mercoledì 8 ottobre 2014

BUFALE IN INTERNET



Bufale e mezze bufale
Un caso esemplare







Ebbene, lo confesso: ci sono cascato anch'io, quando qualche giorno fa ho trovato su FB un post, che riproduceva il parere di un fantomatico Ispettorato del Congresso americano sull'immigrati italiani negli Stati Uniti, non ho resistito alla tentazione di condividerlo.

Il contenuto del post é congruente con quanto ho già letto, non su internet, ma su autorevoli testi, come quelli di Gian Antonio Stella, riecheggiava, inoltre, i pregiudizi sugli italiani esplosi nel caso Sacco e Vanzetti e riesumati dalle dichiarazioni strappate attraverso un'intercettazione a Richard Nixon.

La cosa mi stuzzica, perché attualmente assistiamo a forme di razzismo simili o peggiori di quelli che hanno subito gli italiani di allora, ma questa volta rivolta dagli italiani agli immigrati in Italia; inutile dire che le argomentazioni erano e sono le medesime.
Non resisto alla tentazione di sottolineare il passo che indica i lombardi e i veneti come duri di comprendonio, cedendo alla facile ironia offertami da una sorta di legge del contrappasso al contrario, che colpisse Veneti e Lombardi, in questo momento storico molto attivi nella "lotta agli invasori".

Mai fidarsi! Un amico, attento lettore, forse piccato da una errata interpretazione dell'ironia su veneti e lombardi, a torto ritenuta malevola, va a fondo della questione. E vediamo cosa scopre, avvalendosi, per altro di un sito che io stesso avevo in passato consigliato per ottenere aiuto nello sventare le bufale circolanti in internet. Il CICAP, infatti, dimostra, in modo "apparentemente" chiaro e definitivo che il testo non è originale, non se ne conosce la fonte esatta, è comparso in versioni diverse, con alcune significative varianti. L'autore Paolo Attivissimo, su Cicap, conclude, però, che " Vera o fasulla che sia, insomma, la citazione rispecchia comunque fedelmente il sentimento dell'epoca. Se è inventata, è perlomeno verosimile. 
L'indagine si chiude quindi senza una risposta definitiva sull'autenticità della citazione, ma è stata una buona occasione per rispolverare un periodo poco conosciuto della storia recente che ci può offrire spunti per riflessioni importanti sul presente. Come disse Santayana, chi non ricorda la storia è condannato a ripeterla. "


A conferma che l'immagine degli italiani negli USA ha continuato ad essere negativa ancora per molti anni, ecco il testo  dell'intercettazione di Nixon:
"Non sono, ecco, non sono come noi. La differenza sta nell'odore diverso, nell'aspetto diverso, nel modo di agire diverso"
"Dopotutto non si possono rimproverare, non si può, non hanno mai avuto quello che abbiamo avuto noi"
E più avanti: "Il guaio é che non si riesce a trovarne uno che sia onesto". G.A. STElla, L'orda, BUR, 2003, p.194.

Morale della favoletta: la fretta del "mi piace" e del "condividi" può colpire chiunque, non solo i cultori delle scie chimiche o del metodo stamina e i propagandisti politico informatici che strillano le notizie, false o in genere semi vere, confidando nell'effetto Goebbels : "Una menzogna ripetuta all'infinito diventa una verità".

Non bisogna mai abbassare la guardia! Lo dico a me stesso per primo.


Il post incriminato:
«Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Molti puzzano perché tengono lo stesso vestito per settimane. Si costruiscono baracche nelle periferie. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano in 2 e cercano una stanza con uso cucina. Dopo pochi giorni diventano 4, 6, 10. Parlano lingue incomprensibili, forse dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina; spesso davanti alle chiese donne e uomini anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano sia perché poco attraenti e selvatici, sia perché è voce diffusa di stupri consumati quando le donne tornano dal lavoro. I governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, di attività criminali». La relazione così prosegue: «Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione».

Il testo è tratto da una relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, ottobre 1912.
Quando eravamo noi a viaggiare su carrette della speranza.

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