martedì 6 settembre 2016

Il manifesto di Ventotene, 1



Gli autori. 








Per i nostri giorni conformisti, proni ai poteri forti, alle multinazionali, allo strapotere del web, alle banche, alla potenza delle immagini e "dell'immagine", sarebbero pericolosi estremisti. Poco meno che dei black bloc, altro che padri costituenti! Quelli di adesso sono di ben altra pasta (molle)... Ma si sa allora i padri erano molto giovani e spesso delle teste calde o quanto meno difficilmente assimilabili agli schemi correnti del tempo.
Nel 1941 si trovarono insieme al "confino" di Ventotene Eugenio Colorni, socialista, Ernesto Rossi, liberale e Altiero Spinelli, ex comunista. 


Eugenio Colorni, classe 1909, giovane filosofo, aderì da socialista al movimento giustizia e Libertà; fu arrestato nel 1938 perchè ebreo e antifascista, condannato al carcere poi mutato in confino (domicilio coatto). Colorni, trasferito a poi a Melfi, per l'interessamento del filosofo Giovanni Gentile, fuggì a Roma dove prese parte attiva alla resistenza. cadendo ucciso per mano della famigerata banda Koch nel 1944. 




Ernesto Rossi, classe 1897, il "democratico ribelle", pensatore laico e liberale, dopo l'adesione giovanile al fascismo, come egli stesso racconta, comprese ben preso gli orrori del fascismo: "Se non avessi incontrato sulla mia strada al momento giusto Salvemini, che mi ripulì il cervello da tutti i sottoprodotti della passione suscitata dalla bestialità dei fascisti e dalla menzogna della propaganda governativa, sarei facilmente sdrucciolato anch'io nei Fasci da combattimento". Intransigente antifascista e acceso anticlericale, scontò nove anni di carcere e quattro di confino a Ventotene.


Altiero Spinelli, classe 1907, dopo avere aderito al Partito comunista, fu arrestato nel 1927 e condannato a 16 anni di carcere, Dal 1939 al 43 fu  anch'egli al confino di Ventotene, dove iniziò a dissociarsi dal comunismo staliniano, sino all'espulsione dal partito nel 1937.







La comica finale

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