venerdì 18 marzo 2016

La paura del confronto



Compiti e funzioni del consiglio comunale.

Si legge nello statuto di un comunello sperduto tra gli ipermercati della direttrice Padova-Vicenza:
"Il Consiglio comunale rappresenta la Comunità da cui è stato eletto, determina l’indirizzo politico, sociale ed economico del Comune e ne controlla l’attuazione.
2. Spetta al Consiglio individuare ed interpretare gli interessi generali della Comunità e stabilire, in relazione ad essi, gli indirizzi che guidano l’attività dell’Amministrazione, esercitando su di essa l’indirizzo e il controllo politico amministrativo per assicurare che l’azione complessiva dell’ente consegua gli
obiettivi stabiliti con gli atti fondamentali.
3. Il Consiglio Comunale esercita le potestà e le competenze previste dalla Legge, dallo Statuto e dai regolamenti di attuazione.
4. Impronta l’azione complessiva dell’Ente ai principi di pubblicità, trasparenza e legalità al fine di assicurare il buon andamento e l’imparzialità.
.....
7. Il Consiglio può adottare risoluzioni per promuovere, indirizzare, sollecitare l’attività degli altri organi e l’operato dell’organizzazione, per l’attuazione degli
indirizzi generali di governo.
8. Il Consiglio può adottare risoluzioni, mozioni, ordini del giorno per esprimere, nel rispetto del principio della pluralità di opinione, gli orientamenti presenti nello
stesso su temi e avvenimenti di carattere politico, sociale, economico, culturale, ed interpretare con tali atti la partecipazione dei cittadini agli eventi che interessano
la comunità nazionale e internazionale." (ES. mozione sulla famiglia tradizionale approvata alle due di notte del 15, anzi del 16 dicembre, per riparare ad un danno peggiore..)

Sin qui le belle parole, ma quando si va a vedere la sostanza, nel caso del medesimo comunello, si apprende che non esistono commissioni consiliari, eccetto quelle strettamente obbligatorie per legge (regolamenti ed elettorale) e che il numero delle riunioni effettuate è ridicolo (vedi tabella sotto) anche in relazione ad altri comuni della zona, indipendentemente dal colore politico. Ma soprattutto si apprende che, a differenza di quanto avviene intorno, le interrogazioni possono aspettare anche per più di 9 mesi, per poi ottenere magre rispostine scritte dagli assessori. Quasi sempre i nove o più mesi di attesa che avrebbero meritato un parto eutocico, danno luogo mestamente ad aborti. Ma talvolta l'attesa viene prolungata con stratagemmi procedurali e slalom di date di bassa lega. Non quella lega che pensate voi, ma una lega un pò più perbenista, amicona, proiettata in tutte le direzioni, con un velo di spolveratina cultural-commerciale. E sì, perchè qua la Lega non c'entra proprio: basta guardare cosa succede nei comuni vicini amministrati proprio dalla lega per notare le differenze. Non c'entra il colore politico, c'entra la mancanza di idee, il terrore del confronto, della dialettica, della trasparenza. Si preferisce in una parola affidarsi alle veline passate alla gazzetta locale.

Ma basta chiacchiere, adesso parlino i dati:
La tabella mostra il numero delle riunioni di consiglio comunale svolte nell'ultimo triennio.

Note: 
1. I 6 consigli di Mestrino si riferiscono alle convocazioni; in realtà uno è stato aggiornato a causa di una irregolarità nella documentazione fornita ai consiglieri e l'altro è stato aggiornato perchè prevedeva 17 punti all'odg, inseriti tutti insieme per non dare spazio alle interrogazioni.
2. Dati aggiornati al 18 marzo: tutti i comuni, tranne uno, hanno già svolto due consigli nel 2016. 



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