sabato 11 marzo 2017

Controcorrente: la vita reale e facebook




Le bolle di facebook







Indugiare eccessivamente  su fb è come vivere una parte seppur piccola della propria vita in una bolla, dai margini precostituiti da altri e di fatto non comunicante con le altre bolle che vagano solitarie nel cyberspazio. Un insieme di monadi collettive e non dialoganti (la monade non ha finestre...) che poco o nulla però aggiungono alla conoscenza dell'universo.
Ogni bolla è costituita dall'insieme degli "amici", che l'algoritmo decide essere più vicini a te e dalle interazioni che il medesimo algoritmo decide ti possano interessare, costruendo giorno dopo giorno il limite invalicabile della bolla stessa.
Come l'algoritmo costruisce un tale modello astratto e concentrazionario di relazioni da esso valutate come significative è facile immaginarlo: l'analisi costante dei like che il singolo malcapitato elargisce seppur moderatamente, la conta dei profili visitati e, in qualche modo assolutamente meccanico e acritico, l'analisi del loro orientamento e la sovrapponibilità con il tuo profilo, definito a sua volta dalle tue scelte individuali, momentanee e quindi istintive.
Ecco alcuni esempi.
All'inizio quando hai soltanto poche decine di amici o qualche centinaio, il sistema ti studia, ti mostra molto in tutte le direzioni, poi man mano la cerchia si restringe per arrivare a quella che secondo lui è l'esatta definizione della tua "personalità". Nel mio caso, a parte i post delle persone che ho scelto volontariamente di seguire e quelli di qualche "avversario" curioso che altrettanto volontariamente mi segue o con cui ogni tanto ho degli scambi di polemiche, la cerchia dell'offerta che mi viene quotidianamente proposta tende sempre più a rarefarsi. Certo la finezza dell'algoritmo non è ancora assoluta e d'altra parte gli sarebbe estremamente  difficile in questi tempi individuare l'esatta collocazione e gradazione della mia "sinistrosità" e per non sbagliare mi presenta tutte le possibili opzioni. Riguardo agli amici che mi propone (forse potresti conoscere...), dopo una generica ricerca iniziale tra le cerchie allargate, partendo dagli amici già acquisiti, adesso tenta una selezione e offre (orienta, quindi?) le proposte di profili a suo parere "compatibili" con il mio. Devo dire però che una decisione saggia il sistema  l'ha presa da tempo: sa che non mi interessano foto di micetti e cagnolini e quindi non me le propina più!
Ma la sua intelligenza è solamente apparente come tutte quelle artificiali e molte di quelle reali che nel concreto interagiscono con me e si ostinano ad azzardare classificazioni (razzista, sinistroide, nostalgico ecc.) che forse mutuano dalla propria esclusiva e limitante esperienza in rete. 
L'algoritmo, da parte sua invece,  è abilitato ad agire per successive approssimazioni e così talvolta prende degli abbagli ridicoli e contraddittori. Un esempio delle perle dell'algoritmo? Dopo aver pubblicato qualcosa di Gad Lerner sull'appoggio degli ebrei ai musulmani americani discriminati da Trump(l'œil) il cervellone  mi ha proposto di entrare nel gruppo "disprezzo  per Gad Lerner", di tutta evidenza leghista e filofascista!
Sulle debolezze di chi è costituzionalmente votato alla semplificazione, ma anche di tutti quelli, me compreso, che spesso non hanno tempo per un reale confronto, si fonda la manipolazione di massa, che ti contrabbanda come unica realtà quella che tu vuoi vedere, che ti rinforza nelle idee sbagliate in cui tu vuoi credere (il caso dei vaccini è emblematico), che ti presenta come reali, perchè molto condivise, le bufale più incredibili se esaminate a mente fredda. Niente di nuovo sotto il sole: "Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità" sosteneva Goebbels e per essere più chiaro " Quando sento parlare di cultura metto mano alla pistola".
Si può obiettare che oggidì la possibilità di smascherare le bufale e di accedere alla varie opinioni è amplificato dalla potenza, dalla pervasività e dalla pretesa "democrazia" della rete. Non è così: il "combinato disposto" delle vita su fb e delle ricerche su google o su wikipedia rischia di spingere al parossismo l'isolamento e l'eterodirezione delle nostre convinzioni e poi delle nostre scelte concrete.  Se mancano gli strumenti di analisi, di cernita e di classificazione, la sovrabbondanza delle informazioni non serve a nulla. Alla resa dei conti questa è la vera sfida educativa della scuola del futuro. 

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