giovedì 27 giugno 2013

L'arte di essere felici





L'arte di essere felici



Egli s’illude che la sua prosperità sia stabile, che i beni a lui toccati non solo siano duraturi, ma crescano; e, dimenticando la volubilità a cui soggiacciono le cose umane, a sé solo promette una stabile fortuna.
Ma il vero bene che non muore, stabile ed eterno, è costituito dalla saggezza e dalla virtù: questo bene è l’unica cosa immortale avuta in sorte dai mortali. Eppure essi sono così insensati e dimenticano tanto facilmente il destino mortale verso cui sono spinti giorno per giorno, che si meravigliano se perdono qualcosa, quando un giorno dovranno perdere tutto. Qualunque sia l’oggetto di cui sei riconosciuto padrone, esso è accanto a te, ma non è tuo.
Che faremo, dunque, di fronte alla perdita dei beni? Ci ricorderemo di essi e impediremo che con essi vadano perduti anche i frutti che ne abbiamo ricavato. Se ci è tolto il possesso, non può esserci tolto il ricordo di esso.
È veramente ingrato chi, dopo aver perduto una cosa, non si considera in debito per averla posseduta. Il caso, anche quando ci toglie una cosa, ci lascia tuttavia quei vantaggi che la cosa ci ha dato; ma noi, con i nostri ingiusti rimpianti, perdiamo anche quei vantaggi.

Lucio Anneo SenecaLettere a Lucilio

1 commento:

  1. Ehi ci siete cascati: in 5 minuti siete venuti in 25 a vedere questo post, vi aspettavate una ricetta più facile?

    RispondiElimina

Informazioni

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Parte delle immagini, loghi, contributi audio o video e testi usati in questo blog viene dalla Rete e i diritti d'autore appartengono ai rispettivi proprietari. Il blog non è responsabile dei commenti inseriti dagli utenti e lettori occasionali.