Campagna a 360 gradi |
Fratellanza leghista |
"Il potere va dato a chi non ne nutre alcuna bramosia".
Se fosse veramente applicata questa semplice regoletta, Jacopo Berti del M5S dovrebbe ottenere il primo posto al GP del Veneto di domenica prossima. Sappiamo che non sarà così, ma almeno il terzo posto sul Tosi lo meriterebbe.
Tosi, infatti, è un campione della precocità politica e del mantenimento del potere. Per carità, qualche cosa di buono avrà fatto, ma questo si diceva anche di Mussolini. Verona è una grande città, al confronto con la strapaesana Padova di Bitonci sembra una metropoli vivace e ricca di iniziative culturali e sociali. Sicuramente però Tosi dai 25 anni in poi è stato saldamente ancorato alle stanze del potere leghista tentando poi di partecipare alla corsa per la guida del centro destra post berlusconiano. La concorrenza di Salvini non gli è proprio andata giù. Deve essersi detto che la rinuncia ai seggi in parlamento e in Europa era stata inutile: nessuna riconoscenza da Salvini. Stai sereno Flavio: Salvini si chiama Matteo, un nome un programma.
Non è però che tutta l'azione di Tosi a Verona sia stata un brillare di iniziative innovative. Anche lui ha iniziato con le solite ordinanze leghiste sulle puttane, sull'alcool, sul decoro e sullo smantellamento del campo rom di Boscomantico. Però in questo caso, rendendosi conto di essere un amministratore pubblico e non un kapò, per portare a termine la chiusura del campo, ha dovuto cercare la collaborazione dell'Istituto don Calabria e del vescovo.
La vera natura del personaggio, se qualcuno avesse dubbi, abbagliato dal suo buon senso amministrativo, si é rivelata tutta quando si è trincerato dietro l'autonomia del consiglio comunale per la nomina dei rappresentanti del comune per l'Istituto Veronese per la Resistenza. Risultato? Andrea Miglioranzi (militante del Veneto Fronte Skinheads ed appartenente al gruppo musicale veronese di estrema destra Gesta Bellica), e Lucia Cametti di Alleanza nazionale.
Nel 2001 sui nomadi ci ricasca ancora e viene rinviato a giudizio e poi definitivamente condannato in Cassazione per aver organizzato una campagna contro i rom sfociata nella propaganda di idee fondate sull'odio e sulla superiorità etnica e razziale.
Nell'ottobre 2009 Tosi, il moderato, è stato condannato dalla Cassazione a 4.000 euro di multa e alla sospensione per tre anni dai pubblici comizi sempre per propaganda razzista.
Non si è fatta mancare neanche l'accusa di favoritismo per l'indebita promozione della futura moglie a dirigente della sanità veneta non appena eletto sindaco. Questo è il personaggio anche se adesso fa il moderato contro Salvini, lanciato nella china del lepenismo.
Tornando al competitor per il terzo posto, Jacopo Berti, sembra che per il momento le proiezioni siano contro di lui, ma non si sa mai. Il Movimento cinque stelle, per bocca di tutti i suoi esponenti a tutti i livelli va ripetendo di non essere né di destra, né di sinistra (forse oltre, come sostenne Grillo, giustificandosi delle strizzatine d'occhio a Casa Pound). Purtroppo, però, molti di loro, soprattutto nel Veneto vanno dicendo cose di destra (tipo i soldi dei veneti ai veneti del programma Berti) e in quell'area hanno pescato e pescano a man bassa; altri, ma talvolta gli stessi (vedi foto), dicono cose di sinistra e anche lì riescono a pescare, anche se poi i proclami sfociano nel populismo, molto spesso senza risultati concreti.
C'é poi la vasta area degli scontenti che se decidono di andare a votare, una croce punitiva sul M5S è probabile che la mettano, insegnanti in primis. Un successo o un parziale successo fondato quindi non solo sull'ambiguità, ma sugli evidenti demeriti altrui.
Su Berti si sa molto poco, tranne quello che scrive lui stesso. Sicuramente non è un astro nascente, viste le modalità con le quali é stato pescato. Le regionarie del M5S (e chi se ne frega degli insulti stellari che arriveranno) sono in realtà una presa per i fondelli (per gli iscritti innanzitutto), quanto a metodo di selezione del personale politico. Infatti nel dicembre 2014, hanno partecipato al voto elettronico solo 2.398 iscritti certificati, residenti in Veneto, che dalle 10 alle 18 hanno espresso la loro preferenza tra i dieci candidati. Berti, già candidato al comune di Padova, ha vinto con 466 voti (il 19,4%), lo seguono, con 345 voti (14,4%), Erika Baldin di Chioggia, al terzo posto Rinaldo Verardo, di Vicenza (296 preferenze (il 12,3%). Quarto posto per Manuela Provenzano, di Mestrino (261 voti, 10,8%).
Cifre che fanno sorridere di per sè anche al confronto con la risibile cifra dei partecipanti alle primarie del PD.I programmi:
Flavio Tosi
Jacopo Berti
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