Tutto trae origine, ovviamente, dalla musica afro-americana, quella dei neri provenienti dalle campagne e trapiantati nelle maggiori città americane. La città che maggiormente fu influenzata da questa migrazione, anche dal punto di vista culturale e musicale, fu New Orleans. Qui nacquero i primi grandi solisti del jazz: Joe King Oliver, Louis Armstrong, Sidney Bechet e moltissimi altri, che, in una fase successiva, si videro costretti a emigrare in varie città statunitensi ma soprattutto a Chicago e a New York dove il jazz si affermò in pochi anni come prima grande, originale espressione di musica americana.
Nei primi decenni del 1900 si affermarono il blues, lo stile New Orleans ad opera dei neri, e lo stile Dixieland ad opera dei bianchi, che vissero a New Orleans a stretto contatto con i creatori della musica afroamericana. Inizierà così un lungo e costante scambio che influenzerà entrambe le culture: quella afroamericana sempre più levigata dai costumi, dalla logica costruttiva formale e dalla propensione melodica europea; quella europea sempre più conscia dell'assoluta novità del fresco e innovativo linguaggio ritmico-melodico afroamericano e della naturale pratica di improvvisazione che sarà un aspetto fondamentale, anche se non l'unico, del Jazz.
Le "bands" bianche suonavano alla maniera di New Orleans, ma il loro modo di suonare era più razionale, più costruito, più individuale e meno spontaneo ed istintuale rispetto al modo di suonare dei neri. Fin dalle prime formazioni Dixieland bianche l'arrangiamento acquista fondamentale importanza e diventa uno degli elementi di contrapposizione con lo stile New Orleans creato dai neri in forma totalmente improvvisata. I bianchi del Dixieland rafforzarono la ricerca del suono pulito, la linearità delle linee melodiche dell'improvvisazione, la riconoscibilità dei temi, e, soprattutto, l'individualità e l'espressività del solista.
Da sottolineare che gli scambi e le reciproche influenze tra le due culture in questo periodo, parliamo degli anni 20 e 30, e per lungo tempo, non saranno mai alla pari. Una vera coscienza creativa del popolo afroamericano si svilupperà solo quando il razzismo e le discriminazioni razziali sfoceranno in gravi conflitti sociali e i neri sentiranno il bisogno di affermare se stessi come identità disgiunta dalla popolazione bianca.
Gli strumenti dello stile New Orleans dei neri e dello stile Dixieland dei bianchi comprendono una sezione fiati formata da una o due cornette, un trombone e un clarinetto, più una sezione ritmica composta da: basso tuba o contrabbasso, chitarra o banjo e batteria. La sezione ritmica ha il compito di accompagnare la sezione melodica con il ritmo costante della batteria, con i poderosi bassi del tuba o contrabbasso e con gli accordi del banjo o della chitarra. La sezione melodica, invece, svolge un intreccio polifonico più complesso: la tromba o la cornetta conducono il tema. Il clarinetto risponde con una specie di controcanto spesso ironico utilizzando trilli, note blues e suoni growl (suoni rauchi), che si ottengono soffiando e parlando contemporaneamente dentro allo strumento
Curiosità. Ci sono tre ipotesi sull'origine del nome dixieland:
- Uno schiavista di Manhattan, un certo M. Dixy, avrebbe creato delle regole che divennero valide per la "Dixy's Land" - la terra di Dixy.
- Un biglietto da dieci dollari stampato dalla Citizens Bank of Louisiana, prima della Guerra di secessione, aveva stampato il numero dix (dieci) e fu chiamato "dixes" o "dixies". In seguito laLouisiana ed il sud in generale diventarono noti come il paese dei dixies o "dixies land".
- "Dixie" deriverebbe da Jeremiah Dixon, da cui prese nome la Linea Mason-Dixon, che demarcava il confine tra il Maryland e la Pennsylvania, la frontiera settentrionale del Dixieland.
Un esempio di dixieland contemporaneo americano
Per saperne di più ed apprezzare la forza trascinante del dixieland dal vivo, questa sera alle 20.45 in sala Polivalente la Mestrino Dixieland Jass Band in concerto.
Nessun commento:
Posta un commento