sabato 15 giugno 2013

Cinque stelle e il voto amministrativo

Cinque stelle e il voto amministrativo


Oggi due articoli, dedicati agli "amici" di 5 stelle, che vanno in crisi di astinenza se non si parla di loro, anche nei più secondari blog, della sperduta provincia del Nord-est.
Il primo è di Andre Mollica, che presenta una sintesi delle posizioni del prof. D'Alimonte, possibilista sul futuro del movimento e realista sulle cause della flessione alle ultime amministrative. Una chiave di lettura sulla quale mi trovo d'accordo, tranne che sull'ultima affermazione di Mollica: non è vero che nel mezzogiorno il movimento è esploso dopo le regionali siciliane, o meglio è esploso alle nazionali, spazzando via un ceto politico compromesso e complice del malaffare, ma è crollato miseramente anche li alle ultime amministrative, raggiungendo numeri inferiori all'8%. E' di tutta evidenza che la mancanza di seri e radicati riferimenti locali penalizza fortemente alle amministrative.. PM

La lettura di D'Alimonte, di Andrea Mollica

La contrazione del Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni amministrative è stata evidente rispetto alle ultime politiche. Nei 14 comuni capoluogo andati al voto amministrativo dove il M5S aveva presentato una propria lista, la formazione guidata da Beppe Grillo è passata da un risultato medio del 26,3% ottenuto alle elezioni di febbraio ad un ben più deludente 11,3%. Una flessione molto marcata, che in alcuni casi ha rappresentato una vera e propria emorragia di consensi. A Viterbo, ad esempio, il Movimento 5 Stelle ha perso oltre il 75% dei consensi acquisiti solo tre mesi prima. Il paragone tra politiche ed amministrative evidenzia sì una fortissima contrazione, che però deve essere valutata con grande attenzione, soprattutto in prospettiva futura.
Un’analisi del professor Roberto D’Alimonte evidenzia alcuni punti di riflessione sul risultato del M5S, che sottolineano quanto sia prematuro parlare di calo e soprattutto di declino. 
D’Alimonte prima di tutto rimarca come le elezioni amministrative vadano considerate in modo diverso rispetto alle politiche, sopratutto per una forza nuova, e non radicata sul territorio, come il Movimento 5 Stelle. La mancanza di una diffusa classe dirigente locale, ed una competizione come l’elezione di un sindaco, molto incentrata sulla figura di una personalità riconosciuta, penalizza chi chiede consensi per i “cittadini”. Un’ulteriore penalizzazione è rappresentata dall’assenza del proprio “leader carismatico”. D’Alimonte traccia un’analogia tra il M5S e le varie formazioni di Silvio Berlusconi, che hanno ottenuto regolarmente risultati più deludenti alle amministrative rispetto alle politiche proprio per il mancato traino del loro leader.
Un ulteriore elemento di riflessione è costituito inoltre dall’avanzata del Movimento 5 Stelle nelle ultime elezioni amministrative, confermato anche dal dato dello scorso fine settimana. Alle comunali del 2011 il M5S era presente in 18 capoluoghi su 29 ed aveva ottenuto in media il 4,4%. L’anno scorso invece le liste riferite alla formazione di Grillo erano presenti in 20 capoluoghi su 26, ed avevano conquistato l’8,2% di preferenze in media. In questa tornata amministrativa è stata confermata la crescita registrata alle comunali, anche se è completamente mancato l’effetto trascinamento provocato dal clamoroso boom delle politiche. Rispetto al 2012 non si è però registrato alcun exploit tale da portare il M5S al ballottaggio in un comune capoluogo, e in questa metrica si registra un calo della formazione. L’anno scorso il Movimento 5 Stelle andò al secondo turno in cinque comuni, quest’anno invece solo in 3, a Pomezia, vicino Roma, Assemini, nella provincia di Cagliari e nella veneziana Martellago. C’è un ulteriore dato da rimarcare rispetto alla tornata amministrativa 2012, quando il M5S diventò già la terza formazione politica del paese, ruolo confermato anche nelle comunali 2013. All’epoca il Movimento otteneva buoni risultati solo al Nord e al Centro, mentre al Sud era una forza molto marginale. Dalle regionali siciliane in poi i 5 Stelle sono esplosi anche nel Mezzogiorno.



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