giovedì 3 dicembre 2015

Le comiche

Palermo, museo delle marionette
Il vescovo contro il presepe






Sembra un titolo di Lercio.it, ma è in realtà un copione ripetuto dieci cento mille volte che, come le bugie di Goebbels, alla lunga rischia di diventare realtà.  Si prende una frase, la si estrapola dal contesto, si fa  qualche piccola aggiuntina "lievemente" strumentale, si costruisce il titolone a 4 colonne, poi si scatena la canea dei frequentatori della suburra di internet e il gioco è fatto. Attendiamo il fedele salvini sotto il palazzo vescovile di Padova.

Sì,  proprio il salvini che un tempo inneggiava alle ampolle del dio Po, quello che cristianamente vuole affondare i barconi e passare sotto le ruspe rom e affini. Qualche giorno fa era toccato al preside di Rozzano, adesso al vescovo di Padova, che ha ricevuto una reprimenda anche dal boss della regione. Leggere per credere! "La difesa del presepe sta diventando un argine identitario", secondo l'agronomo trevigiano. 


Sostiene in replica mons. Cipolla: "Fare un passo indietro dunque non è certo nascondere il presepe in cantina, ma trovare nelle tradizioni, che ci appartengono e alimentano la nostra fede, germi di dialogo".  Le fedi religiose, in particolare la fede cristiana, è la conclusione del vescovo,  "costruiscono relazioni, rispetto e dialogo e aprono ponti. Tutto ciò significa rifiutare ogni forma di strumentalizzazione polemica, perché le fedi sono sempre occasioni di incontro e di reciprocità, senza rinunciare alla propria storia, ma riscoprendone il valore più autentico".



A questo punto non basta esprimere semplicemente il proprio disgusto; è necessario, invece, vigilare perchè questi sono pericolosi, sono fascisti, aggiornati, ma sempre fascisti, portatori di  un fascismo interiore che settant'anni di democrazia non sono riusciti a seppellire e a estirpare dalla società italiana. Sono in mezzo a noi, sembrano uguali a noi, fanno tante cose belle o brutte come noi, ma i loro circuiti neuronali girano in modo diverso. E i loro capi, o meglio i loro sfruttatori, lo sanno, non si comportano da conservatori con i quali sarebbe anche stimolante confrontarsi, ma da manipolatori delle coscienze, delle paure e delle difficoltà della gente. A loro della religione non importa nulla, importa solo il titolo sui giornali, la visibilità, il seguito della parte più ignorante di un  popolo senza memoria. Mi faranno diventare amico dei preti!

  

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