don Albino Bizzotto |
NO GRANDI OPERE
NO CONSUMO
DI SUOLO
PER LA DEMOCRAZIA E I BENI
COMUNI
PER IL DIRITTO DI RESPIRARE,
LAVORARE, VIVERE IN VENETO
Siamo nati per vivere assieme e, se possibile, anche contenti nell'esprimere l’umanità che ci è stata regalata. La Terra va amata e coltivata per la vita, non sfruttata e violentata per i soldi.
Molti non se ne rendono conto e non vogliono saperne. La crisi nella quale ci troviamo non è economico-finanziaria, è antropica.
La Terra non ce la fa più a rinnovarsi per sostenere le nostre produzioni, i nostri consumi e i nostri rifiuti; infatti il 20 agosto ha già esaurito tutte le energie vitali, che aveva a disposizione per arrivare al 31 dicembre.
Non è questione di soldi, in questione c’è la vita!
Nella nostra Regione negli ultimi 20 anni sono andati persi 38 ettari di terreno coltivabile al giorno. Tutti dobbiamo rispondere con responsabilità all'emergenza del pianeta Terra, partendo concretamente dal nostro territorio regionale.
Giornata di mobilitazione
regionale in difesa della qualità della vita
Sabato 30 novembre ore 14 – stazione FS di Santa Lucia – manifestazione
regionale a Venezia
La Terra non ce la fa più: ha
bisogno di un anno e mezzo per recuperare quello che le viene sottratto in un
anno. “Il clima impazzito sconvolgerà il pianeta. Siamo vicini al punto di
non ritorno” (Ipcc-Onu 2013). E il Veneto è una delle regioni più
inquinanti e inquinate d’Europa.
L’inquinamento
atmosferico, prodotto da traffico, inceneritori, cementifici,
centrali termoelettriche, industrie nocive, grandi navi, avvelena l’aria: la
peggiore d’Europa.
Cementificazione
e asfaltatura del suolo impoveriscono le campagne, provocano frane e
alluvioni, distruggono il paesaggio e un patrimonio storico ed ambientale di
valore inestimabile.
Eccessivi
prelievi d’acqua inaridiscono i fiumi, provocando l’avanzamento del
cuneo salino, e l’abbassamento delle falde acquifere.
Col
sistema del “project financing” banche e grandi imprese succhiano
miliardi di risorse pubbliche. Per i cittadini questo significa solo debito,
aumenti di tariffe per i servizi e per pedaggi speculativi.
I cittadini e i Comuni
non contano più nulla poiché la Regione ha azzerato la
pianificazione urbanistica riducendola ad un incredibile delirio di autostrade
e “progetti strategici” (mega-poli commerciali direzionali), mentre le
verifiche ambientali sono ridotte a pura formalità.
Gli abitanti del Veneto sono da
anni impegnati in una moltitudine di vertenze locali, volte a salvaguardare la
vivibilità del territorio. Cittadine e cittadini di buona volontà si sono
finalmente riuniti per chiedere una urgente inversione di rotta:
§ Fermare subito le “grandi opere” inutili e dannose (nuove autostrade e linee TAV,
carbone nella centrale di Porto Tolle, MOSE, scavo nuovi canali in laguna,
nuove scogliere e false barene-discariche);
§ Allontanare definitivamente le “grandi navi” dalla
Laguna;
§ Liberare il territorio dalle servitù militari
§ Finanziare i Comuni, anche con la Cassa Depositi e Prestiti per
manutenzione, messa in sicurezza, riqualificazione energetica di edifici
pubblici e territorio – vera grande opera necessaria - dando lavoro alle
piccole e medie imprese
§ Riconversione ecologica delle città, delle industrie e dell’agricoltura per
creare buona e stabile occupazione
§ Gestione pubblica e partecipata, senza profitti in bolletta, di acqua e servizi
pubblici – No allo sfruttamento indiscriminato delle risorse idriche
§ Fermare la privatizzazione della sanità: i “project financing” ospedalieri sottraggono
risorse pubbliche alla prevenzione e alle prestazioni sanitarie
§ Stop al consumo di suolo agricolo : cambiare la legge urbanistica regionale e il nuovo
PTRC – Piano Territoriale Regionale - per tutelare il patrimonio storico,
culturale e paesaggistico, attuando finalmente e per intero il Codice nazionale
del Paesaggio.
§ Basta con il ricorso alla “legge obiettivo” e ai
commissari straordinari
§ Basta con inceneritori, cave e discariche – Incentivare riduzione, riuso e riciclo dei rifiuti
§ Stop a nuove autostrade, strade, raccordi e poli
commerciali che desertificano i
nostri centri, distruggendone il tessuto sociale e le attività economiche: investire
per recuperare aree ed edifici da bonificare e riqualificare (a partire da
Porto Marghera) per attività innovative.
§ Investire non in autostrade e Alta Velocità, ma in
rinnovo e potenziamento delle ferrovie esistenti con un piano integrato di vera intermodalità. Favorire
il trasporto pubblico locale e regionale (SFMR). Favorire la mobilità
ciclo-pedonale. Spostare il trasporto merci dalla gomma alla rotaia.
§ Ricostruire gli
organismi di valutazione e controllo ambientale per renderli indipendenti
dai poteri politici ed economici: eliminare i conflitti d’interesse e di
competenze e la concentrazione di tutti i poteri (di Piano, progetto,
valutazione, attuazione e controllo) in una sola figura.
§ Garantire pubblicità e trasparenza ai lavori delle Commissioni
d’inchiesta del Consiglio regionale
sulla “finanza di progetto” e le aziende regionali, innanzitutto su Veneto
Strade SpA
§ Smantellare l’intreccio politica-affari oggi all’attenzione della Magistratura
§ Difesa
della Costituzione e delle assemblee elettive, contro ogni tentazione presidenzialistica. Partecipazione piena
dei cittadini alle decisioni e ai controlli.
I comitati e i movimenti, le
associazioni e i gruppi di cittadinanza attiva operanti in Veneto invitano
tutte e tutti a far sentire la loro voce e a partecipare alle iniziative
programmate.
Nessun commento:
Posta un commento