Sono tutti Scilipoti, o no?
“...Il parlamento non è un congresso di ambasciatori di opposti e ostili interessi, interessi che ciascuno deve tutelare come agente o avvocato; il parlamento è assemblea deliberante di una nazione, con un solo interesse, quello dell'intero popolo, dove non dovrebbero essere di guida interessi e pregiudizi locali, ma il bene generale.”
Edmund Burke, Inghilterra, 3 settembre 1774
Nessun vincolo di mandato, nessun mandato imperativo è previsto per i parlamentari nella nostra Costituzione e così nella stragrande maggioranza dei paesi del mondo. Pochissime eccezioni: Portogallo, Bangladesh, India e Panama, oltre ai paesi del socialismo reale, quando esistevano. (Vedi riquadro in calce sui lavori della Costituente).
Certamente in Italia si sta esagerando, perchè l'assenza di vincoli di mandato, che rende legittimo o addirittura doveroso, in taluni casi, il voto difforme dagli interessi immediati del proprio elettorato o dalle disposizioni del partito di appartenenza, ha dato luogo al ricorrente fenomeno dei cambi di "casacca" e di gruppo parlamentare. Siamo giunti a numeri molto elevati, come si può vedere da questi grafici interattivi.
Ma a ben guardare i numeri presentati dai grafici, l'elemento numericamente più rilevante dell'attuale legislatura è la scissione del PDL, di cui hanno beneficiato il NCD e altri gruppi centristi.
Il PD, accusato da Grillo di fare scouting, in realtà ha guadagnato solo 16 deputati, di cui ben 11 trasfughi da SEL e altri raccattati al centro e dalle spoglie dei montiani.
Nulla di strano: sul carro del PD stanno salendo un pò tutti; il caso limite è in Sicilia (grande laboratorio politico, l'isola!) dove sono entrati Cuffariani, Lombardiani, ex forza Italia ed ex AN. Un partito veramente democratico, una vera "mamma" per tutti!
L'altro fenomeno nazionale è la diaspora dal M5S: ben 35 tra camera e senato. Gente che ha interpretato alla lettera il disposto della Costituzione: se se ne è andata, trattandosi di gente normale senza eccessivo pelo sullo stomaco, disponibile ad affrontare le tonnellate di m...anifestazioni di dissenso della rete; doveva proprio essere stufa.
Altro cosa il fenomeno dei saltimbanchi di sinistra come Migliore, Zan e compagni. Il primo, saltato sul carro del vincitore per diventare governatore in Campania, non ha potuto neanche presentarsi a vantaggio del pregiudicato De Luca, che, se sarà eletto, decadrà il giorno dopo. Il secondo, catapultato da Vendola nel collegio di Padova a scapito di ben altre e più solide presenze, probabilmente non avrà neanche un posto nel più ristretto ambito della squadra morettiana; sempre ammesso che, grazie alle beghe della lega, Lady Fashion riesca a portare a casa il bottino. Sarebbe in ogni caso una vittoria per demerito...degli altri.
Sbraiti pure Grillo, non c'è soluzione: cambiare questa norma significherebbe non cambiare la politica, ma cambiare la democrazia. L'alternativa è solo una selezione più democratica e veramente partecipata del personale politico da parte sua e da parte degli altri e, in ogni caso, restituendo, la parola ai cittadini attraverso le preferenze. Su questo terreno andrà misurata la coerenza politica e morale degli affezionati alla grande "ditta" PD.
L'elemento distorsivo in tutto questo affare è proprio la mutazione genetica di tutti i partiti, trasformatisi da aggregatori di consensi e di idee (o delle tanto vituperate ideologie) in vere e proprie "ditte" personali, dove il leader non è il capo partito, la guida, ma il padrone della ditta stessa.
Il dibattito agli
Atti dei lavori del 19.09.1946, seconda Sottocommissione della Commissione per
la Costituzione.
Il
Presidente Terracini. [...] Apre la discussione sul seguente articolo proposto
dall'onorevole Mortati: “I deputati rappresentano la Nazione nel suo insieme”.
Mortati,
Relatore, osserva che qui si dovrebbe affrontare la questione del divieto del
mandato imperativo. Sottrarre il deputato alla rappresentanza di interessi
particolari significa che esso non rappresenta il suo partito o la sua
categoria, ma la Nazione nel suo insieme. Si domanda se la disposizione da lui
proposta si possa omettere o meno, perché potrebbe anche assumere una
particolare importanza, se, ad esempio, si facesse del Senato la rappresentanza
della regione o di categorie, e perché non si può dimenticare che oggi i
deputati sono espressione dei partiti con i quali hanno un diretto legame. Sta
di fatto che il problema esiste ed ha anche avuto un riflesso negli ordinamenti
in cui è stabilita la decadenza del deputato quando è sconfessato dal suo
partito.
Il
Presidente Terracini ritiene che la disposizione in esame si potrebbe omettere.
Essa poteva avere la sua ragion d'essere nei tempi passati e col collegio
uninominale, quando il deputato si sentiva anche rappresentante di interessi di
classe o vincolato al partito che ne aveva proposta e sostenuta la candidatura
e quando la rappresentanza era circoscritta al collegio. Conviene comunque con
l'onorevole Mortati che la questione non è di facile risoluzione e che
qualsiasi disposizione, inserita nella Costituzione, non varrebbe a rallentare
i legami tra l'eletto ed il partito che esso rappresenta o tra l'eletto e il
comitato sorto per sostenere la sua candidatura.
Mannironi
desidererebbe che nell'articolo proposto dall'onorevole Mortati, o
eventualmente in un altro, fosse espressamente stabilito che il deputato possa
liberamente esercitare il suo mandato senza vincoli di sorta.
Fabbri
osserva che la questione si potrebbe semplificare, discutendo se si debba
oppure no introdurre nella Costituzione la vecchia formula dello Statuto
Albertino, nella quale espressamente si vietava il mandato imperativo da parte
degli elettori. In ogni modo è favorevole all'articolo proposto dall'onorevole
Mortati.
Di
Giovanni ritiene che il concetto espresso nell'articolo in questione venga a
caratterizzare la rappresentanza politica. Dire, infatti, che i deputati sono
rappresentanti della Nazione equivale a dire che essi sono rappresentanti
politici. C'è anche un'altra rappresentanza, quella organica degli interessi,
che può trovar posto in altra sede, ad esempio nella seconda Camera.
Lussu
ritiene indispensabile introdurre in un articolo della Costituzione il concetto
di rappresentanza nazionale del deputato. Ricorda che nel passato essa si
intendeva come ammessa; tuttavia vi furono lunghe ed aspre discussioni per
stabilire se il deputato rappresentasse il suo collegio o la Nazione. Se, come
è probabile, si arriverà ad una Costituzione dello Stato su basi
regionalistiche o autonomistiche, sarà necessario affermare nella nuova carta
statutaria che il deputato rappresenta la Nazione, e ciò per ovvie ragioni di
opportunità.
Bozzi
si associa a quanto ha detto l'onorevole Lussu: crede indispensabile introdurre
nella Costituzione una norma nel senso indicato, in vista della struttura
regionale dello Stato. Nel vecchio Statuto c'era e il non volerla includere nel
nuovo potrebbe avere un significato lontano dagli intendimenti della
Sottocommissione.
Il
Presidente Terracini, per risolvere la questione in esame, mette in votazione
la seguente dizione contenuta nel progetto dell'onorevole Conti e assorbente
quella proposta dall'onorevole Mortati:
“I
deputati sono rappresentanti della Nazione”. (È approvata).
Apre la
discussione sulla seguente formula proposta dall'onorevole Conti: “I deputati
esercitano liberamente la loro funzione”, formula che preclude la possibilità
di un mandato imperativo.
Lussu
ritiene implicito che l'esercizio della funzione di deputati sia libero.
Mannironi
dichiara che l'avverbio liberamente non gli sembra pleonastico: proporrebbe
anzi che dopo le parole: esercitano liberamente le loro funzioni si aggiungessero
le altre: e senza vincoli di mandato.
Lussu
ritiene che l'onorevole Conti, con la parola liberamente abbia inteso indicare
la libertà assoluta. Ciò rende impossibile che il deputato sia perseguito
penalmente per l'attività svolta nell'esercizio delle sue funzioni
parlamentari. Difatti, l'articolo proposto dall'onorevole Conti così prosegue:
“I deputati, durante l'esercizio del mandato, non possono essere arrestati”.
Bozzi
ritiene che l'espressione liberamente abbia un contenuto più ampio di quello
racchiuso nel concetto di mandato, e debba intendersi nel senso di libertà
assoluta, onde è inutile aggiungere le parole senza vincoli di mandato.
Grieco
è contrario a includere la formula senza vincoli di mandato, perché, a suo
avviso, i deputati sono tutti vincolati ad un mandato: si presentano infatti
alle elezioni sostenendo un programma, un orientamento politico particolare.
Con l'aggiunta proposta dall'onorevole Mannironi si favorirebbe il sorgere del
malcostume politico.
Mortati,
Relatore, fa presente che nell'ultimo articolo da lui proposto e non approvato
dalla Sottocommissione, si era astenuto dall'introdurre l'avverbio liberamente,
pensando che esso potesse riferirsi tanto alle opinioni espresse dai deputati,
quanto ai rapporti tra deputati ed elettori o partiti. Ciò per non pregiudicare
una questione che dovrà essere risolta in un secondo momento: quella dei
rapporti tra deputati ed elettori. Difatti si dovrà decidere se includere o
meno nella Costituzione il criterio della revocabilità del mandato da parte
degli elettori.
Lussu
dichiara di essere contrario all'uso della parola liberamente poiché crede che
con essa possano sorgere dubbi di interpretazione.
Il
Presidente Terracini mette in votazione la formula: I deputati esercitano
liberamente la loro funzione. (È approvata).
Mannironi
insiste sulla sua proposta di aggiungere alla formula approvata l'espressione:
senza vincoli di mandato.
Fabbri
propone, qualora fosse accolta l'aggiunta dell'onorevole Mannironi, di farla
seguire da un punto e virgola e dall'espressione: nessun mandato imperativo può
darsi dagli elettori.
Mannironi
dichiara di non aver nulla in contrario alla proposta fatta dall'onorevole
Fabbri.
Il
Presidente Terracini mette ai voti l'aggiunta alle parole: i deputati
esercitano liberamente la loro funzione, delle seguenti, proposte dagli
onorevoli Mannironi e Fabbri:
e senza
vincoli di mandato; nessun mandato imperativo può loro darsi dagli elettori. (È
approvata).
Successivamente,
il 23.10.1946 sempre la seconda Sottocommissione della Commissione per la
Costituzione delibera di estendere ai senatori quanto stabilito per i deputati
nell'articolo approvato il 19.10.1946. Dopo un anno, il 10.10.1947, l'Assemblea
Costituente approva l'articolo nella sua forma definitiva:
Ogni
membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza
vincolo di mandato.
La
votazione finale si svolge il 20.12.1947.
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