martedì 5 maggio 2015

Sui morti in mare, sullo straniero, sull'avvenire

All'aperto non passava la notte lo straniero e al viandante aprivo le porte. (Bibbia:  Apologia di Giobbe)





Il povero Bit per strada a raccattare firme dai bottegai per cacciare i migranti dal centro di Padova, sicuramente non è avvezzo alle letture bibliche: lui in chiesa ci va per farsi vedere come un buon cittadino (di Cittadella of course) e un cristianissimo padre di famiglia. E i crocefissi li usa come clava elettorale. Peccato, nella Bibbia potrebbe trovare parole illuminanti, che però non portano voti.
Non leggerà mai neppure lo scritto riportato sotto, ma forse qualcuno, meno assetato di "carega" come lui forse rifletterà e partirà per un "cammino" nuovo. Comunque consiglio a tutti di compiere il cammino a piedi: dopo qualche centinaio di chilometri chiunque ritorna diverso.



«Allo straniero non domandare il luogo di nascita, ma il luogo d’avvenire», scrive il dimenticato Edmond Jabès in Uno straniero con, sotto il braccio, un libro di piccolo formato. E scrive anche: «lo straniero ti permette di essere te stesso, facendo di te uno straniero», a patto che lo si guardi di spalle, che la visione del suo volto non sia piena, perché «ciò che ti è davanti riflette la tua immagine; ciò che ti è dietro, il tuo volto perduto»

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