mercoledì 4 gennaio 2017

Controcorrente, Babbo Natale non esiste




..ed è  bene dirlo al più presto ai bambini...








Qualche giorno fa, a Roma un giovane direttore d'orchestra, Giacomo Loprieno, è stato licenziato in tronco dall'organizzazione Dimensione eventi che gli aveva affidato la direzione dell'orchestra "Disney in concert: Frozen".
La sua colpa? avere dichiarato a microfono aperto, dinnanzi a una platea dimezzata dalla fuga verso il parcheggio che "comunque babbo natale non esiste".
Bene. Certo se la poteva risparmiare a giochi fatti e dopo aver sopportato per due ore le urla dei pargoletti scatenati e, soprattutto, dopo aver accettato la direzione di un'orchestra e di un coro dichiaratamente inquadrati in un'operazione commerciale che poco aveva a che fare con la divulgazione della musica "colta" ma molto con il business.
Comunque, in preda presumibilmente ad una crisi di nervi, lo ha fatto e come spesso accade in queste situazioni è venuta fuori la brutale verità: babbo natale non esiste e voi che avete urlato durante tutto il concerto  e i vostri genitori che ancora a dieci anni portano avanti la recita  siete dei coglioni. 
Ma la cosa peggiore della faccenda è costituita dalla reazione dei genitori presenti che hanno minacciato una class action contro il direttore e soprattutto dai frequentatori del web (i webeti) liberi di scrivere quello che vogliono e per carità che continui così, senza tribunali del popolo...
Ai miei tempi (quanto sono vecchio!) non esisteva babbo natale, ma a seconda delle latitudini c'era Gesù bambino o le anime dei morti il due novembre o la befana.
Ma tutti già all'età di cinque anni se non prima, e senza tablet a disposizione per approfondire su wikipedia, sapevamo la verità: intorno alla festa dei morti e di natale proliferavano tante bancarelle piene di giocattoli e di dolci che solo un deficiente poteva non mangiare precocemente la foglia. 
I misteri da coltivare, erano altri per i nostri genitori, a torto o a ragione: il mistero della morte con cui familiarizzare attraverso i doni, portati "idealmente" dai nonni morti, e  le visite al camposanto, il salvatore nato in una grotta (con il tradizionale giro dei presepi), la messa di Natale.
I genitori di adesso, che alimentano ad libitum la favola di babbo natale, che va bene al massimo sino ai tre anni, sono solo deboli, non hanno la capacità di assumersi responsabilità neppure sulla quantità e qualità dei doni e neppure sul giudizio se i figli li abbiano o meno meritato: delegano e fuggono anche a questa piccola responsabilità. Ma cosa penseranno i loro figli, quando, scoperto in genere assai precocemente l'inganno, temeranno a ragione di essere ingannati su altre e ben più importanti faccende?   



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