domenica 26 luglio 2015

I CCF, una proposta di moneta parallela



Per una moneta fiscale gratuita. Come uscire dall'austerità senza spaccare l'euro.


La questione della permanenza in Europa e nell'euro non può essere lasciata ai nuovi populisti nostrani ed europei, che cavalcando la tigre della crisi vorrebbero gettare via con l'acqua sporca (le regole recessive imposte dalla Troika) anche il bambino, cioè la solidarietà tra stati, la condivisione delle regole e dei problemi.
Ecco che nascono, da un punto di vista scientificamente solido e democraticamente inoppugnabile, nuove proposte tendenti a restituire agli stati nazionali alcune, se pur modeste, possibilità di manovra, senza abbandonare principi, salvaguardie e garanzie europee. Il testo che inizia di seguito ne costituisce un primo, discutibile e assai emendabile esempio.

Il quadro internazionale degli economisti pro e contro l'euro.
"Questo libro si propone di illustrare un appello condiviso da più studiosi e ricercatori in favore dell’introduzione di una nuova moneta fiscale in Italia e nei paesi periferici dell’Eurozona in crisi. La proposta di moneta fiscale è al contempo semplice ed estremamente innovativa. Proponiamo che i singoli stati dell’Eurozona, in base alle specifiche necessità delle loro economie nazionali, emettano titoli utilizzabili dopo due anni per ridurre i pagamenti di tasse e qualsiasi altra forma di obbligazione finanziaria verso la pubblica
amministrazione nazionale. Questi Certificati di Credito Fiscale (CCF) diventerebbero subito una forma di «quasi-moneta», cioè potrebbero essere trasformati immediatamente in euro, in mezzi di pagamento, e quindi utilizzati per attuare politiche economiche espansive.
Più precisamente, i CCF sono titoli che conferiscono al portatore un diritto a una futura riduzione fiscale, trasferibile a terzi,  negoziabile e convertibile in euro. 
Si tratta di titoli che non generano un debito al momento dell’emissione e che presentano un vantaggio essenziale: rispettano tutti i vincoli posti dai trattati e dai regolamenti dell’Eurozona, ma permettono di attuare autonomamente manovre economiche espansive. I CCF, infatti, non rappresentano una moneta parallela alla moneta unica – altrimenti usciremmo dall’Eurozona. In effetti, sono titoli statali di credito fiscale e non sono moneta,
né tanto meno moneta legale. Costituiscono un diritto negoziabile con un contenuto patrimoniale da cui deriva il loro valore di mercato in euro. I CCF si possono negoziare e convertire in euro e, quindi, generano un aumento della moneta circolante e alimentano la domanda aggiuntiva necessaria per fare
ripartire l’economia e l’occupazione. I titoli di Stato che proponiamo scongelano gli euro intrappolati nel circuito finanziario per riportarli nel circuito dell’economia reale. Quindi i CCF non competono con l’euro: 
la moneta europea resta l’unica moneta legale e di denominazione. Occorre aggiungere che, quando lo strumento CCF conquisterà la fiducia del mercato – quando cioè tutti verificheranno che i CCF sono effettivamente convertibili in
euro con un piccolo sconto – non è escluso che tali titoli possano in parte sostituirsi all’euro come mezzo di pagamento. In pratica, con l’uso diffuso dei CCF, può venire meno, almeno in parte, la necessità di conversione dei CCF in
euro; l’euro rimarrebbe comunque l’unica moneta legale. In questo senso, i CCF possono essere considerati moneta complementare e non moneta parallela all’euro. Il nostro obiettivo strategico è, infatti, quello di portare le singole economie nazionali fuori dall’attuale condizione di «trappola della liquidità», rispettando tuttavia i vincoli dettati dai trattati europei.
L’appello nasce dalla collaborazione di un gruppo di persone provenienti da variegate attività professionali e di ricerca."

Tratto da: "Per una moneta fiscale gratuita", di Bossone, Cattaneo, Grazzini, Sylos Labini. Testo presentato il 22 luglio al Senato della Repubblica.

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Una sintesi scritta dagli autori

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