutazione genetica di tutti i partiti, trasformatisi da aggregatori di consensi e di idee (o delle tanto vituperate ideologie) in vere e proprie "ditte" personali, dove il leader non è il capo partito, la guida, ma il padrone della ditta stessa.
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  Il dibattito agli Atti dei lavori del 19.09.1946, seconda Sottocommissione della Commissione per la Costituzione.
Il Presidente Terracini. [...] Apre la discussione sul seguente articolo proposto dall'onorevole Mortati: “I deputati rappresentano la Nazione nel suo insieme”.
Mortati, Relatore, osserva che qui si dovrebbe affrontare la questione del divieto del mandato imperativo. Sottrarre il deputato alla rappresentanza di interessi particolari significa che esso non rappresenta il suo partito o la sua categoria, ma la Nazione nel suo insieme. Si domanda se la disposizione da lui proposta si possa omettere o meno, perché potrebbe anche assumere una particolare importanza, se, ad esempio, si facesse del Senato la rappresentanza della regione o di categorie, e perché non si può dimenticare che oggi i deputati sono espressione dei partiti con i quali hanno un diretto legame. Sta di fatto che il problema esiste ed ha anche avuto un riflesso negli ordinamenti in cui è stabilita la decadenza del deputato quando è sconfessato dal suo partito.
Il Presidente Terracini ritiene che la disposizione in esame si potrebbe omettere. Essa poteva avere la sua ragion d'essere nei tempi passati e col collegio uninominale, quando il deputato si sentiva anche rappresentante di interessi di classe o vincolato al partito che ne aveva proposta e sostenuta la candidatura e quando la rappresentanza era circoscritta al collegio. Conviene comunque con l'onorevole Mortati che la questione non è di facile risoluzione e che qualsiasi disposizione, inserita nella Costituzione, non varrebbe a rallentare i legami tra l'eletto ed il partito che esso rappresenta o tra l'eletto e il comitato sorto per sostenere la sua candidatura.
Mannironi desidererebbe che nell'articolo proposto dall'onorevole Mortati, o eventualmente in un altro, fosse espressamente stabilito che il deputato possa liberamente esercitare il suo mandato senza vincoli di sorta.
Fabbri osserva che la questione si potrebbe semplificare, discutendo se si debba oppure no introdurre nella Costituzione la vecchia formula dello Statuto Albertino, nella quale espressamente si vietava il mandato imperativo da parte degli elettori. In ogni modo è favorevole all'articolo proposto dall'onorevole Mortati.
Di Giovanni ritiene che il concetto espresso nell'articolo in questione venga a caratterizzare la rappresentanza politica. Dire, infatti, che i deputati sono rappresentanti della Nazione equivale a dire che essi sono rappresentanti politici. C'è anche un'altra rappresentanza, quella organica degli interessi, che può trovar posto in altra sede, ad esempio nella seconda Camera.
Lussu ritiene indispensabile introdurre in un articolo della Costituzione il concetto di rappresentanza nazionale del deputato. Ricorda che nel passato essa si intendeva come ammessa; tuttavia vi furono lunghe ed aspre discussioni per stabilire se il deputato rappresentasse il suo collegio o la Nazione. Se, come è probabile, si arriverà ad una Costituzione dello Stato su basi regionalistiche o autonomistiche, sarà necessario affermare nella nuova carta statutaria che il deputato rappresenta la Nazione, e ciò per ovvie ragioni di opportunità.
Bozzi si associa a quanto ha detto l'onorevole Lussu: crede indispensabile introdurre nella Costituzione una norma nel senso indicato, in vista della struttura regionale dello Stato. Nel vecchio Statuto c'era e il non volerla includere nel nuovo potrebbe avere un significato lontano dagli intendimenti della Sottocommissione.
Il Presidente Terracini, per risolvere la questione in esame, mette in votazione la seguente dizione contenuta nel progetto dell'onorevole Conti e assorbente quella proposta dall'onorevole Mortati:
“I deputati sono rappresentanti della Nazione”. (È approvata).
Apre la discussione sulla seguente formula proposta dall'onorevole Conti: “I deputati esercitano liberamente la loro funzione”, formula che preclude la possibilità di un mandato imperativo.
Lussu ritiene implicito che l'esercizio della funzione di deputati sia libero.
Mannironi dichiara che l'avverbio liberamente non gli sembra pleonastico: proporrebbe anzi che dopo le parole: esercitano liberamente le loro funzioni si aggiungessero le altre: e senza vincoli di mandato.
Lussu ritiene che l'onorevole Conti, con la parola liberamente abbia inteso indicare la libertà assoluta. Ciò rende impossibile che il deputato sia perseguito penalmente per l'attività svolta nell'esercizio delle sue funzioni parlamentari. Difatti, l'articolo proposto dall'onorevole Conti così prosegue: “I deputati, durante l'esercizio del mandato, non possono essere arrestati”.
Bozzi ritiene che l'espressione liberamente abbia un contenuto più ampio di quello racchiuso nel concetto di mandato, e debba intendersi nel senso di libertà assoluta, onde è inutile aggiungere le parole senza vincoli di mandato.
Grieco è contrario a includere la formula senza vincoli di mandato, perché, a suo avviso, i deputati sono tutti vincolati ad un mandato: si presentano infatti alle elezioni sostenendo un programma, un orientamento politico particolare. Con l'aggiunta proposta dall'onorevole Mannironi si favorirebbe il sorgere del malcostume politico.
Mortati, Relatore, fa presente che nell'ultimo articolo da lui proposto e non approvato dalla Sottocommissione, si era astenuto dall'introdurre l'avverbio liberamente, pensando che esso potesse riferirsi tanto alle opinioni espresse dai deputati, quanto ai rapporti tra deputati ed elettori o partiti. Ciò per non pregiudicare una questione che dovrà essere risolta in un secondo momento: quella dei rapporti tra deputati ed elettori. Difatti si dovrà decidere se includere o meno nella Costituzione il criterio della revocabilità del mandato da parte degli elettori.
Lussu dichiara di essere contrario all'uso della parola liberamente poiché crede che con essa possano sorgere dubbi di interpretazione.
Il Presidente Terracini mette in votazione la formula: I deputati esercitano liberamente la loro funzione. (È approvata).
Mannironi insiste sulla sua proposta di aggiungere alla formula approvata l'espressione: senza vincoli di mandato.
Fabbri propone, qualora fosse accolta l'aggiunta dell'onorevole Mannironi, di farla seguire da un punto e virgola e dall'espressione: nessun mandato imperativo può darsi dagli elettori.
Mannironi dichiara di non aver nulla in contrario alla proposta fatta dall'onorevole Fabbri.
Il Presidente Terracini mette ai voti l'aggiunta alle parole: i deputati esercitano liberamente la loro funzione, delle seguenti, proposte dagli onorevoli Mannironi e Fabbri:
e senza vincoli di mandato; nessun mandato imperativo può loro darsi dagli elettori. (È approvata).

Successivamente, il 23.10.1946 sempre la seconda Sottocommissione della Commissione per la Costituzione delibera di estendere ai senatori quanto stabilito per i deputati nell'articolo approvato il 19.10.1946. Dopo un anno, il 10.10.1947, l'Assemblea Costituente approva l'articolo nella sua forma definitiva:
Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.
La votazione finale si svolge il 20.12.1947.

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