giovedì 30 aprile 2015

Controcorrente


Una scommessa sulle ceneri di un partito e della democrazia.




Allora facciamo il punto: 
  • La buona scuola, a causa della confusione che sta gettando sul problema del precariato,  si avvia a diventare l'affare del secolo per la classe forense italiana.
  • Si va verso una riforma elettorale che trasformerà il parlamento in una forma allargata del consiglio comunale di un qualsiasi piccolo comune: chi vince anche con il 20-25% dei voti degli aventi diritto, prende tutto, decide e comunica alla minoranza, ammessa solo con diritto di tribuna. Chi trae vantaggio da questo? Il paese, la democrazia? no! il partito di Renzi, che non è più il partito democratico, e in subordine il M5S che, non a caso, non ha eretto le barricate di altre meno pregnanti occasioni. Verosimile un duello al ballottaggio tra due giganti come Renzi e Di Battista.
  • La medesima riforma elettorale che andava bene anche ai berluscones, adesso, che sono sull'orlo della scomparsa dalla faccia della terra, viene da loro giudicata fascista.
  • Siamo all'abuso del termine fascista, mai pronunciato prima da chi voleva abolire il 25 aprile e ancora adesso diserta le manifestazioni, quando si nomina la resistenza. Pronunciato, invece, con indignazione da chi ha votato e difeso in parlamento ogni forma di legge ad personam (pro B): tutto questo farebbe ridere se non rischiasse di essere il preludio ad una farsa tragica per il nostro futuro. 
  • Cambiando prospettiva: quando Renzi era accusato a sinistra di voler coinvolgere contro ogni etica il morente berlusconismo, replicava, da grande uomo di Stato, che le riforme istituzionali non si fanno per sè, ma per il paese.
  • Un intero popolo disorientato e senza più riferimenti si avvierà all'astensione, una eterea forma di disobbedienza civile, che invece dovrebbe prevedere azioni più concrete e incisive. 
  • La minoranza PD si spacca: senso dello stato, fedeltà alla ditta oltre  ogni evidenza, o calcolo pensionistico?
  • Il senato si avvia a diventare come un mega consiglio provinciale di nominati senza grandi poteri. A proposito come ricollochiamo gli esuberi di Palazzo Madama?
  • Un grande partito viene fatto estinguere non per merito del nuovo leader, ma per demerito degli altri.
  • A livello locale il partito del premier esprime un volto, se possibile, ancora peggiore di quello nazionale: boss locali, talvolta impresentabili anche per l'onnivoro premier dalla bocca buona, a fianco di tante brave persone che continuano a "militare" ormai chiedendosi essi stessi perchè e per chi.
Difficile opporre a tutto questo l'ottimismo della volontà e il 31 maggio si avvicina!

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