domenica 24 gennaio 2016

Sindaco o podestà?


L'ipocrisia perbenista





segue da Follie mestrinesi


Se il sindaco di Mestrino avesse dovuto attendere ancora un mese per produrre l'editoriale per il notiziario annuale, forse avrebbe infilato nel suo scritto qualche altra perla, tratta dalla cronaca recente. Non sarebbe bastata la foto di Livorno sepolta dalla spazzatura, tratta dall'Unità ma usata in funzione anti 5 stelle, nè il riferimento alla Spagna "socialista" di Rajoy. Nè sarebbe bastata la "candida" e assai perbene protesta contro la politica europea in tema di migranti, condita dall'ipocrita sottolineatura della possibilità per i cittadini di accogliere profughi nelle proprie case. Non vorrei essere nei panni di questi ipotetici ospiti per la cui accoglienza si è preparato mediaticamente, e non solo, un terreno così fertile e positivo.
Probabilmente, e qui torno all'ipotetico editoriale differito nel tempo, avrebbe dovuto fare riferimento ai fatti di Colonia, al family-day, alla step-child adoption, alle nuove stragi di musulmani contro  musulmani, al caso "Quarto, camorra e cinque stelle", per finire con la cancellazione della Fiera delle Parole.
Occasioni per sciorinare pensieri di apparente buonsenso, raccolti "dal territorio", non sarebbero mancate. Sì, di apparente buon-senso, di senso conformista e privo di vision, senza alcun guizzo fuori dal ristretto orticello. Certo, si dirà, ma questi non sono compiti di un sindaco. Sicuro, ma se si devono soltanto cambiare le lampadine e organizzare la raccolta rifiuti non basta un podestà, di sicura fede mussoliniana come quella che taluni suoi sodali non si vergognano di esibire?

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