Quando non sai cos'è, allora è jazz
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C'è un tale swing in Bach che è impossibile non pensare al jazz: se poi si sposta l'accento dalla prima nota della battuta alla terza, il gioco è fatto...
La musica di Bach è stata sempre un'enorme fonte di ispirazione per il jazz.
Innanzitutto, credo, per lo spirito con cui si faceva musica nell'epoca barocca, sempre in parte improvvisata, rivissuta al momento con alcune tracce guida. Basti pensare, ad esempio, al principio del basso continuo: sigle numeriche come indicazioni armoniche, allo stesso modo in cui oggi nel jazz si suggeriscono le armonie sopra il tema principale.
Ma questa libertà non era presente solo nella melodia, che poteva, anzi doveva, essere variata con l'aggiunta di abbellimenti, ma anche nell'assenza di segni di interpretazione: Bach scriveva solo le note, non il modo in cui esse andavano suonate.
A trasferire Bach nel Jazz ci aveva pensato per primo Benny Goodman, poi altri seguirono: in campo vocale Ward Swingle, il più grande (un nome un programma!), al piano Jacques Loussier e più di recente John Lewis con il Modern Jazz Quartet. Oggi ascoltiamo Loussier.
Bach, toccata e fuga in re minore
Jacques Loussier Trio play Bach (The Bach book - l'album completo)
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