sabato 20 luglio 2013

Consiglio del 25 luglio. ODG 1



Consiglio comunale
25 luglio 
L'ordine del giorno. Rinvio del bilancio di previsione. Le linee programmatiche di mandato. 




Premetto subito, per evitare facili strumentalizzazioni,  che quanto scrivo oggi e quanto scriverò nei prossimi giorni sul consiglio comunale impegna solo me personalmente e non il gruppo ViviMestrino, col quale non mi sono confrontato, né potrò farlo prima della riunione,  per motivi personali.

Qualche considerazione a caldo sull'odg. Chi ha avuto la pazienza di leggere tutti i dodici punti all'odg del consiglio comunale del prossimo 25 luglio, si sarà immediatamente reso conto di quale sia il grande assente e cioè il bilancio preventivo. 

Detto questo si potrebbe chiudere subito ogni commento, perché appare difficile capire come una amministrazione, che si pone in continuità con la precedente, ancora non abbia un'idea, dopo 7 mesi di esercizio provvisorio,  su come sistemare le poste in bilancio e sfrutti al massimo la dilazione dei termini offerta dallo Stato, probabilmente chiedendo di andare anche oltre.

In compenso si parlerà di linee programmatiche di mandato. Generiche, espresse in un linguaggio senz'anima, senza slancio, senza tensioni ideali, in altre parole un coacervo di luoghi comuni, di intenzioni generiche, che nulla dicono sulle reali linee operative, anche perché arrivano in modo separato dallo strumento che ne dovrebbe costituire la principale leva operativa, per l'appunto il bilancio di previsione.

A solo titolo di esempio:  cosa significa, a proposito di interventi sociali, "consolidamento delle azioni sinora effettuate"? Quali sono state? con quali fondi? con quali iniziative, che vadano oltre il buon senso e la rincorsa dell'emergenza?

Tutti sanno che su questo tema dall'osservatorio privilegiato della scuola non sono mai stato tenero neppure con la precedente amministrazione di centro sinistra, che a mio parere, a fronte delle necessità che constatavo ogni giorno, non faceva abbastanza, figuriamoci poi il nulla che ne è seguito!  

E per i giovani? l'avvio ai vecchi mestieri, l'inserimento nella protezione civile e poi? come svolgere il lavoro di prevenzione del disagio e della dispersione scolastica? Si darà seguito alla lodevole iniziativa del M5S sulla prevenzione del gioco d'azzardo? con quali mezzi, con quali iniziative, con quali idee?

E per finire, la scuola di Lissaro sarà completata dopo 4 anni, prima che vada in pezzi la struttura già realizzata?

E questi sono solo alcuni degli interrogativi possibili; le prevedibili mancate risposte rendono le indicazioni di programma un mero esercizio di retorica e la votazione in consiglio una mesta ginnastica soft di abduzione dell'arto superiore destro. 

4 commenti:

  1. Anziana e sola con due figli malati: «Nessuno mi aiuta»
    Maria Caporaso racconta il suo caso disperato e protesta davanti palazzo Ferro Fini a Venezia

    MONTAGNANA. Ha 74 anni, suo marito si è tolto la vita e due dei suoi tre figli soffrono di una grave malattia genetica, la corea di Huntington, che li costringe su un letto di ospedale. Maria Caporaso, originaria del Molise, è una mamma disperata: da sei mesi vive nel reparto di lungodegenza dell'ospedale di Montagnana, dove è ricoverata la figlia Luigia Di
    Matteo, 43 anni, che necessita di assistenza 24 ore su 24 e risiede a Mestrino da diverso tempo. «Dormo su una sedia, non ho una casa, non ho i soldi per pagare un infermiere che assista mia figlia e la pensione mi basta a malapena per vivere. Da tempo chiedo al Comune, alla Regione e alla Chiesa di aiutarmi, ma trovo solo porte chiuse».

    RispondiElimina
  2. Posso avere maggiori dettagli, anche in via riservata all'indirizzo paolomenallo@libero.it?

    RispondiElimina
  3. http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/07/20/news/anziana-e-sola-con-due-figli-malati-nessuno-mi-aiuta-1.7451858

    mattino di padova di ieri 20/7/2013

    Anziana e sola con due figli malati: «Nessuno mi aiuta»
    Maria Caporaso racconta il suo caso disperato e protesta davanti palazzo Ferro Fini a Venezia


    MONTAGNANA. Ha 74 anni, suo marito si è tolto la vita e due dei suoi tre figli soffrono di una grave malattia genetica, la corea di Huntington, che li costringe su un letto di ospedale. Maria Caporaso, originaria del Molise, è una mamma disperata: da sei mesi vive nel reparto di lungodegenza dell'ospedale di Montagnana, dove è ricoverata la figlia Luigia Di Matteo, 43 anni, che necessita di assistenza 24 ore su 24 e risiede a Mestrino da diverso tempo. «Dormo su una sedia, non ho una casa, non ho i soldi per pagare un infermiere che assista mia figlia e la pensione mi basta a malapena per vivere. Da tempo chiedo al Comune, alla Regione e alla Chiesa di aiutarmi, ma trovo solo porte chiuse». Ieri mattina, Maria Caporaso ha raccontato la sua storia a Venezia: si è appesa un cartello al collo e ha protestato silenziosamente in Via XXII Marzo, all'imbocco della calle che porta a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale. Il suo disagio e le sue difficoltà erano riassunte nel lungo manifesto che ha interrotto il cammino di passanti e turisti. «Ho tre figli e due di questi, Vincenzo e Luigia, sono malati: mio figlio, 45 anni, è assistito alla Fondazione Franchin Simon di Montagnana e mia figlia nel reparto di lungodegenza dell'ospedale di Montagnana» spiega, «il problema riguarda mia figlia: sono costretta ad assisterla dalla mattina alla sera senza interruzioni perché non posso permettermi un aiuto esterno. Da sei mesi vivo accanto a lei, ma sono malata anch'io, soffro di pressione alta, e non ce la faccio più: devo trovare il tempo di curarmi e trovarmi un alloggio in cui vivere». La signora Caporaso si appella alla Regione e al Comune di Mestrino nella speranza che la figlia trovi posto in una struttura dove possa essere assistita adeguatamente e, non avendo le disponibilità economiche per pagare la retta a una struttura privata, chiede il sostegno del pubblico. «Finora non mi ha aiutato nessuno» sottolinea la donna, «il sindaco di Mestrino ha proposto come unica soluzione il trasferimento di mia figlia all'O.P.S di Sarmeola, dove sono ricoverate persone anziane e allettate, che non vedono la luce del sole. In quel posto, Luigia morirebbe subito». L'assistenza del figlio alla Franchin Simon è finanziata dal Comune di Ferrara: allo scoppio della malattia di Huntington, che ha colpito prima Vincenzo e poi Luigia, entrambi i figli sono stati ricoverati alla “Coccinella Gialla” di Cento (Fe) ma solo il figlio, in base alle tempistiche, ha ottenuto la residenza a Ferrara; la figlia Luigia, invece, risulta solo domiciliata in Emilia Romagna. Il trasferimento a Montagnana di entrambi i figli è stato chiesto, e ottenuto, da Maria Caporaso per poter contare sull'aiuto di una terza figlia che vive a Padova e in seguito a dissapori con la struttura ferrarese. Per la figlia Luigia, a differenza di Vincenzo, non è stato possibile ottenere il ricovero in una struttura privata. «Essendo domiciliata a Ferrara, la Regione Veneto e la Regione Emilia Romagna giocano allo scarica barile» sostiene Maria Caporaso.

    RispondiElimina

Informazioni

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Parte delle immagini, loghi, contributi audio o video e testi usati in questo blog viene dalla Rete e i diritti d'autore appartengono ai rispettivi proprietari. Il blog non è responsabile dei commenti inseriti dagli utenti e lettori occasionali.