sabato 2 maggio 2015

In.CO- E. Zegna di Rubano, novità?


Dopo la festa del lavoro, la realtà del lavoro perduto




Novità da parte padronale dopo l'assemblea della settimana scorsa alla In.Co. Assoluta chiusura sulla possibilità di tenere aperti gli impianti di Sarmeola, grande "disponibilità" a reperire posti di lavoro presso imprese del triveneto, mirabolanti incentivi per chi accetta di trasferirsi in esse e ancora più grandi per chi accetta di andare a Novara, pagamento di corsi di riqualificazione professionale. 
Tutto idilliaco se non fosse che a Novara di fatto ci vanno solo in 24, mentre gli altri posti reperiti sono più o meno a Belluno. 
Chi non accetta, come è statisticamente ampiamente prevedibile, rendendo così poco credibile la generosità pelosa della parte padronale, sarà fuori: quindi cassa integrazione in deroga per due anni (se sarà concessa) a spese della collettività, eventualmente dal 1 maggio la nuovissima NASPI,  poi l'iscrizione nella ambitissime liste di mobilità.
L'azienda, così disponibile a mettere sul tappeto somme teoricamente rilevanti (per gli incentivi si va dai 6000 ai 10.000 euro, più i costi del trasloco a Novara e l'affitto per i primi due anni) in realtà è in una botte di ferro. Infatti pochissimi, anzi pochissime trattandosi di manodopera tutta femminile,  andranno ed è evidente che il gioco vale la candela;  tradotto: quello che si guadagna aprendo da un'altra parte è di gran lunga superiore a quello che si perderebbe in generosi, ma ipotetici  incentivi. 
Come dargli torto: gli affari sono affari, l'etica è per signorine.

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