sabato 16 agosto 2014

Crocefisso, arma impropria



I veri cristiani








Sullo stesso argomento: Razzismo a padova, no grazie!

L’articolo del mattino di venerdì 15 agosto, osserva correttamente: “(l’amministrazione comunale) Punta alle radici dell’accoglienza e prende di mira colui che di questi valori ne ha fatto una ragione di vita e di cui in città è storicamente il simbolo: don Albino Bizzotto. Non è un bisticcio istituzionale ma uno scontro culturale. «Deve decidere se stare dalla parte dei cittadini o se vuole una casbah», lo attacca l’assessore alla Sicurezza Maurizio Saia. …… La nuova amministrazione c’è da appena due mesi ma lo scontro ha già raggiunto livelli di guardia. «Vada a svolgere le sue attività altrove» sono le parole dell’assessore.”

Livelli abbastanza volgari diremmo noi.

E ci sono anche delle imprecisioni nelle affermazioni dell’assessore: non sono due le famiglie ospitate in via Chiesanuova e non ci sono roulotte, sedie e tavolini nella viuzza antistante.

Poco importa a questi signori sapere che sono cittadini padovani (“sarò il sindaco di tutti” aveva detto Bitonci il giorno dell’incoronazione) quelli che supportano economicamente e praticamente le attività dell’associazione dei Beati e l’attività di don Albino.

Poco importa a questi signori dell’ordine e della pulizia sapere che tra le 3200 famiglie che l’associazione sostiene con la borsa della spesa, gran parte sono famiglie padovane e sono in continuo aumento.

Poco importa perché per loro la campagna elettorale non è finita (preparano la campagna regionale, non facciamo finta di non saperlo…) e quello che importa è “sparare” dichiarazioni a raffica, tutte abbastanza bugiarde, manipolatorie e fuorvianti, ma tanto chi andrà a verificare…?

Allora ecco: basta con le auto blu (infatti già la precedente amministrazione le aveva eliminate); case ai padovani che risiedono in città da almeno 10 anni (dunque chiunque abbia questa caratteristica è padovano da qualsiasi parte provenga..); cambia la cooperazione internazionale, aiutiamo le persone nel loro paese di origine… (che è esattamente quello che le ong fanno costruendo progetti che, sostenuti da fondi europei, mirano a sostenere le locali attività di sviluppo nei paesi economicamente disagiati).

Quello che importa è la sparata iniziale, il titolone purchè supporti, alimenti, nutra la rabbia delle persone dirottandola sui più deboli e gli emarginati della società. Così sperano di vincere nuovamente, e forse accadrà ancora. Perché alla paura non si comanda, si può solo cercare di capirne le ragioni ma bisogna volerlo.


”Come un problema, anzi letteralmente come un detto oscuro, come un “enigma” (homme énigmatique), appunto, ci viene incontro lo straniero. La sua stessa presenza, prima ancora di ogni ulteriore specificazione, è per noi sorgente di interrogazioni e non si tratta di un aspetto transitorio legato alla novitas di un primo contatto, al quale potrà poi seguire un successivo rapporto al riparo di ogni oscurità, non più enigmatico. Questa relazione, in quanto relazione con l’altro, non potrà che essere costituvamente in-sicura. La minaccia che in lui avvertiamo è solo un’altra espressione del suo essere un enigma.” (U.Curi: Straniero, Cortina ed.)

Sostenere ed alimentare la paura e l’avversione per lo straniero conferma i toni usati nella campagna per le amministrative e prepara la prossima, ma è anche segno di miopia politica non vedere come le associazioni in generale, tra cui i Beati e la mensa popolare, svolgano una importantissima funzione sociale, di vitale importanza per questa città.

Ci vien da pensare che per fortuna Madre Teresa era in India e non a Padova, e per fortuna che S. Antonio non è arrivato qui nell’estate del 2014 altrimenti li avremmo “invitati” ad andarsene e a svolgere la loro attività altrove…a buon intenditor…

Ma Don Albino e Suor Lia sono a Padova e ci auguriamo, e come noi moltissimi padovani che li conoscono e apprezzano, che possano continuare a svolgere la loro insostituibile attività in questa città.

Fonte: SEL Padova

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