Lo sfogo di Di Battista
Mentre Grillo volava a Bruxelles per incontrare Farage, senza chiedere l'autorizzazione alla rete, Di Battista scriveva su facebook il lungo commento, che segue. Come molti militanti disinteressati, lui ci aveva creduto, tanto di cappello. Adesso sarebbe interessante sapere cosa pensano del matrimonio annunciato con la destra xenofoba e razzista i tanti altri che ci hanno creduto, sia quelli di sinistra, sia quelli di resistenza 2.0, sia quelli nè di destra nè di sinistra..
Ieri non ho scritto nulla. Stavo a pezzi! La sensazione che
sentivo? Come se qualcuno mi avesse strappato un pezzo di carne. Vedete, noi
non siamo come i politicanti di professione che, dopo ogni elezione, riescono a
mettere maschere e a sfoggiare astrusi ragionamenti per dimostrare all' opinione pubblica che hanno vinto tutti. Io no, noi no. Io ieri sono stato
malissimo. Non ho mangiato nulla per ore e avrò fumato 30 sigarette, proprio io
che non fumo quasi mai.
Ci ho creduto moltissimo, mi
sono anche esposto ma ha vinto “l’apparato”.
Vi sto scrivendo dalla commissione difesa della Camera, tra poco
inizierà un’audizione con il Ministro della Difesa. Osservo i deputati e i
senatori dei partiti. Sono tutti strafelici, tutti. Quelli del PD è logico, ma
quelli di Scelta Civica perché? Casini sprizza gioia da tutti i pori, Cicchitto
ha l’aria sollevata. Eppure hanno preso 1/5 dei nostri voti. Si salutano tra di
loro con vigorose strette di mano e dolcissimi baci sulle guance. Il messaggio
è chiaro, si stanno dicendo una sola cosa: “ci siamo salvati!”.
Ed è vero, noi abbiamo perso e il sistema ha vinto. Confidavamo
nel fatto che l’impegno che ci abbiamo messo (credetemi abbiamo dato l’anima),
che aver studiato giorno e notte per smascherare le indecenze nascoste nei
decreti legge, sarebbero bastati per vincere. Pensavamo che dare un esempio di
onestà, coerenza, intransigenza, restituire soldi, presentare tutte le proposte
di legge dichiarate, avrebbe convinto gran parte degli italiani a scegliere il
5 stelle. Ci siamo illusi che girare tutta l’Italia, piazza per piazza, portare
in ogni angolo del Paese la nostra politica, parlare con centinaia di cittadini
senza scorta ne intermediari ci avrebbe fatto ottenere un risultato
strabiliante.
Ci siamo sbagliati. Mi sono sbagliato. La strada è lunga. Lo
capisci quando pensi a quanti voti ha preso Raffaele Fitto, FI, un giovane
condannato (in I grado) a 4 anni di reclusione e a cinque di interdizione dai
pubblici uffici per i reati di corruzione, illecito finanziamento ai partiti e
abuso d’ufficio. Secondo eletto in Italia per numero di preferenze!
Insomma, io, per carattere, per passione, anche per sana ambizione
ho pensato di prendere a “testate” il sistema, il muro del sistema, pensando di
fargli male. Ebbene il muro è ancora in piedi (e i sorrisi di oggi qui in
commissione lo dimostrano) e io ho la testa fasciata. Tuttavia, e vi prego di
credermi, non sono affatto parole di circostanza, io delle crepe in quel muro
le vedo. Le vedo con chiarezza. E se tutti questi politicanti oggi gioiscono
con tale “entusiasmo da finale” è perché era davvero una finale. Cioè un gruppo
di cittadini entrati un anno e mezzo fa in Parlamento e centinaia di migliaia
di attivisti, sono arrivati in finale contro la partitocrazia, un avversario
che non ha mai temuto nessuno. Loro hanno vinto ma per farlo hanno fatto una
“campagna acquisti” molto dispendiosa.
Io oggi sto molto meglio. Nei prossimi giorni andrò a dare una
mano dove siamo arrivati al ballottaggio e mi terrò nel cuore un popolo che a
piazza San Giovanni grida onestà, onestà, onestà. Poi penserò agli errori
commessi, a cominciare dai miei (ricordo a tutti che fare auto-critica
significa esaminare il proprio operato, i propri errori e io Alessandro Di
Battista, ne ho commessi diversi) ma penserò anche ai Mastella e agli
Scopelliti. D’altronde se, per la prima volta, certa gente non ce l’ha fatta ma
ce l’hanno fatta 17 cittadini incensurati, preparatissimi (leggetevi i loro
curricula) e senza “padri, padroni e padrini” beh questo è senz’altro merito
del M5S e di quel popolo che gridava onestà. Siamo arrivati in finale e
abbiamo straperso ma le finali non si possono perdere sempre. Ne arriveranno
delle altre. A riveder le stelle
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