sabato 20 agosto 2016

Laudatores temporis acti



Polemiche inutili: il burkini è da ricconi. I problemi in Francia e da noi sono altri.





Non mi colloco certo tra i laudatores temporis acti. Non erano bei tempi, anche se ad essi molti "anziani" o "meno giovani" guardano con la nostalgia dell'infanzia o della gioventù. Mia nonna veniva in spiaggia completamente vestita, anche se non portava il fazzoletto, perché cittadina. Le donne erano rigorosamente in gonna: i pantaloni sino agli anni sessanta erano considerati scandalosi. Nelle fabbriche, anche e soprattutto quelle con le tradizioni più risonanti e patriottiche, la Fiat per intenderci, i lavoratori comunisti erano fortemente discriminati. C'era il delitto d'onore (codice penale, art. 587, abrogato con la legge n. 442 del 5 settembre 1981), i mezzi di correzione, di carattere corporale, nei confronti di mogli, figli e alunni erano puniti solo in caso di abuso (art.571) o quando sfociavano in veri e propri maltrattamenti continuati (art. 572). Il divorzio, che sanava situazioni impossibili, arrivò solo nel 1974, dopo un'appassionata campagna referendaria, ricordata anche per la "qualità" delle argomentazioni. Un leader democristiano di allora, anch'egli fiorentinisssimo,   giunse ad arringare gli ignoranti contadini siciliani avvertendoli del pericolo che avrebbero corso col divorzio: le loro mogli sarebbero potute scappare con una ragazzina, legando così indissolubilmente divorzio con omosessualità, altro argomento allora fortemente tabù.
Niente o poco da ricordare con nostalgia, se non quella della propria infanzia o gioventù più o meno felice e spensierata.
Adesso, mi ritrovo quelle stesse persone che probabilmente a quei tempi si sarebbero schierate a difesa delle tradizioni (e che per altro lo fanno anche adesso, ma su tematiche adattate ai tempi e capaci di portare voti) che invece diventano improvvisamente modernisti e difensori del progresso: tranne poi ad evocare poteri superiori, come in Egitto e Turchia, alla polizia,   di cui, però,  "coraggiosamente" si limitano ad indossare la maglietta.
E mi ritrovo, un intero paese, la Francia, avvitato su se stesso sul problema dell'integrazione o dell'assimilazione come la chiamano loro. Dimenticano, costoro, intendo i francesi e i nostri ritrovati modernisti, che le nostre conquiste in campo sociale e politico sono avvenute con la maturazione dei tempi, con le lotte politiche, sindacali e sociali, in una parola con il sacrificio di pochi o molti, che guardavano avanti e non indietro. Mi fa sorridere che qualcuno pensi, da noi o altrove, che certe cose si possano imporre per legge. 
Ho visto in Francia le sterminate banlieue, costellate di inguardabili e opprimenti HLM, agglomerati abitativi, con migliaia di antenne satellitari, le evidenti situazioni di esclusione sociale dovute alle origini (non esiste solo Parigi..), ho visto donne marocchine che non hanno certo i mezzi per comprarsi il Burkini, andare in acqua con il loro vestito di ogni giorno, felici e vociani, come le suorine della foto, ho visto zelanti addetti di Ryanair bloccare i bagagli solo del nordafricano di turno anche se provvisto di moglie non velata. Anche a me, tra i tanti di passaggio, sono stati chiesti i documenti: il sangue non mente agli occhiuti difensori della sicurezza...
Ho visto ai giardinetti di una località di villeggiatura, una donna completamente velata, calata nei suoi nikab e khimar, con un bambinetto da accudire e, come accompagnatrice un'anziana donna bionda, evidentemente francese. Il primo pensiero è stato: è la suocera, ha accolto la nuora rispettandone la diversità religiosa e culturale per amore del figlio e adesso impassibile, ma con il cuore ristretto, fa la nonna.
Ma non era così: guardando meglio si scopre che la donna velata è bionda, con gli occhi azzurri e inequivocabilmente francese, l'anziana non è la suocera, ma la sua mamma...
L'assenza di reali anticorpi nelle persone più deboli, questo il vero pericolo.
  
  

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