giovedì 29 gennaio 2015

Accadde nel 2017



La storia inizia dalle drammatiche contorsioni parlamentari del gennaio 2015. Pochi giorni prima della difficile elezione del nuovo Presidente della Repubblica, che ha condotto al Quirinale Giuliano Amato, il Senato aveva approvato  l'ultima versione del cosiddetto Italicum, valido però solo per la Camera bassa. Come si ricorderà l'approvazione della nuova legge elettorale al Senato aveva portato alla drammatica decisione di un drappello di senatori PD dissidenti di uscire dall'aula al momento del voto. Nessuno più si ricorda di tale Civati, ma proprio lui era stato uno degli artefici di quel tormentato strappo.
Alla nuova legge elettorale restava soltanto da superare l'ultima lettura della Camera dei deputati.
Era ancora in discussione a quei tempi la riforma costituzionale che ha portato poi, come sappiamo, all'abolizione dell'elettività del senato, ma che a fine 2016 non ha passato il referendum confermativo previsto dalla modifica dell'art. 138 della Costituzione.
Sono noti a tutti i fatti parlamentari che hanno reso sempre più verosimile l'identificazione del Partito della Nazione (PDN) con un più prosaico e contestato Partito del Nazzareno, come ebbe a definirlo D'Alimonte. 
In quel tormentato periodo altri fatti hanno caratterizzato la vita politica italiana:
1) La fuoriuscita dal PD di un manipolo di  deputati e senatori,  sull'onda del successo greco di Tsipras.
2) L'abbandono del M5S di altri venti deputati, confluiti nel gruppo misto, alla ricerca di una nuova casa che rendesse effettivi i loro propositi di democrazia dal basso.
Vecchia foto segnaletica dal blog di Beppe Grillo

3) Lo sfaldamento del residuo manipolo pentastellato, travolto dai colpi delle inchieste giornalistiche che adombravano sotto la nascita del movimento di Grillo e Casaleggio la longa manus della CIA. Inchieste corroborate dalle rivelazioni sulle ripetute visite dei capi del partito all'ambasciata di via Veneto e dalla sinistra presenza di tale Luttwag in un comune dell'hinterland palermitano.


Si sono poi combinati e sovrapposti diversi elementi: le ripetute sconfitte parlamentari della maggioranza a causa dei redivivi franchi tiratori, le defezioni a catena, accompagnate dalle sempre più pressanti manifestazioni di piazza,  l'onda lunga  della destra xenofoba, cavalcata dagli imprenditori della paura, l'incapacità dimostrata dal governo dell'asse Renzi-Alfano-Berlusconi di governare la crisi e di incidere sulle politiche di austerità della troika europea sempre dominata dalla Merckel. 
Tutto ciò  ha indotto il pur riluttante Capo dello Stato a sciogliere le Camere, con il risultato che adesso abbiamo sotto gli occhi. L'elezione del nuovo parlamento avvenuta forzatamente con il temuto  Consultellum, nato dalla sentenza della Corte Costituzionale, ha portato ad una situazione gravida di pericoli ma al tempo stesso promettente di nuove e inedite soluzioni.
Il Partito democratico fortemente ridimensionato, indietreggia al suo naturale 25%,  di natura ben diversa da quella dei lontani tempi bersaniani: ha consolidato il centro, sfruttando la paura dell'avvento delle sinistre estreme e  raccogliendo l'eredità di una destra acefala dopo la scomparsa di Berlusconi e falcidiata dalle lotte per l'eredità. 
La nuova sinistra, coagulatasi intorno a Landini, finalmente purificata dai residui del passato e cresciuta alla scuola di Atene, ha raggiunto il 20%, raccogliendo anche i consensi persi dall'elettorato deluso che per anni non aveva partecipato al voto.
Le nuove formazioni nate dalle ceneri di quello che fu il movimento pentastellato si sono arroccate sul loro naturale 15%,  depurate dalle derive populiste e consolidate nel loro generoso tentativo di far rivivere la democrazia dal basso. 
La destra di Salvini, espressione non più di un localismo padano ma di un dissenso antisistema e antieuro diffuso in tutta la penisola si attesta al 15%, inglobando la destra neofascista non più rappresentata dai decotti La Russa e Meloni. 
Il duo Alfano-Fitto nato dalle ceneri del berlusconismo si trincera dietro il suo 15%.
I residui venetisti si accontentano del loro naturale 10%. 
E' il momento della nascita di un vero governo della Nazione: adesso i numeri e l'aggravarsi della crisi, non attenuata dalla  cessione dei diritti dei lavoratori, lo impongono. 
Un governo in grado di fare uscire l'Italia dalle secche della recessione e soprattutto autorevole al punto di ottenere almeno la metà di quanto ha ottenuto la piccola e solitaria Grecia, con il sostegno del giovanissimo Iglesias al governo dall'autunno dell'anno scorso: sapranno comprenderlo gli eredi di Renzi e gli orfani di Grillo?
Si attende di ora in ora la decisione di Amato: Landini, Del Rio o Campanella?


  

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