giovedì 17 ottobre 2013

Legge contro il negazionismo






Senato
Commissione giustizia
Analisi di un caso discutibile di tecnica parlamentare









Approvato il 15 ottobre, in commissione giustizia del Senato, un emendamento trasversale (PD, PDL, SEL, M5S) che introduce in Italia il reato di negazionismo.

Modifica all'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale

1.2

CASSON, CALIENDO, D'ASCOLA, GIARRUSSO, CAPPELLETTI, BARANI, CIRINNÀ, LUMIA, DE CRISTOFARO, ALBERTINI
Sostituire l'articolo 1 con il seguente:
"Art. 1

Il quarto comma dell'articolo 414 del codice penale è sostituito dal seguente:
"Fuori dei casi si cui all'articolo 302, se l'istigazione o l'apologia di cui ai commi precedenti riguarda delitti di terrorismo, crimini di genocidio, crimini contro l'umanità o crimini di guerra, la pena è aumentata della metà. La stessa pena si applica a chi nega l'esistenza di crimini di genocidio o contro l'umanità".

L'emendamento é stato fatto proprio dalla relatrice Capacchione (PD), che avrebbe dovuto riferire in aula col parere favorevole della commissione.

Ieri il Presidente Grasso, sentiti i gruppi parlamentari, ha assegnato alla commissione giustizia la sede deliberante. Nella seduta di ieri pomeriggio, la questione ha preso un'altra piega. Peccato! potevamo avere una legge importante, per di più condivisa da tutti, e in una giornata simbolicamente molto importante (ricorre oggi l'anniversario del rastrellamento del ghetto romano), ma la posizione intransigente del M5S, che ha chiesto e ottenuto la remissione in aula, lo ha reso impossibile.
Questioni di principio (discutibili comunque per casi come questo) o questioni di fondo, inerenti alla libertà di sproloquio in rete, vissuta come  feticcio intoccabile?
Domanda: Grasso ha sentito veramente tutti i gruppi parlamentari o no? e, se si, perchè il M5S ha mutato il suo orientamento in commissione? I maligni possono sbizzarrirsi in mille diverse ipotesi. 
Ecco comunque il resoconto della seduta della commissione

Legislatura 17ª - 2ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 54 del 16/10/2013

GIUSTIZIA    (2ª)

MERCOLEDÌ 16 OTTOBRE 2013
54ª Seduta

Presidenza del Presidente
PALMA 

            Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Ferri.  

            La seduta inizia alle ore 14,40.

  IN SEDE DELIBERANTE 

(54) AMATI ed altri.  -  Modifica all'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale
(Discussione e rinvio. Richiesta di trasferimento alla sede referente)

     Il presidente PALMA  ricorda che nella seduta di ieri la Commissione ha approvato con la quasi unanimità dei Gruppi un testo sul quale ha conferito mandato  alla senatrice Capacchione a riferire oralmente.
            Questa mattina il Presidente del Senato, acquisito il consenso dei Gruppi parlamentari, al fine anche di dare un chiaro segnale di sensibilità da parte del Senato in ordine tanto all'importanza della ricorrenza di oggi del 70° anniversario del rastrellamento del Ghetto di Roma, quanto alla gravità delle tensioni verificatesi in questi giorni a seguito della pubblicazione del cosiddetto testamento spirituale di Erich Priebke e dei suoi funerali, ha deciso di riassegnare il provvedimento in sede deliberante alla Commissione, autorizzandola nel contempo a convocarsi immediatamente e a proseguire i suoi lavori contemporaneamente all'Assemblea.
            Egli propone pertanto alla Commissione di dare per acquisito quale nuovo testo base per il dibattito in Commissione il testo approvato nella seduta notturna di ieri.
           
         Il senatore BUEMI (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE), intervenendo sull'ordine dei lavori, protesta contro una decisione della Presidenza che, impedendo a lui e agli altri senatori della Commissione di partecipare ad un dibattito di così grande importanza e di natura costituzionale come quello che si sta svolgendo in Assemblea, appare profondamente lesivo delle prerogative e degli stessi doveri dei rappresentanti del popolo.

         La senatrice TAVERNA (M5S), a nome del suo Gruppo, osserva che la richiesta di un trasferimento alla sede deliberante non è stata portata alla conferenza dei Capigruppo e che il presidente Grasso non ha acquisito l'assenso del Movimento 5 Stelle che, pure, ha un numero sufficiente di senatori per richiedere la remissione in Assemblea. Ella chiede quindi al presidente Palma di voler approfondire se la riassegnazione alla sede deliberante possa essere considerata valida.

         Il presidente PALMA  replica ai due senatori testé intervenuti osservando come non sia suo compito valutare o acquisire elementi sul modo in cui il presidente Grasso è giunto alla decisione di rimettere il disegno di legge alla sede deliberante. La riassegnazione, in quanto decisa dal Presidente del Senato, è di per sé valida e non oggetto di discussioni. Egli ricorda che comunque, a norma dell'articolo 35, comma 2, del Regolamento, un quinto dei componenti della Commissione o un decimo dei componenti del Senato può chiedere che il disegno di legge sia discusso e votato dall'Assemblea.


         Il senatore LUMIA (PD) invita il senatore Buemi e i colleghi del Movimento 5 Stelle a riflettere sull'opportunità che è data alla Commissione di approvare - sulla base di un testo che già ieri ha ottenuto una convergenza amplissima e che è ulteriormente migliorabile - una disciplina rigorosa, moderna ed equilibrata che dia un forte segnale della volontà del Parlamento di contrastare l'opera di chi, attraverso la negazione dei più grandi crimini del XX secolo e l'incitamento al razzismo, intende attentare ai valori fondanti della nostra Costituzione.

         Il senatore BARANI (GAL) dichiara che questa mattina è stato personalmente presente alle telefonate con cui il presidente Grasso ha acquisito il consenso dei Gruppi, e ritiene dunque che non vi siano appunti da muovere al suo operato.
            Egli auspica quindi che il collega Buemi e il Movimento 5 Stelle vogliano consentire al mantenimento del testo in sede deliberante.

         Dopo un intervento del senatore GIARRUSSO (M5S), il quale osserva che le critiche della sua parte politica sono dettate esclusivamente da un lato da questioni di metodo, e dall'altro dalla volontà di garantire che su un argomento così delicato, importante e solenne sia coinvolta l'intera Assemblea, rileva che comunque il Movimento 5 Stelle è favorevole ad una rapida calendarizzazione del provvedimento in Assemblea.

Il senatore CALIENDO (PdL) invita i colleghi a riflettere sul fatto che l'articolo 35, comma 2, del Regolamento, consente di richiedere il trasferimento di sede in qualsiasi momento fino all'approvazione definitiva del disegno di legge. Pertanto egli ritiene che sarebbe opportuno iniziare la discussione in sede deliberante in modo da verificare se vi possa essere una convergenza su un testo che tutti ritengano sufficientemente equilibrata, fermo restando che talora tale convergenza non si verifichi ci sarà sempre la possibilità, per chi lo voglia, di richiedere il trasferimento di sede.

Dopo interventi del senatore CASSON (PD), che si esprime favorevolmente al mantenimento della sede deliberante, e del senatore FALANGA (PdL), che svolge alcune considerazioni di carattere regolamentare, il presidente PALMA, al fine di consentire ai componenti della Commissione di valutare attentamente la strada procedurale che intendono seguire, ritiene opportuno sospendere brevemente la seduta.
Resta inteso che, qualora alla ripresa non risulti presentata richiesta di trasferimento di sede da un quinto dei componenti della Commissione - effettivi o delegati dal Gruppo in sostituzione di componenti effettivi - ovvero da un decimo dei componenti dell'Assemblea, si darà inizio alla discussione con la relazione e la discussione generale, a conclusione della quale verrà dato un breve termine per gli emendamenti in modo da consentire l'approvazione del testo questa sera stessa, essendo evidente che una dilatazione dei tempi farebbe venir meno quelle esigenze per le quali la Presidenza aveva ritenuto di riassegnarlo alla Commissione in sede deliberante.

            La seduta, sospesa alle ore 15,10, riprende alle ore 15,30.

Prende la parola la relatrice, senatrice CAPACCHIONE (PD), osservando che la Commissione può certamente assumere come testo base per la discussione quello che era stato approvato nella seduta di ieri in sede referente, con una convergenza particolarmente ampia.
In realtà  i membri della Commissione erano consapevoli che il testo approvato, certamente migliorativo rispetto alla stesura originaria, avesse comunque bisogno di un ulteriore approfondimento in Assemblea, in particolare per quanto riguarda la formulazione del nuovo comma inserito dopo il terzo comma dell'articolo 414 del codice penale, con il quale si prevede la specifica fattispecie della negazione di crimini di genocidio  e crimini contro l'umanità.
In realtà la formulazione approvata appare eccessivamente ampia e generica, tale da consentire perfino l'incriminazione per opinioni espresse durante una conversazione salottiera.
Ella ritiene invece che la fattispecie criminosa vada configurata in maniera molto più tassativa, da un lato chiarendo che la negazione deve avere ad oggetto l'effettiva commissione di crimini di genocidio e contro l'umanità e che deve essere espressa pubblicamente, ma soprattutto inserendo un elemento di dolo specifico, nel senso di precisare, anche alla luce degli insegnamenti della Corte costituzionale in materia di reato di apologia, che la negazione dei fatti di genocidio deve avere lo scopo di realizzare in maniera efficace un incitamento all'odio razziale, etnico o religioso.

Il senatore CAPPELLETTI (M5S) presenta al Presidente una richiesta di rimessione all'Assemblea del disegno di legge.

Il PRESIDENTE osserva che la richiesta di trasferimento di sede è firmata, oltre che dai senatori Giarrusso, Buccarella, Cappelletti e Buemi, anche dal senatore Giovanardi, che però non è componente della Commissione e non risulta munito di delega per sostituire altri componenti del Gruppo del Popolo della Libertà.
Pertanto, la richiesta di trasferimento di sede non risulta appoggiata da un quinto dei senatori, come prescritto dal Regolamento.

Ad una richiesta di chiarimenti del senatore GIOVANARDI (PdL), il presidente PALMA (PdL) ribadisce che non vi è alcuna sostituzione a favore del senatore Giovanardi sottoscritta dal presidente del Gruppo del Pdl, ovvero dal rappresentante del Gruppo in Commissione.

Si apre la discussione generale .

Il senatore CASSON (PD) osserva come già nel corso dell'esame in sede referente fosse stato chiaro come il problema di una corretta configurazione giuridica del reato di negazionismo fosse quello di garantirne la tipicità e, soprattutto, di non creare una norma che finisse per colpire la libertà della ricerca storica, intendendo con questo termine non solamente quella accademica.
Certamente il testo approvato ieri in Commissione -  totalmente condivisibile nella parte in qui inserisce i crimini di genocidio e i crimini di guerra tra i delitti di cui al quarto comma dell'articolo 414 del codice penale in riferimento ai quali il reato di istigazione o apologia risulta aggravato - suscitava invece molte perplessità per quanto riguardava la specifica definizione del reato di genocidio, introdotto, sempre all'articolo 414, con un apposito comma, collocato dopo l'attuale comma terzo.
In proposito egli condivide le considerazioni della relatrice circa la necessità di definire la nuova fattispecie delittuosa sotto il profilo del dolo specifico, e cioè della volontà di istigare attraverso la negazione di fatti di genocidio l'odio razziale, etnico o religioso, nonché circa il carattere necessariamente pubblico che deve rivestire la negazione stessa; dove invece egli ha delle perplessità è in riferimento all'introduzione del concetto di effettività degli atti di genocidio negati, dal momento che in questo modo si introdurrebbe il dibattito storico nel giudizio penale, allargando in tal modo la discrezionalità del giudice, che deve invece rimanere confinata alla valutazione della ricorrenza della condotta tipica.

La senatrice TAVERNA (M5S) dichiara di volere sottoscrivere la richiesta di trasferimento di sede testè presentata.

Su richiesta del PRESIDENTE, il senatore BUEMI (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) conferma la sua sottoscrizione della richiesta di trasferimento di sede, osservando che egli sarebbe stato anche disponibile ad accettare che il disegno di legge in titolo fosse discusso ed approvato in sede deliberante, qualora i lavori della Commissione non fossero stati coincidenti con quelli di un dibattito così importante come quello in corso in Assemblea.

Anche il senatore GIARRUSSO (M5S) conferma la sua richiesta che il disegno di legge sia discusso e votato dall'Assemblea, osservando che proprio la sua importanza sul piano politico e culturale, che viene qui giustamente richiamata, dovrebbe rendere evidente a tutti i senatori la necessità della discussione in sede plenaria.

Il senatore BUCCARELLA (M5S) conferma anch'egli la sua richiesta di trasferimento di sede, ritenendo che il Senato non debba lasciarsi condizionare da elementi rituali e retorici come quello della ricorrenza di un anniversario, ma debba discutere di un argomento di questo rilievo con la solennità e la partecipazione assicurate dall'Assemblea plenaria e non certo approvarlo nel chiuso di una stanza.

Il senatore CAPPELLETTI (M5S), nel confermare la richiesta di trasferimento di sede, invita il Presidente e tutti i Gruppi ad associarsi alla sua parte politica nel richiedere alla Presidenza del Senato una rapida calendarizzazione in Assemblea.

La senatrice TAVERNA (M5S), infine, nel confermare la richiesta di trasferimento di sede, rileva che sarebbe stata necessaria da parte della Presidenza del Senato una maggiore attenzione alle valutazioni dei Gruppi.

Il presidente PALMA  preso atto che la richiesta che il provvedimento sia discusso ed approvato in Assemblea, risulta appoggiata, a norma dell'articolo 35, comma 2, del Regolamento, da un quinto dei componenti della Commissione, dispone che l'esame prosegua in sede referente.

IN SEDE REFERENTE 

(54) AMATI ed altri.  -  Modifica all'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale
(Esame)

Intervenendo sull'ordine di lavori il senatore LUMIA (PD) esprime vivo rammarico per il fatto che la Commissione abbia perso un'occasione di scrivere una bella pagina nella storia del Senato approvando in maniera concorde un testo di grande valore politico, giuridico e morale.
In proposito egli ritiene molto discutibili le considerazioni del senatore Buccarella in ordine al fatto che qui si volesse approvare la legge, come egli ha detto, nel chiuso di una stanza. In realtà la potestà legislativa di questa Commissione in sede deliberante trae la sua fonte direttamente dalla Costituzione e i suoi lavori sono assolutamente pubblici, in quanto è redatto resoconto stenografico di tutto ciò che viene affermato.
Chiede infine al Presidente se, al di là del numero dei richiedenti, siano state osservate tutte le formalità per la richiesta di trasferimento in sede referente

Il presidente PALMA fa presente che l'articolo 35, comma 2, del Regolamento non  prevede alcuna formalità particolare per la richiesta che il provvedimento sia rimesso all'Assemblea, se non quella relativa al numero dei richiedenti.

Il senatore BARANI (GAL) manifesta il proprio rammarico per la decisione dei colleghi di non proseguire l'iter in sede deliberante.
Trova poi singolare che, di fronte a un testo che poteva essere approvato facilmente nella condivisione generale, si sia obiettato che la sua importanza ne rendeva necessario l'esame da parte dell'Assemblea; seguendo tale ragionamento un disegno di legge quale la riforma dell'articolo 416-ter del codice penale, certamente non meno importante e più controverso, dovrebbe parimenti essere rimesso all'Assemblea.
Il  comportamento del Movimento 5 Stelle, che sembra aver avuto un ripensamento sulla riassegnazione in sede deliberante, non pare ispirato a quel rispetto per la Costituzione vigente che proprio in queste ore in Assemblea si dice di voler difendere, e che stabilisce anche che il parlamentare eserciti il proprio ruolo secondo la sua coscienza e senza vincolo di mandato.

Il senatore CALIENDO (PdL) esprime il proprio vivo rammarico per il fatto che non si sia potuto procedere nella giornata di oggi all'approvazione di un disegno di legge sul quale, apportando i necessari miglioramenti rispetto al testo approvato ieri, si sarebbe potuta conseguire un'amplissima maggioranza, e pertanto auspica un ripensamento dei senatori che hanno richiesto il trasferimento di sede.

Il presidente PALMA  fa presente che, a termini di Regolamento, il trasferimento di sede è già stato disposto.

La senatrice DE PETRIS (Misto-SEL) si associa al rammarico espresso dai colleghi che l'hanno preceduta, osservando che la questione sollevata dal senatore Buemi circa la contemporaneità di lavori importanti in Commissione e in Assemblea non è certamente nuova, e la cosa si è verificata anche con riferimento a provvedimenti la cui approvazione ha oggettivamente minore urgenza di quella conferita al disegno di legge sul negazionismo non solo da ricorrenze simboliche, che pure hanno la loro importanza, ma dai fatti di cronaca di questi giorni.

Il senatore GIOVANARDI (PdL) valuta positivamente il trasferimento di sede del disegno di legge la cui rassegnazione in sede deliberante appariva quanto mai criticabile per motivi di metodo e di merito.
In proposito egli osserva che, secondo la prassi, l'assegnazione in sede deliberante è riservata o a provvedimenti di minima portata e carattere estremamente settoriale, ovvero a disegni di legge sui quali si registra un consenso praticamente totalitario.
Certamente non era questo il caso di un provvedimento che, estendendo la tutela penale da riservare alla negazione di un fatto incontrovertibile e di dimensione e caratteristiche praticamente uniche come la Shoah a tutte le vicende che possono prestarsi alla definizione di genocidio, determina una compressione della libertà di ricerca storica, che certamente suscita perplessità che non possono essere condivise in tutte le parti politiche, come dimostra l'intervento pronunciato ieri in Commissione dal senatore Gotor.

Il senatore CAPPELLETTI (M5S) osserva che in nessuno degli interventi pronunciati sull'ordine dei lavori ha registrato un'adesione alla richiesta della sua parte politica che la Commissione si faccia interprete presso la Presidenza del Senato della necessità di una rapida calendarizzazione del disegno di legge in titolo.

Dopo un intervento del PRESIDENTE, il quale esprime il proprio rammarico per il fatto che la Commissione non sia riuscita ad approvare un disegno di legge che pure avrebbe rappresentato un segnale politico di grandissimo rilievo, il senatore BUCCARELLA (M5S) precisa che l'espressione da lui precedentemente usata circa la necessità di non approvare il provvedimento nel chiuso di una stanza, non intendeva assolutamente sminuire il ruolo istituzionale delle Commissioni parlamentari; pertanto i rilievi formulati dal senatore Lumia appaiono impropri e ingiustificati.

Il senatore FALANGA (PdL) - senza voler certamente assumere il ruolo di avvocato del senatore Lumia che in questo momento non è presente in Commissione -  fa presente al senatore Buccarella che quando egli ha lodevolmente riconosciuto di avere usato un'espressione infelice e tale da suscitare equivoci, non può poi fare una colpa al senatore Lumia se in tale equivoco è caduto.

Il PRESIDENTE propone di confermare  il mandato conferito alla senatrice Capacchione a riferire all'Assemblea sul testo approvato nella seduta di ieri, autorizzandola a richiedere di poter riferire oralmente.

            La seduta termina alle ore 16,15.
Fonte: senato.it

2 commenti:

  1. ecco perché in Italia non ci si interessa di politica... Un papiro lungo quanto l'Odissea per spiegare, come sempre in maniera astrusa, che non si è concluso niente. Gli italiani ringraziano.

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  2. Mafia: sciolto comune, caso scoperto da giovane cronista
    Minacciata a 23 anni. A Sedriano primo provvedimento in Lombardia
    16 ottobre, 21:30

    di Fabrizio Cassinelli

    Il giorno dopo lo scioglimento del consiglio comunale di Sedriano da parte del Consiglio dei ministri, la cittadina del Milanese è presa d'assalto da giornalisti e televisioni. Il provvedimento infatti (il primo che coinvolge un comune della Lombardia per infiltrazioni mafiose) è come se ufficializzasse la presenza di un territorio 'contaminato' non solo nel tessuto economico finanziario, come in altri casi analoghi, ma per la prima volta nelle sue istituzioni, con buona pace di chi sosteneva la tesi che al Nord "la mafia non esiste".

    La criminalità organizzata invece, soprattutto di matrice 'ndranghetista, emerge di continuo in tutte le ultime inchieste giudiziarie, come la 'Infinito'. Per dirla come il Procuratore Capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, quello di oggi ''è un primato di cui avremmo fatto volentieri a meno, ma è l'ultimo indicatore di un radicamento del tessuto mafioso in Lombardia''. Ma se la stampa oggi pone il paese sotto i riflettori, per due anni, spesso in solitaria, a lottare per portare a galla la verità è stata una giovane giornalista, che per il suo lavoro è stata querelata e minacciata.

    La vicenda di Sedriano si intreccia infatti con quella di Ester Castano, prima diffidata e querelata più volte dal sindaco Alfredo Celeste (Pdl) (pretendeva che lei non gli si avvicinasse e non gli facesse domande) e infine minacciata dalla criminalità con un biglietto d'auguri giunto insieme a un proiettile nella sede del suo giornale locale alla fine dello scorso anno. Una vicenda che la ragazza, che ha solo 23 anni, ha affrontato con grande coraggio senza mai smettere di scrivere per la testata per cui collabora. "Che soddisfazione - dice all'ANSA - soprattutto verso chi mi diceva 'tu vedi la mafia ovunque perché sei siciliana'".

    Ester, che è solo una collaboratrice, dovrà difendersi in tribunale ma non si scoraggia: "Ho fatto solo il mio lavoro di giornalista - racconta - Abbiamo cominciato da un'inchiesta sull'erba ingiallita del parco comunale, scoprendo che durante i lavori vi erano stati tombati dei rifiuti speciali, e poi non abbiamo fatto altro che leggere carte e raccogliere fatti che erano sotto gli occhi di tutti". La decisione di sciogliere l'amministrazione è stata presa nella seduta del Consiglio dei ministri di ieri "al fine di consentire le operazioni di risanamento delle istituzioni locali, nelle quali sono state riscontrate forme di condizionamento della vita amministrativa da parte della criminalità organizzata...".

    Secondo la Procura di Milano, infatti, il sindaco avrebbe piegato le sue funzioni agli interessi di due imprenditori legati alla 'ndrangheta, ovvero Eugenio Costantino (legato al clan Di Grillo-Mancuso), proprietario di vari Compro Oro, e Silvio Marco Scalambra, titolare di alcune cooperative. Costantino e Scalambra sono anche parenti di due donne che sono state consigliere di maggioranza a Sedriano, Teresa Costantino e Silvia Fagnani. Entro la fine del mese dovrebbe arrivare la decisione del gup che stabilirà se rinviare a giudizio Celeste (che è stato per tre mesi agli arresti domiciliari), oppure se archiviare la sua posizione. Nelle scorse settimane intanto il pm della Dda di Milano, Alessandra Dolci, ha chiesto la misura della sorveglianza speciale per Celeste. Istanza da cui è emerso che al sindaco viene contestata anche l'aggravante di aver favorito la 'ndrangheta.

    Politici, affari, famiglie, imprenditori... Meditate gente, meditate.

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