lunedì 28 ottobre 2013

Matteo Renzi

Dopo la Leopolda, un pò di ironia, presa in prestito da Alessandro Lanteri,  unita a un sincero augurio a tutti gli amici del PD di ritrovare la rotta e ottenere un segretario che li porti fuori dalle secche attuali e dai sospetti. Dei quattro candidati iniziamo dal favorito, il boy scout Matteo. Però uno che dice: "mai più larghe intese, mai più giochini sulle spalle degli italiani" va preso sul serio e incalzato affinché alle parole faccia seguire i fatti. PM


Di seguito un breve elenco – ovviamente non esaustivo – delle principali tipologie umane che attualmente supportano Matteo Renzi in vario modo. Il campionario è variegato e anche discretamente interessante dal punto di vista umano e sociologico.
I DemoRenziani  - sono tutti quegli iscritti al PD che hanno sostenuto Renzi alle primarie 2012, lo sosterranno nel 2013 e rimangono convintamente nel PD. Generalmente tra i 30 e i 50, ammirevoli per la grande pazienza vista la loro evidente emarginazione nel nutrito gruppo di supporter sia nella primarie 2012 – in cui essere iscritti al PD era considerato dagli altri renziani più o meno equivalente a curare poco la propria igiene personale – che in questo congresso in cui si perdono evidentemente in mezzo alla folla dei “born-again-renzian”. La loro canzone simbolo non può che essere “Uomini soli” dei Pooh.
I Renzisti – la fascia dei duri e puri. Sono raggruppati in varie associazioni che applicano il renzismo a qualunque cosa e in diverse occasioni per mostrare la loro renzietà assoluta hanno pensato bene di creare liste Renziste contrapposte a liste DemoRenziane in diverse elezioni amministrative. Il PD per loro è il male assoluto, l’obiettivo di innovarlo profondamente coincide col suo annientamento e pertanto non hanno avuto difficoltà a spalancare le porte della renzietà a diversi esponenti di centrodestra molto chiacchierati. Sono in profonda crisi di identità perchè non hanno digerito tutt’ora che Matteo Renzi voglia fare il segretario del PD. A lui dedicano sentitamente “TPS – Ti porto sfiga” degli 883 – con le parole un po’ forti che ovviamente nascondono un ossessione amorosa irrazionale e incurabile.
I ParaRenziani – Un altro fenomeno comune in tutta Italia è la nascita di sostenitori di Renzi chiaramente non renziani. Alcune fasce di militanti del centrosinistra, nate principalmente in funzione delle battaglie per un lavoro dignitoso, per l’acqua pubblica e contro gli inceneritori, si ritrovano a sostenere la parola di Matteo nonostante siano perfettamente consci che devono sostenere un beniamino che non condivide nulla o quasi della loro idea di mondo; il renzismo DOC prevede infatti la riforma Ichino del mercato del lavoro, la privatizzazione spinta della gestione dell’acqua e un certo decisionismo per la gestione dei rifiuti. Sono quelli che la vivono peggio. Ritornello simbolo è “se stiamo insieme ci sarà un perchè” di Cocciante, sperando che il perchè ci sia.
L’IntelliRenzia – la novità più significativa e numerosa. Il gruppo è variegato, ma per capirci dentro vi sono quelli che sono stati occhettiani, veltroniani, dalemiani, prodiani, , veltroniani, bersaniani e ora coerentemente renziani  e al suo interno ci sono tanti “grossi calibri”. Non credo ci sia molto altro da dire, perché la linea politica e i conseguenti posizionamenti sono frutto di una linea politica chiarissima. Non poteva che essere un hit un po’ demodé di fine ’70 la loro canzone simbolo, ovvero “Born to be alive“.
I Disperenziani – simili ai pararenziani, approdano al renzianesimo per la semplice speranza che “sialavoltabuona”. Renzi non gli piace, non li convince, ma la semplice speranza che con Renzi si possa andare al governo senza mastellame e bertinottame. Sono quelli che la vivono peggio, anche perchè segretamente pensano che tra Letta e Renzi nel 2014 finirà come con Prodi e Veltroni nel 2008, ovvero tutti sconfitti e tutti a casa. Canticchiano sempre coerentemente SOS degli ABBA

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