sabato 16 maggio 2015

La buona scuola: il dirigente premia i migliori






Incentivi economici? no, grazie! 
















Nella scuola non può funzionare l'incentivo economico e non per le preconcette chiusure dei docenti, ma per motivi molto meno astratti, ben noti a chi ha un minimo di esperienza di organizzazioni complesse.

Per comprendere le ragioni di questa impossibilità bisogna tentare di conoscere realmente le caratteristiche dell'organizzazione scolastica. La scuola, infatti, ha alcune delle caratteristiche di una qualsiasi organizzazione, cioè di un gruppo di persone formalmente unite per raggiungere uno o più obiettivi comuni che individualmente riuscirebbero difficilmente a raggiungere; e in più è un'organizzazione assai complessa. Ma  ne possiede altre di sue proprie, che la differenziano sia dalle organizzazioni produttive, sia dalle organizzazioni che erogano altri servizi.
Le affinità con le altre organizzazioni sono presto dette.
Innanzitutto la scuola possiede anch'essa una struttura amministrativa, che regola i flussi economici (scarsissimi nel suo caso), gli acquisti, gli stipendi e che gestisce i rapporti con altre organizzazioni (Stato, regione, comuni, sanità) e con l'utenza a livello formale e burocratico.
La scuola ha poi anch'essa la necessità di un nucleo decisionale in grado di individuare obiettivi, di adattarli alle peculiarità dell'ambiente in cui opera, di mettere in atto dei correttivi lungo il percorso, di controllare e valutare i risultati.
Su tutti questi punti è sacrosanto il potere del dirigente, o meglio di un dirigente responsabilizzato, cioè che sia responsabile dei risultati. Purtroppo sino ad adesso non é stato così: ogni dirigente si é dovuto adattare con i pochissimi strumenti a sua disposizione, normativi e giuridici, e soprattutto con il suo carisma, la sua inventiva e la sua cultura. Praticamente nessuno strumento in grado di incidere veramente sull'esistente, fatte salve le sue capacità motivazionali, la sua personale attitudine al rischio e al "metterci la faccia", la sua presenza continua sul campo.

A parte questo, tutto é diverso rispetto ad altre organizzazioni, che o mirano al profitto o a raggiungere standard prestabiliti nei servizi erogati in termini di tempi, di attese, di precisione e qualità.
In primo luogo i risultati di una scuola non sono misurabili, sia perché non possono essere adeguatamente valutati i livelli in entrata, le variabili ambientali, personali, familiari e sociali, sia perché i livelli in uscita rivelano la loro effettiva consistenza spesso a distanza di anni dalla fine della scuola.
Per questi motivi è difficile trovare un elemento di comparazione con altre organizzazioni. La più vicina mi appare essere quella di una équipe medica. Anche qui contano le motivazioni intrinseche degli operatori (faccio il medico perché mi piace, perché per me è una missione, un po' come nella scuola), ma soprattutto la cultura, il carisma, il carattere, le competenze e le capacità relazionali del primario che la guida. Ma le analogie finiscono presto, per due motivi: prima di tutto la diversa considerazione sociale di cui gode l'arte medica, in secondo luogo la misurabilità immediata dei risultati (guarigioni, sopravvivenza, contenimento dei costi, innovazioni tecniche, pubblicazioni ecc.)

Venendo al problema iniziale dell'incentivo economico nella scuola e alla sua ineluttabile incapacità di incidere sui risultati, partiamo proprio dall'analogia con l'équipe medica. In questo caso quello che si offre in prima battuta ai suoi membri non è la ricompensa economica (nessuno, guadagna di più degli altri a discrezione del primario) ma la possibilità di fare carriera, di occupare posizioni migliori, di ottenere maggiori responsabilità e posizioni più soddisfacenti, non solo dal punto di vista economico, in quella o in altre strutture. Nella scuola questo non è possibile: nessun dirigente riuscirà a motivare dei collaboratori erogando irrisori compensi di 40 euro al mese a sua discrezione, ma il risultato non cambierebbe neppure se fossero 400. E sapete perché? perchè motivandone uno ne perderebbe altri venti. 
Facciamo un'altra analogia per capirci meglio? Prendiamo un militare in posizione di comando operativo, a qualsiasi livello, dalla caserma dei carabinieri in un paese alla squadra mobile di città. Pensate che potrebbe ottenere maggiore coraggio, intelligenza e abnegazione dai propri uomini, dando a qualcuno qualche euro in più? Lo spirito di squadra, o di corpo, che nella scuola si chiama collegialità degli interventi e delle scelte, ne uscirebbe distrutto e con esso ogni capacità operativa.
Quindi smettiamola con la barzelletta della
scuola-azienda, torniamo all'uomo, alla cultura umanistica (non umanista, Presidente!) anche in campo organizzativo e scientifico.
Anche nel più ristretto ambito amministrativo, l'incentivo economico discrezionale e solo per pochi creerebbe disaffezione e farebbe venire meno lo spirito di squadra.
Che poi ad effettuare la valutazione sia non più il dirigente da solo, ma che debba "sentire" il comitato di valutazione, è una questione ancora più grave che merita un ulteriore approfondimento. 
Allora che fare? lasciare tutto come sta? no, sicuramente. Intanto una squadra funziona meglio se i suoi membri sono consapevoli di essere tutti alla pari come responsabilità, come impegni e come capacità. Quindi è immediatamente necessario fornire al dirigente (parlo qui del dirigente medio, non dei casi di eccellenza o degli inetti) gli strumenti per limitare i danni apportati dagli incompetenti: qualcosa di diverso sia dalle risibili sanzioni attuali, peraltro contrastate in via pregiudiziale dai sindacati, sia dall'arbitrarietà di decisioni unilaterali sul campo. E' necessario ripristinare la presenza di un'autorità terza, cioè ricreare il corpo ispettivo, demolito dalle cosiddette necessità di bilancio.
Se poi si vuole condire il tutto con il vile denaro, ben venga anche questo: ridiamo agli insegnanti la possibilità di fare carriera, di accedere a posizioni intermedie di responsabilità. Funziona in altri paesi. In Francia ad esempio la funzione del vice preside è istituzionale, vi si accede per concorso e, per inciso, anche il vice, come il preside, ha diritto all'abitazione gratuita presso la scuola! Altro tipo di carriera è quello dell'avanzamento stipendiale legato al superamento di esami, di didattica, ovviamente. Sempre guardando alla Francia, gli "agrégés", che hanno superato uno specifico e assai selettivo esame, hanno uno stipendio superiore agli insegnanti "semplici" che hanno come solo titolo, quello accademico.
Sempre in Francia si ottiene una differenziazione salariale anche sulla base delle note informative dei presidi, convalidate, prendete buona nota, dal corpo ispettivo. Per inciso da quelle parti, se vuoi fare l'insegnante devi seguire un corso di studi specifico: studi per diventare insegnante di chimica, ad esempio, non per diventare chimico, che é una cosa ben diversa. 
Ma forse qui da noi é più semplice andare avanti per slogan e lavagnette, riservando le slides alle scuole private!

     


Nessun commento:

Posta un commento

Informazioni

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Parte delle immagini, loghi, contributi audio o video e testi usati in questo blog viene dalla Rete e i diritti d'autore appartengono ai rispettivi proprietari. Il blog non è responsabile dei commenti inseriti dagli utenti e lettori occasionali.