lunedì 7 luglio 2014

Bitonci alla crociata, 3





Un'altra Padova
esiste!






Anche Michele Serra si è occupato di Padova e dei misfatti Bitonciani nell'amaca del 5 luglio scorso, dove in modo sintetico e sferzante ha messo alla berlina il cattolicesimo peloso del neo crociato.
Oggi pubblichiamo una lettera del prof. Giuseppe Mosconi, che sulla scia dell'intervento di Luigi Ficarra, aggiunge altri argomenti di riflessione.
Precedenti interventi:
dal battesimo padano alla crociata pro-crocefisso

un parere giuridico



La croce e le crociate

C’è un evidente contrasto che caratterizza i primi interventi della nuova giunta e del suo sindaco, le parole d’ordine e le prospettive che li caratterizzano. Da un lato si promette guerra agli “accattoni”, si chiudono le porte ai migranti e ai rifugiati, si negano spazi alle altre religioni; dall’altro si intende imporre il crocefisso nelle scuole e negli edifici pubblici. 

Che la postmodernità porti all’accostamento più improbabile ed estemporaneo di elementi distonici e contrastanti, assemblati casualmente all’insegna dell’abbandono di ogni ideologia e all’uso strumentale e pragmatico della comunicazione politica, per quanto permeata di simboli, è realtà troppo nota ed evidente, per meritare in questa sede un approfondimento. 

Ma qui siamo di fronte a qualcos’altro. Ciò che accomuna i diversi e apparentemente contrastanti provvedimenti è l’evocazione e l’uso strumentale dei luoghi comuni, l’appello deliberato agli atteggiamenti più istintivi e viscerali che permeano certe aree dell’opinione pubblica, lì dove il disagio materiale, il disorientamento rispetto alla crisi attuale, cercano una rassicurazione nella riaffermazione dell’identità e del senso di appartenenza messi in crisi dai mutamenti in corso, nella tradizione, nell’atavismo del conformismo condiviso.

 La riaffermazione della necessità del crocifisso significa così semplicemente questo: distinguersi dagli “altri”, dai soggetti sgradevoli, petulanti, pericolosi, dagli stranieri e dagli infedeli. Esattamente l’opposto rispetto al messaggio di fratellanza, di solidarietà, di amore verso gli esseri umani che costituisce l’essenza del discorso evangelico.

 In nome di ciò non si esitano a disconoscere le leggi vigenti, come puntualmente e ineccepibilmente  ha messo in luce l’avv. Ficarra, né a stravolgere lo sviluppo degli orientamenti religiosi in ambito cristiano, all’insegna dell’apertura, del rispetto della diversità, del dialogo interreligioso, della fede come ricerca personale, come ben ha messo in luce don Albino Bizzotto. Così quell’uomo “vestito di sabbia e divento”, quel Dio più povero tra i poveri, che perde tutto, la sua stessa vita, annientato da una sofferenza estrema, diventa l’arma impugnata contro la povertà, da diversità, la stessa umanità, all’insegna di un’improbabile nuova crociata di respingimento e di chiusura.

Non si rende probabilmente conto, il nuovo sindaco, che quell’oggetto di plastica e legno, forzosamente apposto alle pareti degli ambienti in cui si educa e si amministra, a mo’ di arredo convenzionale, produce esattamente l’effetto opposto del messaggio che gli sarebbe proprio: il ritualismo dell’adesione alla banalità conformista, l’adesione puramente formale ai segni esteriori della religione, l’indifferenza verso il messaggio cristiano e la ricerca della propria spiritualità, l’assunzione della tradizione come semplice segno della normalità condivisa.

 O forse è proprio ciò che si vuole, per radicalizzare e stabilizzare il consenso, ed espungere ogni potenzialità di sostanziale cambiamento anche politico che il messaggio cristiano da tempo, in vari modi e con diversi linguaggi promuove.

 Il nuovo sindaco deve sapere che si è insediato in una città permeata di cultura, di libertà, di solidarietà, di sensibilità artistica, di bisogno di conoscenza e di ricerca, di attitudine all’accoglienza, ma anche di conflitti e di tensioni non facilmente gestibili e stabilizzabili. 

Avrà comunque presente che quella vasta area di astensionismo, demotivata da una sinistra pietrosa, sviluppista e sicuritaria, che gli ha regalato la vittoria, fa parte del tessuto vivo della città, proiettata comunque in un bisogno sostanziale di cambiamento, che la regressione verso i  più logori tradizionalismi non potrà arginare.

Giuseppe Mosconi
Ordinario di Sociologia del Diritto

Nessun commento:

Posta un commento

Informazioni

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Parte delle immagini, loghi, contributi audio o video e testi usati in questo blog viene dalla Rete e i diritti d'autore appartengono ai rispettivi proprietari. Il blog non è responsabile dei commenti inseriti dagli utenti e lettori occasionali.