venerdì 1 maggio 2015

Controcorrente

Portella della Ginestra (PA)



Primo maggio




Per questo primo maggio avevo preso con me stesso due impegni su due punti che ritengo simbolicamente molto importanti: non svolgere alcune attività lavorativa, neppure quella parzialissima di scrittorello da blog di periferia, e non andare in nessun supermercato, ritenendo l'apertura di servizi non essenziali immorale oltre che  uno schiaffo a chi lavora e a chi il lavoro non ce l'ha 
Il secondo impegno l'ho mantenuto assai facilmente; sul primo ho adesso un parziale cedimento. Difficile aggiungere qualche cosa di sensato e soprattutto di originale alla grande massa di comunicati, articoli, filmati e foto che sto guardando in rete per puro passatempo, ma una storia mi ha particolarmente colpito stamattina e quindi la riporto con la sola fatica del copia e incolla, contravvenendo al mio personale impegno e alla caratteristica di questo blog che riporta solo articoli originali.
Si tratta di una storia minore ma io ritengo che questo tipo di notizie, che illustrano l'etica e i drammi del lavoro e i valori dell'attenzione verso gli altri, valgano più di blasonate rievocazioni e di accalorati discorsi impersonali. Va quindi conosciuta il più possibile, come fonte di riflessione e di insegnamento. 
E' la storia di Michele Zoccarato, scritta nel 2012 dall'amico di FB Mirko Lazzarini in occasione della celebrazione del 1 maggio presso il Comune di Limena.

Michele Zoccarato nasce a Limena il primo settembre 1961, nella casa di Taggì di Sotto in cui trascorrerà tutta la sua vita.

Appena quattordicenne inizia a lavorare presso la Novaform, azienda che produttrice divani, proprio difronte casa. 
Dal 1984 lavora per la cooperativa FERCA di Limena.
Nel 1998 inizia l’esperienza presso Acqua Vera di San Giorgio in Bosco, che poi diventerà Nestlè-San Pellegrino.

Tra il 1979 e il 1980 fa il servizio militare a Pisa, come paracadutista nella Folgore. In quel periodo conosce la Toscana, terra di arte e di natura, nella quale tornerà spesso.
Tornato dal servizio militare, rimane in cassa integrazione. Inizia un periodo difficile, dal quale riesce ad emergere grazie all'aiuto della famiglia e degli amici di sempre, quelli del paese. 
In questi anni Michele scopre la sua passione per la poesia. 
Scrive per esprimersi, per dare un nome alle sue emozioni, per fissarle. Scrive moltissimo, grazie a una sensibilità non comune. Affina, negli anni, la tecnica espressiva, frequentando anche la scuola di scrittura “La lanterna Magica”. Ama giocare con le parole, scegliere quelle giuste: per lui la parola è importante. Successivamente inizierà anche a disegnare e dipingere.

Nel 1989, a 28 anni, gli viene diagnosticata una grave malattia. I medici gli prospettano pochi mesi di vita. Per guarire dovrà sottoporsi a due interventi all'ospedale di Belluno.

Questi momenti bui hanno fatto sì che Michele sviluppasse grande attenzione verso gli altri, in particolare a quanti erano in difficoltà: fa vacanze con persone disabili, sul lavoro diventa rappresentante sindacale, è sempre disponibile ad aiutare chi è nel bisogno.
Negli anni ’90 è tra i più attivi all’interno del periodico locale Off-Limen, un laboratorio di creatività in cui un gruppo di giovani, per alcuni anni, ha pubblicato articoli, racconti e poesie (che Michele firmava con lo pseudonimo “il Zoc”).

Per Michele è sempre stato un sogno potere studiare e ottenere un diploma, ma vuole studiare qualcosa che si concilia con i suoi interessi artistici e la sua sensibilità letteraria.
Nel 1998 si iscrive al Liceo Artistico Modigliani. 
Riesce a diplomarsi da studente lavoratore, frequentando le lezioni alla sera fino a tardi. Per conciliare lavoro e studio, inizia a lavorare nel turno mattutino, mentre trascorre i pomeriggi sui libri. Anche qui le difficoltà non mancano perché l’azienda non gli riconosce i permessi dovuti e deve lottare, per se e per chi sarebbe venuto dopo di lui. 
Nel 2003 consegue il diploma di maturità con una votazione molto alta.

A novembre 2009 riesce a coronare un alto sogno: vedere pubblicate le sue poesie. Esce la raccolta “C’est la vie” che contiene alcune delle sue poesie più significative. Michele devolverà il ricavato all'Associazione Erika Onlus, che ha finanziato la costruzione di due scuole per i bambini di Haiti.

Michele ha sempre amato molto viaggiare e conoscere nuovi luoghi. Spesso si trattava di viaggi fatti in semplicità e pochi mezzi, con gli immancabili amici e tanto spirito d’avventura. Negli anni visita prima l’Italia e poi buona parte dell’Europa; quindi va in Giordania, Nepal, India, Russia, fino all'ultimo viaggio in Israele, pochi giorni prima di mancare.

Michele era un ragazzo modesto, che non amava essere protagonista o mettersi in evidenza. Con le persone preferiva creare rapporti sinceri, di amicizia. Chi l’ha conosciuto ne ricorda la capacità di entrare facilmente in sintonia con le persone e di andare nel profondo di ogni relazione.
Va particolarmente evidenziato l’impegno civile di Michele. Era iscritto all’ANPI. È stato tra i fondatori del Partito Democratico di Limena (di cui era convinto attivista). Era rappresentante sindacale e membro del direttivo provinciale della FLAI CGIL di Padova.

Al termine del turno notturno, la mattina del 15 aprile 2011, muore tragicamente sul lavoro, a 49 anni, schiacciato da una pressa per pallettizzare le casse d’acqua. Quella notte non avrebbe dovuto essere in fabbrica, perché durante il giorno aveva fatto attività sindacale, ma era comunque al suo posto per non mettere i colleghi in difficoltà.

La famiglia, a poche ore dalla drammatica notizia, interpretando la sensibilità di Michele ne ha donato gli organi.

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