lunedì 14 aprile 2014

L'Italia che vogliamo, 2

La sinistra che diventa destra, il parere di Civati

Ieri il premier ha attaccato chi non è d’accordo con lui: non è una novità, lo fa praticamente tutti i giorni. Poi, certo, chiede di non litigare.
L’argomento principale è sempre lo stesso: se la sinistra non fa quello che dice lui, come lo dice lui, nel momento in cui lo dice lui, diventa destra.
Si tratta di argomento immediatamente reversibile.
Perché a me pare che la sinistra diventi destra quando fa esercizio (continuo) di prepotenza (eufemismo).
Quando promette cose, durante le campagne elettorali, poi ne fa altre.
Quando approva leggi elettorali che ammazzano la rappresentanza (se ne sono accorti, con tre mesi di ritardo, anche i sostenitori di Cuperlo).
Quando parla male di chi fa cultura.
Quando è insofferente alle critiche, quando non riconosce alcuna dignità al pensiero critico, quando si concede reazioni smodate nei confronti di persone completamente prive di potere, come dice oggi Lorenza Carlassare.
Quando non ha rispetto per il pluralismo.
Quando attacca da posizioni di forza i più deboli, sfottendoli.
Quando si affida a facili manicheismi, tra acceleratori e frenatori, senza sapere di che cosa si sta parlando.
Quando affronta con leggerezza le questioni costituzionali.
Quando ha disprezzo per il dibattito parlamentare, quando fa caricature degli altri, quando usa la propria forza per banalizzare questioni e anche persone.
Quando aumenta la precarietà che dice di voler diminuire.
Quando prolunga legislature con maggioranze che nessuno ha votato.
Quando dice o così o niente, ultima spiaggia, non ci sono alternative, dopo di me il diluvio.
Quando riduce tutto ad unum, in un senso molto particolare.
Ma certo questa è una mia opinione.

Così ieri Civati su facebook, ma ancora più interessante il commento di tale Florentino Ariza:
dopo le ultime ed ennesime dimostrazioni di gestione padronale del partito da parte del signor Matteo Renzi mi rivolgo a Voi, che avete contrastato o provato sulla pelle viva i metodi del “nuovo” proclamato dal presidente di “ogni cosa e di tutti” ( vi ricorda qualcosa ? ) per pregarVi, sollecitarvi, indurvi a fare qualcosa che possa restituire a questo paese una forza politica riconducibile alle idealità della sinistra democratica. 
Scrivo dalla Toscana e ho vissuto fino a due anni fa a Firenze. Conoscevo già per averlo visto all’opera prima in provincia e poi in Comune, il metodo Renzi fatto di annunci, di slogan, di una indubbia grande capacità comunicativa in grado di parlare alla “pancia” delle persone; un dispensatore di promesse a getto continuo, un costruttore di sogni ( o di illusioni ) , una persona che a parole smonta il passato per costruire un futuro migliore. Ma i fatti ? Voi dovreste conoscerli meglio di me. La gestione economica del Comune di Firenze, occultata dietro al ferreo “o con me o contro di me” è stata disastrosa. Si parla ormai apertamente in città di un buco nelle casse comunali di dimensioni imponenti e del resto il primo assessore al bilancio della giunta Renzi si è dimesso in maniera clamorosa con una lettera pubblica nella quale accusava il primo cittadino di occuparsi solo dell’immagine e della sua scalata personale al potere. E che dire di chi adesso si lancia in crociate contro le nomine dall’alto, le burocrazie, i posti di potere di rendita e che da sindaco ha assunto cento dirigenti senza concorso, pescando a piene mani nel bacino dei suoi sostenitori ( economici e non ) ? Insomma, nessuno si è mai preso la briga di alzare il velo su affarini ed affarucci di questo signorino che sbraita ed alza la voce in pubblico per un verso ( tanto per citare una parola che a lui piace tanto ) ed in privato un tutt’altro verso. Matteo Renzi è l’eredità più mostruosa che il berlusconismo poteva lasciarci; un clone con la stessa smania per il potere, la stessa capacità di affabulazione, la stessa finta mancanza di rispetto per le regole che vanno rivoltate, ma con l’aggravante della scuola democristiana alle spalle, della capacità di gestire in proprio trame e strategie di sapore andreottiano o doroteo. Questo “uomo nuovo” non ha mai conosciuto in vita sua null’ altro che la politica, avendo esordito giovanissimo come presidente della Provincia di Firenze in virtù di logiche spartitorie tra margherita e ds secondo cui Regione e Comune spettavano all’ex pci e la provincia andava agli alleati ex dc. Niente della sua impostazione mentale e culturale ha a che vedere con un’idea di sinistra democratica. So per certo che durante la campagna per le primarie di sindaco a Firenze etichettava gli altri candidati che venivano dalle liste ex pci con il simpatico epiteto dispregiativo di “rossi” e non posso dimenticare le scene di esultanza da stadio dopo la vittoria nella fase di selezione, tanto sguaiate che più d’uno rimase perplesso…Ma era evidente che per lui l’avversario erano i candidati di sinistra e non l’eventuale candidato pdl nella corsa alla poltrona di Palazzo Vecchio. 
Le prese di posizione più autentiche di quest’uomo sono tutte stile centrodestra: prima l’appoggio a Marchionne ( poi s’è visto la giustezza e la lungimiranza di questa presa di posizione mai ridiscussa perché ora non fa più comodo) , poi le prese di posizione sui sindacati, sulle componenti della società civile da usare al più come clack per gli applausi purchè però non disturbino il manovratore, l’atteggiamento nei confronti di chiunque osi avanzare un pensiero critico. Per lui e per i suoi la critica non esiste…ci stiamo avviando di nuovo verso il rischio di una egemonia del pensiero unico. Ci aveva provato anche l’uomo di Arcore ma gli anticorpi democratici avevano reagito bene, qui vedo troppo allineamento , troppa acriticità, un entusiasmo generalizzato ed immotivato …E’ necessario reagire e ritrovare lo spirito della sinistra democratica sulla scia di Gobetti e di Rosselli, anche per tornare a dare un’indicazione ed una direzione a chi, come chi vi scrive, non riesce più ad intravedere un futuro possibile per questo paese..

Nessun commento:

Posta un commento

Informazioni

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Parte delle immagini, loghi, contributi audio o video e testi usati in questo blog viene dalla Rete e i diritti d'autore appartengono ai rispettivi proprietari. Il blog non è responsabile dei commenti inseriti dagli utenti e lettori occasionali.