sabato 15 aprile 2017

La nuova emigrazione italiana, 2



La solitudine del nuovo migrante.







Riportiamo in questa serie di articoli una sintesi dell'intervento di Rodolfo Ricci (FIEI – Federazione Italiana Emigrazione Immigrazione) svolto al Seminario organizzato a Roma dalla Fondazione di Vittorio su “Migrazioni, crisi, lavoro" lo scorso 12 Aprile. Nella relazione si fa il punto  sull’effettiva consistenza del nuovo flusso emigratorio dall’Italia che, stando ai dati forniti da istituti statistici europei, risulterebbe essere superiore fino ad oltre 4 volte ai dati Istat/Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero). Altrettanto sorprendente è che allo stesso tempo, il flusso emigratorio degli italiani verso l’estero risulterebbe ormai essere circa il doppio degli arrivi di immigrati economici e profughi insieme.
Segue da: La nuova emigrazione italiana, 1



I flussi di nuova emigrazione dell’ultimo decennio, sono regolati esclusivamente dal mercato, sia all’interno della UE,  sia oltre oceano. Non vi sono specifici accordi bilaterali, né accordi “compensativi” tra paesi.
Non vi sono, sul piano istituzionale, misure di orientamento e accompagnamento specifico dei nuovi migranti alla partenza: tutto è lasciato alla capacità individuale del singolo lavoratore e al gradimento di queste qualità  nel mercato del lavoro del paese di accoglienza.
Questo gradimento è determinato dal livello di qualificazione e di competenze di cui è portatore il singolo migrante.
Siccome le modificazioni del mercato del lavoro risentono dei movimenti di capitale a livello globale (che sono sempre più rapidi), i flussi di emigrazione li seguono e si muovono verso i diversi paesi che di volta in volta risultano più appetibili sul piano delle opportunità. “NOMADISMO migratorio”
Analogamente, l’integrazione nei paesi di arrivo è legata a queste qualità individuali differenziate, per cui è difficile parlare di movimenti di nuove collettività migranti che, come avvenuto nel dopoguerra, assumono una progressiva consapevolezza della loro funzione all’interno del mercato del lavoro e della società di accoglienza e la trasformano in coscienza sindacale e politica. Ciò era invece possibile all’interno di una configurazione produttiva fordista che richiedeva l’”operaio-massa”. Oggi siamo invece in un contesto di “ANOMIA e individualismo migratorio”.
Da questo punto di vista e in termini di insediamento nei paesi di arrivo, la nuova emigrazione, pur con livelli culturali e di competenze molto più elevate, torna ad assomigliare a quella di fine ‘800 e inizio ‘900.
Altrettanto dicasi per le forme di aggregazione tra i nuovi migranti che si registrano prevalentemente sul piano di un mutuo soccorso generico auto-organizzato attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche e dei social-network. Sono migliaia, infatti i gruppi di condivisione su facebook. SEGUE QUI

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