mercoledì 27 novembre 2013

Fine di un incubo






   
 avvio di un'epoca nuova?








Oggi pomeriggio sta per concludersi una delle pagine più buie della nostra democrazia. Un senatore, plurinquisito, pluricondannato in primo grado e condannato definitivamente per reati infamanti, sta per essere estromesso dal Parlamento; questo avverrà non per un rigurgito di dignità dei suoi elettori e dei suoi compagni di partito, vergognati di presentarsi al popolo in tale compagnia, ma  con un voto che  ratifica quanto già deciso dalla magistratura. 

Penosi i contorcimenti oratori, le interessate storpiature della dottrina giuridica e le commozioni strappalacrime dei suoi sodali; ferme e civili le argomentazioni del Pd e del presidente Stefàno; ammirevole il richiamo a Socrate di un senatore di 5 Stelle: consapevole di star per subire una condanna ingiusta, il filosofo preferì non fuggire, anteponendo il valore della giustizia, fondamento della società, allora come ora, al proprio interesse personale. 

La nostra democrazia, invece,  ben altre priorità ha lasciato decadere: l'occupazione, lo sviluppo,  la scuola, la casa, l'università, la legalità, i valori della classe operaia, del lavoro intellettuale, tecnico e manuale, i valori della borghesia onesta e laboriosa, trasformatasi in lacchè dei poteri forti, la moralità pubblica e individuale, le speranze dei giovani, soprattutto.

Pagherete caro, pagherete tutto, si gridava una volta. Adesso tocca ad altri, mi rincresce di non potere assistere con certezza al riscatto finale, ma almeno l'avvio mi sarà concesso? 


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