martedì 16 giugno 2015

Controcorrente, buonisti del c@@@@




Ormai non se ne può più. Da una parte la martellante campagna pubblicitaria della nuova destra fascista, xenofoba e antieuro, che spara a palla notizie gonfiate sull' "invasione", sugli "zingari" e che declama ad ogni angolo, ad ogni post, in ogni talk-show, in ogni bar sport, in ogni coda alla posta: "se ne muoiono 1000 in mare, 1000 problemi in meno" o come il loro lider maximo, "per me sugli scogli ci possono stare anche due anni" o, tra quelli che si sentono più illuminati, "aiutiamoli a casa loro". 

Non mancano gli anticlericali, che vorrebbero veder bivaccare i profughi in Vaticano. 

Dall'altra parte, si risponde con la necessaria fermezza sui principi, ma con scarse e poco incisive azioni concrete, inerzia che in questa situazione di stallo rischia di igigantire i problemi in futuro e nell'immediato avvantaggia i professionisti della paura, per intenderci, quelli che di giorno facevano i cortei anti rom e la sera passavano all'incasso dei proventi per la loro gestione.
Il popolo italiano, o almeno una parte di esso, sembra sia colto da una pericolosissima sindrome psichiatrica: la "sindrome da accerchiamento indotta", che colpisce insensibilmente anche persone una volta ritenute immuni, ma evidentemente con scarsi anticorpi culturali, sociali e personali o con scarsa informazione. 
Non c'è da stupirsi. Sino a qualche anno fa il popolo italiano era stato colpito in massa da una altrettanto pericolosa sindrome psichiatrica, quella dell'anticomunismo viscerale, che di fatto si risolse in un generale, diseducativo, edonista, illusorio, contagioso e socialmente perdente modo di vivere.
 "Futti, futti, ca Dio perdona a tutti" era il motto preferito dei preberlusconiani siculi e sicani. Mai saggezza e sentire locale ebbero più ampia diffusione come nel ventennio, al punto da contagiare quei provincialotti che si dicevano immacolati, sbraitavano contro Roma ladrona, ma portavano in sè l'ideologia nulla dell'arrampicatore sociale, attaccato agli "schei", piuttosto che ai valori.
Una buona fetta di italiani sta ancora in mezzo a guardare, dividendosi tra chi mette in campo la residua parte sana del proprio sentire sociale, portando aiuti spontanei e chi si crogiola nelle ricette semplificatrici del M5S, di apparente buonsenso, ma senza alcuna parvenza di realismo (espulsioni dei clandestini, apertura di centri in Libia, affondamento barconi ecc.) 
Sui buonisti del c@@@@, forbita e colta definizione dei saggi (cattivisti? leghisti? fascisti?) del c@@@@, si scatena una valanga di insulti nei blog e nei siti che diffondono queste azioni spontanee di civiltà: leggere i commenti è molto istruttivo del clima italico, anche perchè non è più un fenomeno da imbecilli o prezzolati del web, ma é un "sentire" comune, della gente cosiddetta comune, quella che va a votare e conferma in questa devianza (i guasti del suffragio universale!) intere città e regioni. 

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