sabato 14 dicembre 2013

Consiglio del 12 dicembre, sintesi dei lavori



Scommettiamo che...






Così si concludeva un post precedente. Scommettiamo che...non sarà possibile nessun compromesso onorevole e che prevarrà la logica dei numeri? E così è stato nella seduta del Consiglio del 12 dicembre. Una pacata schermaglia tra il presidente e il sottoscritto, un breve intervento del consigliere Stefani, due interventi del consigliere Pinton, il primo pacato, il secondo a effetto, che passerà alla storia per aver sdoganato la parola "cazzo" in consiglio, che anche se ammantata di citazioni filmografiche. Il resto dei consiglieri di maggioranza intenti a compulsare telefonini e tablet, in attesa della fine liberatoria e del dopo consiglio.
Si è consumato così un ennesimo strappo pseudo autoritario che in un futuro, prossimo o lontano, non potrà che ritorcersi contro gli stessi autori.
In breve la mozione congiunta ViviMestrino-M5S non è passata, lo strappo al regolamento, spacciato per tutela della minoranza si è realizzato, Pinton sarà finalmente un pò sedato, ma non attraverso le buone ragioni e il confronto, ma con uno stratagemma. A questo punto é inevitabile  che si esprima un soggetto terzo.
Per la cronaca al termine della riunione ho fatto notare che all'odg non era stato posto il verbale della seduta precedente come previsto espressamente dal regolamento; la risposta del segretario comunale mi ha rassicurato: è già successo altre volte (lo sappiamo!) e questo non toglie validità né alla seduta né alle decisioni assunte. Bene, ma uno degli argomenti della risposta all'interrogazione di Pinton non era stato che disattendere il regolamento, in quel caso un'interpretazione del regolamento, avrebbe potuto inficiare la validità dell'eventuale voto a favore delle sue mozioni?  

Di seguito la traccia del mio intervento, che pubblico per sottolineare la differenza di obiettivi e di idee tra i due gruppi, ma nello stesso tempo la necessità e la positività di una convergenza sul tema dei diritti e della democrazia, nonché sulle concrete questioni che riguardano i cittadini, rappresentati e no.

  
Osservazioni preliminari 

L  A)  La presentazione della mozione congiunta ViviMestrino-M5S avviene nonostante la divergenza di opinioni tra i due gruppi sulle tematiche politiche generali.

Il M5S rappresenta un movimento presente largamente in parlamento, il gruppo di Mestrino persegue, legittimamente ma con modalità e opinioni che non ci vedono assolutamente d’accordo, le finalità politiche proprie del movimento.
Vivi Mestrino è invece una lista civica che, pur richiamandosi a opzioni politiche di centro sinistra, non è affiliato ad alcun gruppo politico, anzi da questi ultimi si ritiene ed é assolutamente autonomo.

Ma all'interno del consiglio comunale e della scena politica locale,  la nostra condivisione e il nostro appoggio sono naturali per ogni argomento e per ogni iniziativa di chiunque tenda a tutelare quelli che anche secondo noi sono gli interessi della cittadinanza, sia quella rappresentata in questo consiglio sia quella non rappresentata.   Infatti, più di una volta abbiamo votato insieme al collega di M5S e ugualmente è avvenuto il contrario.

A maggior ragione questo doveva avvenire con la mozione all’odg stasera, dato che l’argomento in questione attiene a una problematica trasversale, attiene a questioni di principio e di diritti, che riguardano tutti i membri di questo consiglio sia di opposizione che di maggioranza, sia quelli che a quest’ultima resteranno fedeli, sia quelli che eventualmente, come già successo in passato, dovessero entrare in dissenso con essa.

    B). Ci è sembrato necessario intervenire con una mozione di modifica a proposito di una divergenza di interpretazione su un argomento del regolamento, perché questo ultimo spiacevole “incidente” non è che la punta di un iceberg, costituito da chiusure, mancanza di comunicazione, assenza di qualsivoglia volontà di informazione e di condivisione, non tanto con i gruppi politici avversi, quanto piuttosto con la popolazione intera.
A solo titolo di esempio, ricordo: la mancata attivazione di commissioni cardine della vita partecipativa, come quella urbanistica e di bilancio, la trasmissione della documentazione ai consiglieri nei ristretti tempi regolamentari, la riduzione della conferenza dei capigruppo a mera attività di informazione, per di più anch'essa in tempi ristretti rispetto alla seduta, il fastidio ostentato verso ogni forma di dissenso, che viene vissuto come una noiosa perdita di tempo, l’assenza totale di coinvolgimento della popolazione al di là dei ristretti ambiti istituzionali.
E’ appena il caso di ricordare che in altri comuni vicini, con amministrazioni di qualsiasi orientamento politico, la popolazione, le frazioni, le associazioni sono ripetutamente coinvolte, quanto meno sotto il profilo dell’informazione e della spiegazione, su temi rilevanti della vita cittadina: come a Selvazzano, Rubano, Villafranca padovana. Seguono esempi. 

NEL MERITO. 


I fatti: il presidente del Consiglio comunale e immagino il Sindaco, che determina l’odg, hanno ritenuto di interpretare in modo restrittivo il comma 13 dell’art 33, concernente la facoltà dei consiglieri di presentare interpellanze e interrogazioni e il comma 5 dell’art 34, concernente la facoltà dei consiglieri di presentare mozioni.
L’interpretazione restrittiva consiste nell'applicazione letterale dei commi degli articoli citati, prescindendo dalla precedente definizione data dall'articolo 6 che riguarda la costituzione e la  composizione dei gruppi.
Nell’art. 6, infatti,  si dà dignità di gruppo consiliare anche a quelli costituiti, subito dopo le elezioni, da un solo consigliere.
Negli art. 33 e 34, citati prima si pongono delle restrizioni al numero di interrogazioni e mozioni per il singolo consigliere (1 di entrambe per ogni consigliere) e per i gruppi (3 di entrambe per ogni gruppo).
E qui, il gruppo, costituito da un solo consigliere, nell'interpretazione della maggioranza, viene retrocesso e trattato come il singolo consigliere.

Provo a spiegare perché noi siamo di parere opposto.
·         Non attribuire a ciascun gruppo gli stessi diritti, oltre che gli stessi doveri, di fatto lede il principio della rappresentanza; al consigliere e di conseguenza ai cittadini che si riconoscono in lui viene confiscato, o quanto meno ridotto, il diritto di esprimere opinioni diversificate, di porre questioni, di ottenere risposte, di proporre alternative alla politica della maggioranza.
·         Agendo altrimenti si confonde rappresentanza con rappresentatività, cioè con il numero dei voti raccolti. Portato alle estreme conseguenze, questo ragionamento dovrebbe attribuire alla maggioranza qui presente il diritto di porre 5 interpellanze e 5 mozioni, a ViviMestrino 2 e 2 e a Pinton finalmente 0,25. Ma ciò apparirebbe manifestamente irragionevole.
·            Nel regolamento esistente e non ancora contestato in altri suoi punti, il gruppo consiliare, costituito da un solo soggetto viene trattato alla pari degli altri: partecipa alla  conferenza dei capigruppo, può entrare a far parte di tutte le commissioni (quelle poche che ci sono!), ha gli stessi tempi di parola degli altri, esprime l’indicazione di voto come gli altri, può essere nominato scrutatore e così via. Perché per ogni altro aspetto della vita del Consiglio viene rispettato e non contestato il principio della parità e ciò non vale più per le interrogazioni e le mozioni?
Probabilmente perché Pinton è un rompiscatole ed esagera e vuole utilizzare il palcoscenico del consiglio per fare propaganda politica. A parte il fatto che questo si è verificato solo per alcune tematiche e non per altre, più strettamente legate alla realtà locale e non strumentali; a parte questo, almeno per quanto riguarda il problema delle interpellanze e delle interrogazioni, nel regolamento c’è già uno strumento di contenimento dei tempi: il massimo consentito è un’ora (Art 33 comma 12, contingentamento dei tempi per le interrogazioni) e sono escluse le sedute ordinarie di bilancio e quelle sul piano regolatore. Se non dovesse bastare o se si volessero istituire dei limiti anche per le mozioni, con l’intento di razionalizzare i lavori del consiglio, noi siamo d’accordo. Non siamo d’accordo, invece, sulle furbate estemporanee.
·         
U   Un altro argomento: il comportamento di altre amministrazioni. E’ noto che a Padova, dove i consiglieri sono diverse decine, anche ai gruppi costituiti da una sola persona sono assegnati gli stessi diritti di tutti gli altri, a partire dalle interrogazioni, che li, però,  vengono svolte in modo orale e molto veloce, per finire alla possibilità di partecipare a tutte le commissioni, che a Padova, invece,  sono veramente numerose.

Ma senza andare così lontano e così a sinistra, basta fermarsi a Selvazzano dove ad ogni consigliere è attribuita la possibilità di svolgere due interrogazioni, indipendentemente dal gruppo.
 Nessun Consigliere può presentare più di due interrogazioni o mozioni per la stessa seduta. Art 26.
Il regolamento è stato rivisto nel gennaio del 2013 dall’attuale amministrazione di centro destra.

·      Concludendo ogni norma regolamentare che tenda a ledere o a limitare o a contingentare i diritti, i tempi, le facoltà di accesso, di un singolo consigliere o di un gruppo, lede il principio di uguaglianza e di libertà di espressione costituzionalmente garantiti. Se si ravvisa la necessità di limitare i tempi dedicati alle discussioni fuori ordine del giorno, questi devono essere comunque uguali per tutti, dove per tutti si intende sia i singoli consiglieri, inclusi quelli della maggioranza che fanno volentieri a meno di parlare, sia quelli della minoranza, sia il gruppo di maggioranza sia tutti i gruppi di opposizione. E ripeto questo tema dei diritti interessa per ora una sola persona, particolarmente sgradita, in futuro potrebbe interessare anche qualunque consigliere che volesse staccarsi dal gruppo di appartenenza. E’ successo e potrebbe succedere ancora, quindi conviene a tutti agire con determinazione e con lungimiranza.

Ed ecco infine la nostra mozione:

Che venga sostituito l’attuale comma 5 dell’art. 34 del regolamento del consiglio comunale come di seguito riportato:
5. ciascun consigliere non può presentare più di una mozione per ogni adunanza del consiglio. Ciascun gruppo consigliare, indipendentemente dal numero dei componenti dello stesso gruppo e compresi quindi anche i gruppi consiliari formati da un solo consigliere (art. 6 comma 2 del presente regolamento) non può presentare più di due mozioni per ogni seduta consigliare. Le mozioni aventi identico oggetto vengono discusse congiuntamente.

Che venga sostituito l’attuale art. 33 comma 13 del regolamento del consiglio comunale in modo come di seguito riportato in neretto corsivo:
5. ciascun consigliere non può presentare più di una interrogazione o di una interpellanza per ogni adunanza del consiglio. Ciascun gruppo consigliare, indipendentemente dal numero dei componenti dello stesso gruppo e compresi quindi anche i gruppi consiliari formati da un solo consigliere (art. 6 comma 2 del presente regolamento) non può presentare più di tre interrogazioni o più di tre interpellanze per ogni seduta consigliare.


Concludo dicendo che siamo totalmente convinti della validità e correttezza della nostra posizione espressa nel mio intervento, siamo disponibili ad un rapido passaggio in commissione regolamento di questa sola e urgente problematica, (e per rapido intendo non oltre il mese dato che si sovrappongono le festività natalizie), altrimenti chiediamo il voto immediato, riservandoci, nel caso in cui non si dovesse concordare sulla nostra proposta, di interpellare il Prefetto con un documento che aspetta solo di essere spedito, come estrema dimostrazione di disponibilità istituzionale.

1 commento:

  1. bravo paolo hai dimostrato di essere non solo un gran uomo ma sopratutto un politico però quelli d'altri tempi..... ecco la sinistra che ci piace e siamo contenti che tu abbia deciso si far parte del nostro gruppo. un fraterno saluto compagno menallo
    vittorio cerase

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