sabato 15 marzo 2014

Non ci resta che..camminare


A piedi sulla meseta

 


Il cammino di San Francesco









Non ci sono dubbi, l'unica speranza di sopravvivenza é la sobrietà, la ricerca di un nuovo modo di vivere, di essere e di porsi dinnanzi al mondo. Una strada, questa della decrescita felice, ricca di ostacoli, di incertezze e di rischi. Forse solo chi è abituato a marciare ha qualche probabilità di giungere alla meta..(PM)

Non sono religioso. Anche se ho piena consapevolezza della sacralità della vita.
Noi siamo fatti della materia dell’Universo e guidati dalle sue complesse ed ancora misteriose energie. Interrogarci sul senso dell’esistere fa da sempre parte della curiosità umana.
Al di là della dimensione spirituale, c’è poi la nostra vita terrena, coi suoi quotidiani problemi.
Affrontarli fa parte del nostro percorso, se non vogliamo essere vittime lamentose degli eventi.
Viviamo in un’epoca dissacrante. L’egoismo, col denaro ed il potere, suoi ingredienti principali, la fa da padrone. Questa corda tirata oltre ogni ragionevole limite, rischia ora di spezzarsi.
La nostra salute personale e la sopravvivenza del pianeta stesso sono messi in seria crisi.
Ci sentiamo spesso soli ed impotenti di fronte ad ingranaggi che ci sovrastano ed annientano.
La speranza necessita di tentare un dialogo fra le genti e di idee innovative.
Si torna a parlare di povertà. Non solo rispetto alla condizione di ancora intere nazioni.
E nemmeno assistendo all’impoverimento di fasce sempre più ampie degli abitanti della parte ricca del globo. Meccanismi economici non facili da decifrare, e comunque difficili da modificare, ci pongono davanti a situazioni impensabili per chi come noi è cresciuto nel benessere. Il nuovo è che oggi la povertà potrebbe non essere una condizione subita, ma una scelta di stile di vita.
Francesco, il povero di Assisi, pose domande nuove sulla beatitudine di un rapporto semplice ed equilibrato con la natura. Non è per la voce del Papa con lo stesso nome, che pur è un segnale importante, ma per un risveglio di coscienze collettivo, che oggi ci urgono risposte chiare.
Possiamo salvarci e salvare la nostra Terra, siamo ancora in tempo, ma occorre accelerare la svolta.
Prepariamoci da subito a radicali cambiamenti dei valori e della pratica del nostro vivere.
Il cammino, l’andare a piedi, fu scelta costante di San Francesco.

La meseta in primavera

 Era l’esempio sostanziale di un rapporto col tempo e le persone e le cose basato sull’autenticità ed il rispetto di ogni vivente. Porci come viandanti in questa era della velocità e della tecnica raccoglie quella sfida utopica. Non dobbiamo avere paura d’andare contro il presunto progresso. Ogni nostro passo va nella direzione di una ricerca di armonia e di pace fra noi ed il resto del creato.

Fonte: il cammino

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