domenica 28 agosto 2016

La scuola nel caos


Avvio accidentato dell'anno scolastico, tra ritardi, contenzioso e sovrapporsi di norme. 





Alla data di oggi, in tutta onestà, non è possibile intravvedere un avvio regolare dell'anno scolastico non solo nelle zone terremotate, ma in tutta l'Italia. 
Vediamo perchè. 
Per ottenere che  tutte le classi abbiano i propri insegnanti, all'inizio delle lezioni, bisogna effettuare alcune  operazioni preliminari. Eccone alcune, necessariamente semplificando: 
  • determinazione dell'organico di diritto (cioè quanti posti possono essere assegnati di ruolo in ogni scuola);
  • trasferimenti di docenti e personale ATA;
  • determinazione dell'organico di fatto (cioè i posti effettivamente disponibili, dopo aver formato le classi, stabiliti gli afflussi reali ai vari indirizzi e determinato con certezza il numero degli studenti effettivamente frequentanti);
  • utilizzazioni e assegnazioni provvisorie (docenti che devono essere spostati per sopravvenute motivazioni familiari o per mancanza di posti nel loro ruolo);
  • nomine in ruolo dei vincitori di concorso;
  • nomina dei supplenti sui posti residui.

Tutta questa complessa sequenza, alla data odierna, è ferma alla determinazione dell'organico di diritto e alle prime fasi dei trasferimenti, cioè quelle dei "vecchi" docenti. Le fasi successive (assegnazione agli ambiti territoriali, assegnazione delle sedi ai docenti immessi in ruolo l'anno scorso) sono state realizzate solo in parte e hanno dato origine non solo a proteste di piazza, ma anche ad un contenzioso che si può immaginare senza fine e senza soddisfazione di nessuna delle parti. Penso anche agli studenti che si troveranno davanti a docenti rancorosi e insoddisfatti.
Tutti hanno potuto leggere sulla stampa dell'algoritmo impazzito che sposta da sud a nord (e qua si potrebbe anche capire) ma anche da nord a sud (e qua si capisce un po' meno..) pur in presenza di posti esistenti nelle zone di origine degli aspiranti.
Ma il bello deve ancora venire. L'ultima complicazione è quella della scelta dei docenti da parte dei dirigenti che li andranno a "pescare" dai cosiddetti ambiti territoriali dove sono stati collocati non solo i nuovi docenti ma anche i "vecchi" trasferitisi da altra provincia. Fioriscono i bandi in questi giorni, fioriscono le perle burocratiche, fioriscono gli abusi, come quello del bando che prevedeva una presentazione filmata ("non a mezzo busto") o dell'altro che chiedeva lo svolgimento di una "lezione frontale". Sorvoliamo poi sui bandi tanto dettagliati e formalmente perfetti, che disegnano, però, il profilo di un solo possibile concorrente ovviamente già individuato. 
Un'operazione dissennata, che non avrei mai affidato a certi miei ex colleghi e che non avrei desiderato neanche per me. Come per me non avrei desiderato l'assegnazione del premio ai "docenti migliori",  fonte esclusiva di malcontento e preludio al disinteresse e al disimpegno generalizzati. Incentivi economici, no grazie! 
Inutile in questi mesi il sacrificio degli uffici amministrativi e dei dirigenti scolastici che non hanno avuto ferie: il meccanismo si è inceppato a causa del prevedibile collidere tra le norme vecchie e quelle nuove non armonizzate con le prime. Ma forse qualche buontempone del ministero tutto questo l'aveva previsto e adesso sta assistendo, sornione, alla realizzazione della tempesta perfetta da lui stesso creata.
Il sistema scolastico, caro Presidente, va maneggiato con cura, proprio come la Costituzione. Ben lo sapeva il ministro Berlinguer, quando si accingeva a riformare il sistema scolastico dalle fondamenta, introducendo gradualmente l'autonomia e ristrutturando i cicli scolastici. 

Perchè i ministri passano, la scuola resta... I governi passano, la Costituzione resta...

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