mercoledì 5 ottobre 2016

Referendum 4 dicembre 2016, 1



Le ragioni del NO, in piccole dosi







Sei ragioni per votare NO alla proposta di modifica costituzionale. Contributo di Roberto Monti, docente universitario, membro del Comitato del NO


Senato, bicameralismo imperfetto
1) Viene tolto ai cittadini il diritto di eleggere e di essere eletti in Senato. Il diritto di essere eletti in Senato viene ristretto ai soli consiglieri regionali e sindaci della Regione. Il diritto di eleggere i membri del Senato viene riservato ai soli consiglieri regionali. L'idea che i cittadini possano indirettamente eleggere il Senato non è presente nel testo di modifica costituzionale (Art.2 e prima disposizione transitoria). 
L'Art.1 della Costituzione attribuisce la sovranità al popolo. Le modifiche proposte istituiscono invece un Senato con importanti funzioni legislative e politiche sottratto alla sovranità diretta, attiva e passiva, dei cittadini. La modifica è in contrasto con la Costituzione, diminuisce la democrazia e riduce il controllo dei cittadini sullo Stato.

2) Dal bicameralismo paritario al bicameralismo confuso. La
proposta di modifica attribuisce alla sola Camera il potere di votare la fiducia al Governo. Il Senato, tuttavia, mantiene importanti poteri. Insieme alla Camera esercita la funzione legislativa su revisioni costituzionali, referendum e leggi elettorali, organi di governo, funzioni di Comuni e Città metropolitane, formazione e attuazione delle politiche EU, trattati internazionali, minoranze linguistiche (Art.10). Su tutte queste materie rimane la regola del doppio voto conforme. Può deliberare proposte di modifica ad ogni altra legge, compresa la legge di bilancio (Art.10). Partecipa alla elezione del Presidente della Repubblica (Art.21). Nomina due giudici della Corte Costituzionale (Art.37). Si crea dunque la seguente situazione: in caso di maggioranze difformi in Camera e Senato, il Parlamento sarebbe incapace di produrre leggi sulle materie comuni, ad esempio in campo costituzionale o elettorale. 
Più in generale, la modifica è costretta ad introdurre un sistema complicato di regole per chiarire, a seconda del tipo di legge, le procedure con cui Camera e Senato devono  arrivare ad approvare le leggi. Il risultato è che l'art.70 della Costituzione sulle procedure legislative, attualmente lungo 2 righe, viene allungato a 74 righe. Le troppe procedure diverse aumentano i rischi di conflitti istituzionali. (L'art. 70, approfondimenti qui)
Il passaggio dal bicameralismo paritario a quello confuso avrà due conseguenze. Crea un rischio di paralisi su temi delicati e introduce complicazioni che fanno male alla Costituzione, aumentando l'inefficienza delle istituzioni. 

Meglio sarebbe stato allora eliminare del tutto il Senato. (Segue qui)

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