sabato 26 dicembre 2015

Cantata di santo Stefano


Rifugiati siriani a Erbil (fonte Il Foglio)

Qualcuno ha dimenticato che il Cristo nacque in una grotta, da genitori alla ricerca di un riparo sicuro: una simbologia che di questi tempi appare oscurata dalle farneticazioni identitarie. Chi si vuole  "identificare" ad ogni costo, lo faccia con i nuovi fuggitivi. Non diventerà "buonista", sarà solo più cristiano o più "umano". 
Se qualcuno, in più, vuole anche coltivare lo spirito può ascoltare la musica di Bach, pubblicata di seguito, che parla a tutti, credenti e no:  una fatica che alla fine ricompensa.. 

La cantata "Und es waren Hirten in derselben Gegend" fa parte del cosiddetto oratorio di Natale, composto da Bach per la festività del Natale 1734. L'oratorio si compone di sei cantate per le sei festività che venivano al tempo celebrate: il Natale (25, 26 e 27 dicembre), il Capodanno, la domenica dopo Capodanno e l'Epifania. In questa cantata si narra dell'annuncio da parte dell'angelo della nascita di Gesù ai pastori. 

Nella notte l'angelo appare ai pastori spaventati. Il basso ricorda la profezia del Messia del vecchio testamento. Un pastore invita ad andare a vedere il bambino e l'angelo indica la stalla. Nell'ultima parte: canti di Maria, dei pastori e degli angeli. 

Dal punto di vista musicale, la cantata viene ricordata per l'uso sperimentale dell'oboe d'amore e dell'oboe "da caccia". Durata: 28'. 






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