Michele Serra** - Beppe Grillo
Un'antica collaborazione,
adesso divisi
Tratto da il venerdì di Repubblica, 9 maggio 2014
Un'antica collaborazione,
adesso divisi
Tratto da il venerdì di Repubblica, 9 maggio 2014
“Pochi giorni dopo le
politiche scrissi, proprio su Venerdì, che
il clamoroso successo di M5S era prima di tutto il frutto di una rivolta
generazionale. Tra i “non rappresentati” i giovani sono la tribù più numerosa e
più bisognosa di darsi una voce pubblica. L’età media degli eletti grillini e
l’analisi anagrafica di quell’elettorato conferma, mi pare, questa ipotesi. Non
ho mai condiviso il giudizio di “antipolitica” che altre firme di questo
giornale hanno affibbiato al grillismo, e l’ho scritto in tutte le salse. E
considero assurdo accusarlo di “fascismo”, che è tutt’altra cosa.
Ma non voterei mai per questo simbolo. E non lo farei per
un insieme di ragioni che ho spesso esposto, ricevendo in cambio, sul blog di
Grillo, una
raffica di ridicoli
insulti di zero valore e di zero peso. Le ragioni, in estrema sintesi.
1.
Non
condivido il mito del web come “nuovo potere orizzontale”; credo al contrario
che il web sia manipolabile e falsificabile quanto la nostra povera democrazia
in carne e ossa, se non di più; considero non grave, ma gravissimo, che ci si
possa candidare grazie a una cinquantina di “clic” sostenendo che solo quella è
vera democrazia.
2.
Non
condivido “l’umore di fondo” sospettoso, complottista, maldicente che troppo
spesso trapela dai grillini. Se tutto è sporco, tutto è casta, tutto è
complotto, allora prevale uno “sguardo basso” sulle cose del mondo che non ha
niente di rivoluzionario. Le rivoluzioni hanno (sempre!) lo sguardo alto: per
abbassarlo, sotto i colpi della storia, c’è sempre tempo. Lei è sicuro, dottor
Parisi, che chiunque abbia oggi visibilità sociale sia un kapò? Io no, e non
perché abbia fiducia “nell’intellighenzia” come lei scrive, ma perché ho fede
nell’intelligenza.
3.
Trovo
orribili e pericolose alcune espressioni di Grillo, “mafia rossa”, “fascismi
rossi”, le raffiche di vaffanculo, l’urlo sistematico. Non gli ho mai sentito
esprimere un dubbio. Sputa sentenze su tutto (Renzi al confronto è un cacadubbi),
è di una presunzione patologica. Essergli stato amico per anni, e avere
lavorato con lui, non mi esime dal dovere di dire che cosa penso della sua cultura politica: ne penso tutto il
male possibile, penso che la sicumera e l’aggressività siano un segno di
insicurezza, non di valore e di nobiltà. Grillo è un prodigioso catalizzatore
del rancore. Basta per essere un capopolo. Ma per essere un capo
rivoluzionario, bisogna saper catalizzare anche le virtù”.
** Serra ha collaborato con Beppe Grillo, scrivendo assieme a lui, nel 1990 il recital Buone notizie, debutto teatrale del comico genovese.
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